19 Maggio 2022, 17:50 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
La disinformazione può rafforzare le convinzioni esistenti, ma non può cambiare facilmente le idee. Lo noto dall'attuale dibattito elettorale, specialmente da parte di coloro che hanno fatto parte dell'amministrazione uscente. Essi, avendo approvato tutti indistintamente i suoi errori e i conseguenti danni – non ultimo quello di avere fermato per quasi un decennio ogni miglioramento di Cefalù – hanno ora bisogno della disinformazione per coprire la loro più o meno consapevole complicità e s'illudono di nasconderla mettendola sotto il tappeto delle promesse elettorali. L'operazione rafforza certamente le convinzioni dei sostenitori del gruppo, ma lascia viva l'idea in coloro che hanno memoria e indipendenza di giudizio che in dieci anni essi hanno operato una vasta e profonda distruzione della storia, della cultura e delle tradizioni di Cefalù.
Per di più, per dare più forza persuasiva alla loro disinformazione, da un mese è in atto una operosità eccezionale, fatta da piccoli investimenti e iniziative privi di una strategia o di un piano di sviluppo di una città, che essi hanno avvolto in una nube di parole senza senso. E allora ecco il fiorire di vasi, come se Cefalù fosse un balcone di una casa dove ormai manca persino un piatto di pasta; ecco gli scomodi sedili, che offrono una possibilità di riposo ai cittadini ormai senza forze; ecco la distribuzione di generi di prima necessità per tenere in vita coloro che hanno ridotto alla fame; ecco infine lo slogan “continuità e rinnovamento”, come a voler rassicurare i clientes che non hanno ragione di temere il rinnovamento, perché la politica amministrativa continuerà le abitudini clientelari che l'hanno contraddistinta fino a ieri. Poi, come può conciliarsi il rinnovamento con la continuità nessuno è in grado di spiegarlo o forse non ne ha neanche la voglia.
Resta il fatto che, a meno che non si voglia ripristinare una monarchia a Cefalù, dieci anni di gestione amministrativa sono già troppi per un paese che voglia un ritorno alla libertà e soprattutto un cambio di direzione. E questo sebbene il candidato sindaco sia un giovane stimabile e di buona cultura, che certamente crede veramente nel rinnovamento, ma deve ammettere che gli sarà difficile rinnovare, se il suo vice sarà il sindaco uscente e se a sostenerne l'attività saranno gli stessi uomini che per dieci anni lo hanno sostenuto.
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Commenti
Mauro Gagliano -
rinnovamento