15 Novembre 2022, 10:19 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
TERZA PARTE:
LE RAGIONI PER LE QUALI ABORTIRA’ LA GALLERIA DI SFOLLAMENTO N° 3
Il 24 marzo 2022, quando la Giunta ha “approvato e condiviso” lo studio di fattibilità preliminare che, il 17 marzo, RFI aveva inoltrato al Comune schematizzandolo in uno stralcio planimetrico, il Sindaco Lapunzina in un comunicato ha, testualmente, scritto:
“RFI ha proposto una variante tecnica alternativa alla galleria di sfollamento, che prevede l'insediamento in altra zona della Città, priva di edificazioni viciniori, ubicata in terreni liberi, nei pressi del passaggio a livello della Gallizza".
Invero, la variante tecnica alternativa ubica in terreni liberi privi di edificazioni viciniori nei pressi del passaggio a livello della Gallizza non già la galleria di sfollamento ma, soltanto, il suo imbocco e la sua rampa di accesso.
All’indomani del comunicato del Sindaco, nel mio scritto, (www.qualecefalu.it/node/24166), ho pubblicato la vista aerea che segue,
nella quale avevo ipotizzato l’ubicazione dell’imbocco della galleria di sfollamento nell’area libera disponibile più prossima alla fermata, che è quella tra i due versanti del vallone Pietrapollastra e sotto la via dei Mulini.
In tale vista aerea, avevo, indicativamente, disegnato con due linee rosse gli assi delle due canne della galleria “Cefalù”, con una linea gialla continua l’asse della galleria di sfollamento n°2 con imbocco a monte della Piazzetta di San Pio e con una linea gialla tratteggiata l’ulteriore tratto di galleria, lungo oltre 200 metri, con l’imbocco da me ipotizzato sotto la via del Mulini.
Mi ero sbagliato.
Infatti, il terreno libero nei pressi del passaggio a livello della Gallizza, di cui aveva parlato il Sindaco perché indicato nello schema planimetrico dello studio di fattibilità preliminare recapitatogli da RFI, era oltre il versante occidentale del torrente Pietrapollastra e confinava con l’omonima via.
Ho, perciò, aggiunto, disegnandolo in nero, nella vista area, che avevo pubblicato all’indomani del comunicato del Sindaco, l’ulteriore tratto di galleria e la rampa di accesso
Nella vista aerea che segue ho, invece, aggiunto agli assi delle gallerie, disegnandola con un rettangolo giallo, l’area nella quale lo studio di fattibilità preliminare ha localizzato l’imbocco della rampa di accesso alla galleria.
Tale area ha, sulla via Pietrapollastra, il fronte che si vede nella foto che segue.
Orbene, che trattasi, di uno studio di fattibilità preliminare è appalesato dal fatto che, nonostante sia stato approntato prima del 17 marzo 2022, l'unico ed il primo sondaggio per verificarne la fattibilità è stato eseguito, soltanto, sette mesi dopo, nei giorni 24,25,26 dello scorso mese di ottobre, sul ciglio tra la via Pietrapollastra ed il versante occidentale dell'omonimo Vallone e di fronte alle ultime case della stecca Parlato (www.qualecefalu.it/node/24511)
Tale sondaggio è stato spinto alla profondità di 30 metri ed ha consentito di accertare che il sottosuolo è costituito nei primi 15-20 metri da sabbie, quindi da argille sabbiose e da argille limose
e che il livello della falda idrica è a -10,00 metri rispetto al ciglio della strada.
Il che significa che, in corrispondenza della rampa di accesso alla galleria, il sottosuolo di Pietrapollastra ha le stesse caratteristiche di quello che, per lo Spinito, il Prof. Fabio Cafiso ha riportato nella sezione che segue.
Con la differenza che il livello della falda idrica a Pietrapollastra è meno profondo che allo Spinito.
Rendersene conto non è difficile.
