Tra le righe della nota di RFI al Sindaco (seconda parte)

Ritratto di Saro Di Paola

28 Marzo 2023, 07:45 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Se il passaggio della nota di risposta al Sindaco di RFI, di cui mi sono occupato nella prima parte (www.qualecefalu.it/node/24625), suscita, o dovrebbe suscitare, riflessioni che lo fanno relegare a tentativo di gettare fumo negli occhi, il passaggio di questa stessa nota, di cui  vado ad occuparmi, desta inquietanti interrogativi.

Che si ascriva “il rallentamento” dei lavori del raddoppio ai tempi di redazione di una perizia di variante per la galleria "Cefalù" ci sta tutto.
Al riguardo, sono stato tra i primi, se non il primo, a sostenere che la talpa, almeno nel tratto lungo il quale sottopassa le zone residenziali, intensamente edificate ed urbanizzate da Vallone di Falco al Vallone Sant'Oliva, debba procedere con la camera di scavo in modalità a pressione, EPB, e che, essendo questa modalità molto più onerosa di quella a camera libera, sarebbe stato necessario che RFI riconoscesse i maggiori oneri alla ToTo.
Ciò, ovviamente, con una perizia di variante, da redigere subito dopo che si è verificato il fornello e non dopo "il tira e molla" tra ToTo ed RFI, che si è protratto per mesi.

A non poterci stare è il passaggio, nel quale la nota ascrive la causa dell'apertura del fornello "probabilmente alla presenza, a Vallone di Falco, di un pozzo non censito".

Tale passaggio lascia intendere che la "probabile" causa sia il mancato censimento di un pozzo e non piuttosto una venuta d'acqua tanto imprevista quanto improvvisa.
Una di quelle venute d'acqua, che potranno investire Margherita, in particolare, nel "tratto urbano" della galleria Cefalù.
Tratto disseminato non solo di pozzi, censiti e/o non censiti, anche a valle del tracciato, come testimoniato dalle norie, ancora sotto gli occhi di tutti nella piana a valle della fascia collinare di Cefalù,

intorno alle quali gli asini, coi paraocchi, giravano, giorno e notte, per sollevare le "tazze" piene d'acqua fissate ad un nastro e versarle nelle attigue vasche per l'irrigazione degli orti e degli agrumeti della stessa piana, ma, anche, da sorgive ed affioramenti d'acqua superficiali, in particolare nella zona di Pietragrossa,

    

    

il cui sottosuolo, secondo il "progetto esecutivo" della fermata sotterranea sarà trasformato in una gruviera, da gallerie da scavare, tutte, con metodi tradizionali.

Gli inquietanti interrogativi sono legati, proprio, allo scavo con metodi  tradizionali di tali gallerie.
V'è forse uno solo dei Tecnici di RFI, prima, e della ToTo, dopo, che possa escludere che si  verifichino venute d'acqua in tutto simili a quella di Vallone di Falco o di Vicolo Bernava, per citarne un'altra di cui troppe volte ho scritto?
E se una venuta d’acqua dovesse verificarsi in corso dopo d’opera, in una sola delle gallerie da scavare, v’è un solo Tecnico che, nella complessità geomorfologica ed urbana dei luoghi nei quali dovesse verificarsi, sappia come rimediare per completare la galleria?

È VERISSIMO, nello scavo di gallerie il rischio zero per gli edifici e le reti di sottosuolo nelle zone d’influenza non esiste, però, se nessun Tecnico è in grado di escludere l’eventualità di venute d’acqua e nessun altro Tecnico sa come vi si potrebbe porre rimedio, non è, forse, il caso che "si cambi binario", come ho, pure, scritto, (www.qualecefalu.it/node/24531)?

È VERISSIMO, “il treno è partito”, però, già dal 2000, molto prima del 2 novembre 2022, è fermo in un binario morto, per responsabilità che sono, anche, se non soprattutto, di Cefalù.
Quel binario morto Cefalù se l’è cercato.

SI CAMBI BINARIO: ALTERA VIA NON DATUR
.
Continuare “nell’attività che mira all’ottenimento dei titoli abilitativi per l’esecuzione in variante della galleria di sfollamento della fermata sotterranea di Cefalù” è sprecare energie, è perdere tempo.
E di tempo se n’è, già, perso sin troppo.

Saro Di Paola, 28 marzo 2023