12 Ottobre 2022, 13:18 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Lo scorso 11 gennaio ho scritto (www.qualecefalu/node/24306) del crollo di circa 200 loculi, che, la notte tra il 4 ed il 5 gennaio, si era registrato al Cimitero monumentale di Poggioreale
e del comunicato col quale Metropolitana Napoli S.p.A. società concessionaria del Comune di Napoli per la progettazione e la realizzazione della linea 1 della metropolitana, ne aveva attribuito la causa ad “un imprevisto e intenso afflusso d’acqua“ verificatosi quando restavano da completare gli ultimi metri di scavo in acqua della seconda galleria, che dalla stazione di Poggioreale sale verso Capodichino, addirittura, dopo oltre 7 Km di scavo in falda.
Per quanto si leggeva nello stesso comunicato l’intensità del flusso d’acqua era stata tale da “causare l’allagamento del cantiere della stazione in costruzione e cedimenti al terreno nella parte inferiore del cimitero di Poggioreale.”
Già "un improvviso e intenso afflusso d'acqua".
La stessa causa che, nel giugno del 2012, a vicolo Bernava, fermò i lavori del passante ferroviario di Palermo, quando mancavano 56 metri al suo completamento e che, lo scorso 3 settembre, a Vallone di Falco, ha fermato l'avanzamento della talpa Margherita, quando la stessa aveva realizzato poco più di 600 metri della prima delle due canne della galleria "Cefalù".
Cos'è accaduto a Napoli dal 5 gennaio ad oggi?
A luglio, dopo oltre sette mesi dal crollo, l’Amministrazione comunale ha deliberato di affidare ad un superesperto “l’incarico professionale di supporto tecnico scientifico nel procedimento penale per disastro colposo” aperto, qualche giorno prima, a seguito del crollo medesimo, dalla Procura della Repubblica, che, a sua volta, aveva dato incarico a due docenti universitari per “accertare le cause e la dinamica dell'accaduto“ e, in particolare, per verificare eventuali difetti o inadeguatezze nella progettazione oppure se le cause dell'accaduto siano riconducibili in tutto o in parte a errori nell'esecuzione del progetto".
Intanto, il 30 settembre scorso, nel Cimitero di Poggioreale si sono verificati altri crolli e, ad oggi, i loculi crollati o danneggiati sono oltre 600 con, all’incirca, 1400 cadaveri dispersi sopra e sotto le macerie.
L’11 gennaio ho scritto su quanto era accaduto a Poggioreale perché, la foto dell’imbocco della galleria sotto Poggioreale, con l'area di cantiere invasa dall'acqua,
mi aveva fatto pensare a quello che dovrebbe essere l’imbocco della galleria di accesso alla fermata sotterranea di Cefalù, sotto Pietragrossa.
Ne riscrivo oggi, dopo che il 30 settembre scorso, nel Cimitero di Poggioreale si sono verificati altri crolli ed i loculi crollati o danneggiati sono aumentati ad oltre 600 con, all’incirca, 1400 cadaveri dispersi sopra e sotto le macerie e dopo aver letto l’oggetto dell’incarico conferito dalla Procura ai due docenti universitari, Paolo Grazioso e Nicola Augenti.
Ne riscrivo affinché chi di competenza faccia tesoro dell’oggetto di quell’incarico, per la galleria di accesso alla fermata sotterranea di Cefalù.
Infatti, se, nel caso della progettazione della galleria che sottopassa il Cimitero di Poggioreale i difetti, che i docenti universitari devono accertare, EX POST, sono eventuali e se, per etimologia, i difetti sono mancanze, nel caso della progettazione della galleria di accesso alla fermata sotterranea di Cefalù, si può affermare,
EX ANTE , che v’è, invece, un difetto certo.
Una mancanza certa.
La più grave delle mancanze nel settore delle costruzioni.
Quella dei sondaggi geognostici, che la Legge, in particolare nelle zono sismiche, prescrive obbligatori anche per realizzare un pollaio.
E di sondaggi, nell’area che sarà sottopassata ed interessata dalla galleria di accesso alla fermata,
ad oggi, non ne è stato eseguito uno che sia uno.
Delle ragioni per le quali, a prescindere dalle prescrizioni di Legge, i sondaggi in quell’area sono assolutamente indispensabili, ho già scritto tante volte.
L’ultima il 2 settembre scorso (www.qualecefalu/node/24472).
Saro Di Paola, 12 ottobre 2022
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