Basta leggere i numerini che ho cerchiato in rosso nella stringa verticale delle quote, a sinistra del grafico, ed osservare la dislocazione altimetrica degli edifici che hanno il piano di sedime ben al di sopra della linea rossa che ho disegnato in corrispondenza della quota 40.00.
Con tali caratteristhe del sottosuolo Cafiso aveva rappresentato e descritto nelle sezioni che seguono
i meccanismi di crollo e di scivolamento dei terreni incoerenti, le sabbie, sotto falda ed i conseguenti dissesti alle strade ed agli edifici sovrastanti.
Nella sostanza la stessa tipologia di dissesti che, al passaggio della talpa, si sono già registrati a Figurella e Vallone di Falco.
Con conseguenze che, però, a Pietrapollastra sarebbero più gravi, molto più gravi, di quelle che si sono registrate a Vallone di Falco.
Ciò perché, lo scavo della rampa, eseguito con sistemi tradizionali, causerebbe nella sabbia, sopra e sotto la falda idrica, un fornello che taglierebbe in due la via Pietrapollastra e la condotta fognaria dell’ospedale, senza possibilità alcuna di prevenirlo.
Sarebbe, perciò, sufficiente l’esito dell’unico sondaggio eseguito a procurare l’aborto, anch’esso naturale, della galleria di sfollamento n°3.
O, mutuando il linguaggio di RFI, a conclamare la ragione della non fattibilità della variante tecnica alternativa proposta con lo studio preliminare, inviato al Comune il 17 marzo, cioè sette mesi prima dell’esecuzione del sondaggio medesimo.
Ma di ragioni ve ne sono anche altre.
Le accenno soltanto.
La prima:
essendo tecnicamente e fisicamente impensabile che la galleria di sfollamento sottopassi l’alveo del torrente Pietrapollastra, la galleria non potrà che sovrapassarlo, stravolgendone la fisicità ed alterando lo scorrere naturale dell’acqua.
La seconda:
La galleria che, nella nota del 17 marzo, RFI definisce “peggiorativa”, rispetto alla n°2, per la ragione, assolutamente ineccepibile, che allungherebbe il “tempo necessario per il raggiungimento dell’esterno da parte degli utenti in condizioni di emergenza” e, nel contempo, “migliorativa” per la ragione, assolutamente incomprensibile, “derivante dall’applicazione dei vigenti criteri e specifiche progettuali che attualizzano gli input del progetto originario relativamente all’uscita carrabile di emergenza”, passerebbe, ad una profondità intorno ai 40 metri, sotto l’area di sedime di un numero di edifici molto, ma molto, maggiore di quello degli edifici della galleria n°2, influenzando quella di un numero di edifici altrettanto maggiore, com’è fatto palese dalla planimetria a curve di livello che segue, nella quale ho cerchiato in celeste i predetti edifici.
La terza:
La galleria di sfollamento dalla fermata dovrebbe assolvere alle stesse funzioni che la cosiddetta “finestra di Sant’Ambrogio” assolve per l’omonima galleria, lunga oltre 4 Km, che va da Malpertugio a Fiume Carbone.
Perciò, dovrebbe avere la sua stessa sezione.
Per realizzarla sarebbe, quindi, necessario impiantare a Gallizza un cantiere, molto simile a quello di vallone di marzo.
Non si deve avere la sensibilità degli ambientalisti per dire che sarebbe un CANTIERE DEVASTANTE.
La Soprintendenza ai Beni Culturaali e Ambientali, se c'è, dovrebbe essere la prima a battere un colpo.
Cefalù non potrebbe subire un ulteriore attentato al suo paesaggio, già sin troppo martoriato dagli scempi di vallone di marzo, Fiume Carbone, Mazzatore, Ogliastrillo e Torretonda.
Chiunque dovesse leggermi può smentirmi.
Punto!
Fine della terza parte
Saro Di Paola, 15 novembre 2022
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