Il dado è tratto: “il treno è partito” e neanche LA RAGIONE serve a rimetterlo sul binario giusto

Ritratto di Saro Di Paola

23 Gennaio 2023, 09:13 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Lungo la scalinata con imbocco al centro del curvone a monte della Piazzetta di San Pio,

nei giorni scorsi, sono stati segnati, con spray di colore giallo, 13 punti.

   

   

Nei prossimi giorni altri punti verranno segnati nelle aree condominiali e sui tetti degli edifici del complesso ARGI e di altri edifici dello Spinito, anche con l'impiego di speciali strumenti, in tutto eguali a quelli impiegati, da tempo, lungo la SS 113, a monte dell'imbocco della galleria "Cefalù" e dallo scorso novembre lungo la via Pietrapollastra.

     

Saranno, tutti, punti per il monitoraggio satellitare, h 24, degli eventuali cedimenti, anche millimetrici, che il passaggio di Margherita potrà causare sui terreni liberi ed in corrispondenza degli edifici della fascia collinare, sulla quale lo scavo meccanizzato delle due canne potrebbe avere ripercussioni.

Personalmente, ho la certezza che, se Margherita avanzerà in modalità a pressione, tali ripercussioni saranno minime e non intaccheranno la stabilità delle strutture degli edifici, delle strade e delle reti di sottosuolo che ricadono nella predetta fascia, ben più larga di quella di 60 metri, entro la quale, a profondità variabili, correranno le due canne.
Solo che l’avanzamento di Margherita in modalità a pressione, oltre a comportare costi insostenibili per l’impresa e per i quali l’appalto potrebbe, addirittura, non avere la capienza, richiede i tempi lunghi necessari alla decantazione della “pappa” smarinata.

Una certezza, che, invece, non ho per gli oltre mille metri delle gallerie, di accesso, del  mezzanino, delle scale mobili e di sfollamento, che, previste con scavo tradizionale, sono indispensabili per la fermata sotterranea.
Una certezza, che la conoscenza delle caratteristiche del sottosuolo interessato e la RAGIONE escludono possano avere quanti hanno ruoli decisionali sulla pluridecennale vicenda della fermata sotterranea e del raddoppio tutto.
Una certezza che, a chi dovesse averla, non potrebbe non essere stata minata dagli accadimenti, che, dal giugno del 2012 ad oggi, si sono succeduti lungo i 57 metri che mancavano, e mancano, al completamento della galleria dispari del passante ferroviario di Palermo, nel tratto tra le fermate Orléans e Lolli, in corrispondenza di quello che nella toponomastica di Palermo era il vicolo Bernava, cioè la viuzza che correva attigua al muro lato sud che delimitava la vecchia strada ferrata Palermo Centrale-Trapani, tra i passaggi a livello di Corso Finocchiaro Aprile e di Via Dante.

Accadimenti che, proprio in questi giorni, stanno portando al raggiungimento della profondità del piano di posa dell’arco rovescio che fungerà da fondazione per 47 dei 57 metri, circa, della galleria mancante.
I restanti 10 metri, quelli lato Orléans, saranno realizzati con scavo e tecniche tradizionali.

Il tutto dopo oltre 10 anni da quando una venuta d’acqua fermò il completamento di quei 57 metri di galleria e, per le lesioni sempre più evidenti in cinque palazzine, costrinse, prima, alla evacuazione ed alla demolizione delle stesse e, dopo, alla realizzazione, dall’alto, di due pareti in cemento armato, profonde oltre 30 metri, tra le quali è stata scavata una trincea progressivamente puntellata con 6 ordini di potenti travi metalliche cilindriche.
Il tutto secondo lo schema che si coglie nelle sezioni che seguono

    

e con l’occupazione dell’area di cantiere visibile, solo in parte, nella foto che segue.

Accadimenti e fatti, che sono STORIA DI IERI e STORIA DI OGGI, storie che, MAGISTRAE VITAE, dovrebbero, quantomeno,  insinuare DUBBI in chi dovesse ritenere che nessuna venuta d’acqua fermerà la realizzazione delle gallerie tradizionali indispensabili per la fermata, lungo i 1.000 metri del loro sviluppo.
Sarebbero I DUBBI DELLA RAGIONE.
Non foss’altro perché è LA RAGIONE a far rendere  conto dell’impossibilità di adottare una soluzione dello stesso tipo di quella adottata in vicolo Bernava., dopo annosi studi specialistici.
A Pietragrossa, Pacenzia, Spinito e Pietrapollastra, mancherebbe, addirittura, l’area di cantiere che una soluzione di quel tipo, di altro tipo non ve ne sarebbero, richiederebbe.

I segnali lungo la scalinata di San Pio, gli altri che sono stati tracciati sulle vie Pietrapollastra, dei mulini e Gibilmanna lasciano, però, intendere che alea iacta est, IL DADO E' TRATTO: il “TRENO E' PARTITO” e neanche LA RAGIONE serve a rimetterlo sul binario giusto.
Quello per completare il raddoppio ed arrivare alla nuova fermata di Cefalù in tempi “ragionevoli”.

Saro Di Paola, 23 gennaio 2023

(Le sezioni dell’intervento e la foto dell’area di cantiere di Vicolo Bernava sono tratte dal sito web Umarell 2.0, le foto degli "strumenti" per il monitoraggio mi sono state fornite dal Geom. Giuseppe Pirrone, Amministratore del complesso Argi. Ringrazio)