L’ultimo fermo di Margherita si sta protraendo più a lungo dei precedenti

Ritratto di Saro Di Paola

18 Luglio 2022, 08:20 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Da quando, all'incirca il 10 marzo scorso, Margherita ha iniziato a viaggiare da Ogliastrillo per Fiume Carbone, il nastro che trasporta lo smarino, dal fronte dello scavo alle vasche di sedimentazione, si è fermato più volte.

Delle ragioni dei fermi mi sono occupato in altri scritti, pubblicati su questo blog dall'11 marzo all'11 luglio.
Sono state ragioni, strettamente connesse alla natura del sottosuolo attraversato da Margherita nei primi 550(?) metri del suo viaggio.

Dal banco argillitico del primissimo tratto, è scaturito uno smarino molto fluido di colore marronastro, dal banco quarzarenitico-quarzitico del tratto successivo, è scaturito, invece, uno smarino di colore grigio scuro meno fluido del precedente.
La natura assolutamente diversa dei due banchi ha costretto ai fermi sinora registrati per cause che, ovviamente, sono state diverse quanto la natura dei banchi medesimi.
Nel tratto argillitico, a causare i fermi sono stati i tempi, lunghi, di decantazione dello smarino, che, a vasche di accumulo piene, non ne consentivano lo svuotamento.

Nel tratto quarzarenitico-quarzitico, a causare i fermi è stata la durezza, eccessiva, del banco, che ha logorato i "denti" della ruota fresante, al punto da richiederne la sostituzione dopo tratti di scavo molto più brevi di quelli che erano stati messi in conto.

L'ultimo fermo, però, si sta protraendo più a lungo dei precedenti, imputabili alla necessità di sostituire, soltanto, i denti della fresa.
Perché?

A soccorrermi nel tentativo di darmi una risposta è stato il ricordo di quanto disse l'Ing. Giovanni Pinna, Direttore tecnico della ATI aggiudicataria dell’appalto integrato dell’opera, in un passaggio della relazione, con la quale il 26 novembre del 2015 illustrò, pubblicamente, nella Sala delle Capriate del palazzo municipale di Cefalù,  il "progetto esecutivo" della tratta Ogliastrillo-Castelbuono.

   

Grazie a "La pagina di Armando Geraci" di Cefalusport.it, (www.cefalusport.it/Varie2015b/151126_Confernza_Ferrovie/05 Ing Pinna.mp3) ho riascoltato quel passaggio e l'ho deregistrato come di seguito.
"La talpa è dotata di un sistema di prospezione geofisica che consente di monitorare in avanzamento le caratteristiche del sottosuolo, perché, chiaramente, attraversando sei, sette chilometri di sottosuolo è impensabile pensare di conoscere tutto centimetro per centimetro.
Si sono fatte indagini molto approfondite, studi etc ma, chiaramente, è all’atto dello scavo che si va a controllare minutamente quali sono le caratteristiche del terreno che si attraversa. Per cui attraverso il sistema di prospezione geofisica si individuano eventuali anomalie rispetto
alle previsioni e, se occorre, si prendono provvedimenti all’atto dello scavo.

Ho trovato la risposta al mio “perché”, in particolare, nelle parole che seguono: "attraverso il sistema di prospezione geofisica si individuano eventuali anomalie rispetto alle previsioni e, se occorre, si prendono provvedimenti all’atto dello scavo.
Parole, che, ad uno come me che ha un chiodo fisso nell’anomalia di Vicolo Bernava a Palermo, erano rimaste impresse al punto di essermene ricordato, ancora oggi, dopo quasi 7 anni, e di volere riascoltare.
Parole, quelle di Pinna, che, sul protrarsi dell’attuale fermo di Margherita, non possono non far ritenere che è dovuto, proprio, ad un’anomalia.
Quella costituita dal banco di quarzite, che la talpa sta attraversando dopo circa 500 metri dalla sua partenza.
Un’anomalia, che, oltre alla sostituzione, anzi tempo, dei denti della fresa, sta, appunto, richiedendo provvedimenti all’atto dello scavo, come ebbe ad accennare l’Ing. Pinna.
Un’anomalia, che, ovviamente, con le “indagini molto approfondite, gli studi etc” non si era riusciti a prevedere e localizzare.
Provvedimenti, che,  giocoforza, interessano la macchina e che altro non possono essere se non una rifunzionalizzazione delle sue componenti e con essa della macchina nel suo complesso.
Un suo riassetto generale, che possa consentirle di avanzare senza inconvenienti, in tutto simili a quello attuale.
Una rifunzionalizzazione, che, un maggiore grado di approfondimento delle indagini e degli studi preliminari, con tutta probabilità, avrebbe potuto evitare.
Se, da cittadino, posso permettermi di dirlo.

Sarà l’ultima rifunzionalizzazione di Margherita?
Sono convinto di no.
Infatti, la geologia del sottosuolo, che Margherita dovrà attraversare nei sei chilometri e mezzo, circa, che le restano per raggiungere Fiume Carbone, è molto variabile.
Al riguardo, occhio alle sabbie ed all’acqua di Spinito, Pacenzia e Pietragrossa.

Saro Di Paola, 18 luglio 2022

(Le foto in cornice giallorossa sono di Armando Geraci e sono pubblicate ne “la pagina di Armando Geraci” di Cefalusport.it, anno 2015, 26/11)