La Scienza, l’Ingegneria e i buchi nell’acqua

Ritratto di Saro Di Paola

21 Novembre 2022, 07:32 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nei mesi successivi al dicembre del 2015, sono stato uno dei cefaludesi, pochissimi, che ha visionato le tavole del “progetto esecutivo” del raddoppio ferroviario e della fermata sotterranea di Cefalù, che, dopo l’illustrazione nella Sala delle Capriate del 26 novembre, erano state messe a disposizione della Cittadinanza in una delle stanze attigue alla stessa sala.

Dopo avere studiato le tavole, con quel minimo di attitudini che mi ritrovo, ho pubblicato su questo blog alcuni scritti, nei quali ho spiegato le ragioni per le quali talune previsioni del “progetto esecutivo” sarebbero rimaste sulla carta, come sulla carte sono, di fatto, rimaste.
Ne ricordo due per tutte: la galleria di sfollamento con imbocco allo Spinito e la rototraslazione della talpa nella valli di Mazzatore e del Carbone.

Lo studio delle opere senza le quali Cefalù non potrà avere la fermata sotterranea mi ha fatto scrivere, assumendomene tutta la responsabilità, che i progettisti per averle disegnate come, sulla carta, le avevano disegnate, erano riusciti nell’impresa di fare entrare l’asino per la coda.

Sono stato accusato di “volere dimostrare che i progettisti avevano sbagliato tutto” perché non “sapevano un’acca dei problemi che, col loro progetto, avrebbero dovuto risolvere”.
Eppure, scrivendo che erano riusciti a fare entrare l’asino per la coda avevo, implicitamente, riconosciuto che sapevano benissimo i problemi che, col loro progetto, avrebbero dovuto risolvere.
Cioè rendere la fermata raggiungibile agli utenti ed ai mezzi di soccorso ed evacuabile nei casi di emergenza.

Soltanto  che, per essere riusciti nell'impresa di fare entrare l'asino per la coda, quei progettisti finiranno per essere i Sisifo dei nostri giorni, perché la loro fatica finirà per essere inutile.
Almeno quanto le fatiche del personaggio della mitologia greca, ritenuto il più astuto dei mortali.

L'impresa di realizzare le opere indispensabili per la fermata sotterranea sarà, di fatto, impossibile come quella, sinora mai riuscita, di realizzare buchi nell'acqua.

E i buchi nell'acqua da realizzare affinché Cefalù abbia la fermata sotterranea sono veramente tanti.
Provo ad elencarli guardando le tavole di progetto che seguono:
       
         
la galleria di accesso, la galleria del mezzanino per intraprendere le scale mobili, le due gallerie all'interno delle quali correranno le scale mobili, le due gallerie per collegare le scale mobili alle banchine dei due binari, i pozzi per le scale di sicurezza.
Sarebbero, tutti, buchi nell'acqua del fiume che scorre sotto Pietragrossa e che alimentava le gebbie, i pozzi e le norie per l’irrigazione degli agrumeti e degli orti della campagna cefaludese, da sotto il piazzale dell’attuale stazione al lungomare.
Un fiume sotterraneo, con una portata che non ha eguali nel sottosuolo ad Occidente della Rocca, proprio là, a Pietragrossa, dove sono ubicate le opere previste per la fermata sotterranea.

Sarebbero tutti buchi irrealizzabili.
Infatti, "la Scienza che risponde alla Scienza e l'Ingegneria che risponde all'Ingegneria", non hanno, ancora, dato risposta alcuna a chi vorrebbe riuscire nell'impresa di fare buchi nell'acqua.
Eppure, nel corso del dibattito nella Sala delle Capriate del 9 novembre scorso, di Scienza e di Ingegneria abbiamo ascoltato nell’espressione che ho riportato in corsivo e tra virgolette.
Se n’è servita la Consigliera Dott.ssa Paola Castiglia per dare sulla voce alla Consigliera Avv. Antoniella Marinaro, che, aveva definito quei buchi e gli altri che si dovrebbero realizzare nel territorio urbano di Cefalù “devastazione del sottosuolo”.
Definizione per la quale, secondo la Castiglia, la Marinaro avrebbe soffiato sul fuoco della paura dei cittadini,

Faccio mia la definizione della Marinaro, rafforzandola: quei buchi sono devastazione del sottosuolo e, con esso, dell’Ambiente nella sua complessità, nella sua diversità, nella sua essenza.
L’Ambiente senza sottosuolo, non sarebbe quello che è.
A Pietragrossa, come in qualsiasi altro luogo del Pianeta.

I disegni che ho pubblicato in questo scritto sono stralci fotografici delle tavole del “progetto esecutivo”, che, come ho scritto all’inizio, nel dicembre del 2015, raccolte in una cartella,
                                                                       
vennero messe a disposizione di chi avesse avuto l’interesse di visionarle.
Sono tavole di cui quanti si occupano della Cosa Pubblica dovrebbero avere quella piena contezza che è indispensabile per occuparsi delle problematiche inerenti il raddoppio e la fermata sotterranea con cognizione di causa.
Problematiche a venire, rispetto alle quali sono quisquilie quelle, pur gravi, della realizzazione, col sistema meccanizzato TBM, delle due canne della galleria “Cefalù”, di cui, sinora, la Politica cittadina si è occupata.

Saro Di Paola, 21 novembre 2022