14 Giugno 2013, 08:37 - Rosalba Gallà [suoi interventi e commenti] |
DISEGNO E LAVORI DONNESCHI: PRESENZE FEMMINILI AGLI ALBORI DELLA SCUOLA D’ARTE DI CEFALU’
di Rosalba Gallà
Fondata nel 1906 da Diego Bianca Amato per affinare il gusto degli artigiani cefaludesi, la Scuola serale d’Arte applicata all’industria fu riordinata quale Scuola Professionale ad orario ridotto il 24 febbraio 1918 da Tommaso di Savoia, Duca di Genova, “Luogotente Generale di S. M. Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia”, assumendo la denominazione di R. Scuola di Disegno professionale: già nell’anno scolastico successivo alla regificazione, che la poneva alla diretta dipendenza del Ministero di Industria, Commercio e Lavoro, venne istituito un Corso femminile pomeridiano di Disegno e pittura. Ecco il documento ministeriale, tratto da Ettore Martini, La Regia Scuola d’Arte “Regina Margherita” di Cefalù, Felice Le Monnier, Firenze, MCMXLIII – XXI:
LETTERA DEL MINISTERO DELL’INDUSTRIA, COMMERCIO E LAVORO AL DIRETTORE DELLA SCUOLA, CHE MODIFICA IL CORSO FEMMINILE DI DISEGNO
15 ottobre 1919 In risposta alla lettera accanto indicata partecipo alla S. V. che questo Ministero non ha difficoltà che la Scuola apra uno speciale corso di disegno per fanciulle; sempre che l’istituzione stessa non nuoccia al regolare andamento didattico e non porti aggravio al Bilancio dell’Istituto. Per il Ministro |
Il corso fu pomeridiano, mentre quello maschile era serale: in quell’anno fu frequentato da 21 allieve, “le quali mostrarono una notevole assiduità e un eccellente profitto, tanto che l’anno seguente il corso divenne regolare e in pochi anni la sezione femminile assunse una importanza pari a quella maschile. […] Già in quel primo anno scolastico di vita del corso femminile, si poté organizzare una mostra di pittura e di disegno che destò vivo interesse e suscitò molte simpatie nella cittadinanza, la quale vedeva, nella nuova iniziativa della Scuola d’Arte, una eccellente applicazione per le giovani che desideravano apprendere delle cognizioni di vita donnesca, utili sia a quelle destinate alla vita casalinga, come a quelle che aspiravano a proseguire negli studi delle materie artistiche o di mestiere” (Ettore Martini, op. cit.).
Purtroppo non è stato possibile risalire a tutte le allieve che hanno frequentato il corso, perché nulla è presente nei libri matricola della scuola, ma nel verbale del 18 luglio 1920 del Registro delle deliberazioni del Consiglio dei professori è presente l’elenco delle allieve che hanno ricevuto il premio per gli alunni meritevoli, istituito con delibera del 2 febbraio 1919:
Colotta Maria e Fava Ida, Medaglia d’Argento e Diploma;
Carabillò Caterina, Colotta Laura, Maggiore Monia, La Calce Rosalia, Carabillò Anna, Sansone Dorotea e Bellipanni Maria, Diploma.
Si è potuta ricavare qualche notizia anche relativamente agli insegnanti: nei verbali del 4 giugno, del 1° febbraio e del 6 aprile 1920 del Registro delle deliberazioni del Consiglio dei professori, assieme al Direttore Diego Bianca Amato e ai proff. Salvatore Culotta e Giovanni Ferrara, risulta presente alle sedute Elena Olita; ma dal verbale del 19 marzo 1920 del Registro delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione, risulta che la Sig.na Elena Olita, insegnante di Disegno ornato e pittura decorativa, fu sospesa dal Ministero e sostituita dallo stesso Consiglio di amministrazione con il prof. Francesco Marchingiglio, in base art. 75, Regolamento 14 luglio 1912, n. 854. Non si conoscono i motivi della sospensione, ma è certo che durò pochi mesi, perché dal verbale del 2 giugno 1920 del Consiglio di amministrazione risulta che la Sig.na Olita venne reintegrata nell’incarico, anche se solo per l’insegnamento nella sezione femminile diurna, mentre i proff. Francesco Marchingiglio e Salvatore Culotta continuarono ad insegnare nella sezione serale (maschile). Così la Prof.ssa Olita è presente alla seduta del 25 giugno con il seguente Ordine del giorno: Scrutino finale per gli esami di promozione licenza. Di questa insegnante non è stato possibile reperire altre notizie, né all’interno del Liceo Artistico, né presso gli uffici di Stato Civile del Comune di Cefalù: da ciò può dedursi che non fosse cefaludese.
Tuttavia, nonostante le scarse informazioni, tenuto conto che nei primi anni Diego Bianca Amato fu insegnante unico della scuola e che fu coadiuvato da due docenti solo a partire dall’a.s. 1909/10 per la Cultura generale e per l’aritmetica e geometria, mentre lui continuava ad insegnare Disegno e pratica delle arti, considerato che durante la prima guerra mondiale le attività della scuola subirono rallentamenti e interruzioni, si può dedurre che Elena Olita sia stata la prima donna ad insegnare nella R. Scuola di Disegno professionale.
Il 5 luglio 1921 ha luogo la seduta del Consiglio dei professori per il conferimento dei Premi agli alunni che si sono distinti durante l’anno scolastico 1920-21:
“Il consiglio dei Professori, presa visione della relazione del prof. Paolo Cicero e sentito il rapporto del Direttore Bianca, tenuto presente che la Sig.na Vincenzina Marsiglia è venuta a frequentare la nostra scuola con corredo di studi e con una sufficiente preparazione in disegno a lapis e a penna, delibera di ammetterla fuori concorso per l’assegnazione dei premi e di conferirle, come attestato di lode, una cassetta in legno noce per pittura”.
Ecco le alunne premiate:
Fava Ida, Diploma e Medaglia d’Oro;
Bellipanni Maria, Diploma e Medaglia d’Argento;
vengono elencate altre quattro alunne il cui nome risulta di difficile lettura nel verbale e che potrebbero essere Nicolaj Giuseppina, La Calce Rosalia, Machì Rosaria e Prestisimone Rosaria, Diploma e Medaglia di Bronzo.
Con riferimento al Corso femminile ecco quanto veniva verbalizzato, nel Registro dei verbali del Consiglio di amministrazione, in data 15 settembre 1921:
“Il Direttore inoltre propone al Consiglio di chiedere all’On. Ministero la sistemazione del Corso femminile dividendolo in due Corsi, secondo la relazione presentata al superiore Ministero. Ed il Consiglio di amministrazione: Visto il progresso evidente ed il risultato che ha dato questo Corso femminile, fa caldo appello al Superiore Ministero perché siano accolti i desiderata di questo Direttore, esposti nell’ultima relazione finale”. Il verbale riporta le firme del Presidente del Consiglio di Amministrazione, Giuseppe Cicio, e del Direttore, Diego Bianca Amato.
Così, nel verbale del 27 ottobre del 1921 del Registro delle Deliberazione del Consiglio dei professori, “sentita la relazione del Direttore, il quale previa sua iniziativa tanto si è efficacemente interessato del Corso femminile, che così simpaticamente ha incontrato il plauso dell’intera cittadinanza, visti i risultati ottenuti nei due anni di corso precedente, l’assiduità delle alunne che lo frequentano e il loro numero sempre crescente, si ritiene opportuno che sia data più omogeneità al Corso stesso e si faccia in modo che questo funzioni in maniera tale da essere considerato come parte integrante della Scuola medesima, senza alterarne la compagine. Su proposta del Direttore si è venuti nella determinazione di dividere il Corso in due classi, ammettendo nel primo corso le nuove iscritte e tutte quelle che ancora non sono addestrate nell’arte del disegno; e nel secondo le altre dichiarate meritevoli di frequentarlo, ovvero quelle che abbiano una sufficiente preparazione nel disegno e nelle altre materie teoriche. Si è inoltre pensato che sarebbe addirittura indispensabile dare una generale cultura alle ragazze che frequentano il Corso sia in materie letterarie, sia in scienze matematiche”. Nel verbale seguono i programmi di Disegno ornamentale per la I Classe, Disegno ornamentale per la II Classe, Geometria piana e Geometria solida per la I Classe, Storia letteraria-civile e dell’Arte per la II Classe.
Nel verbale del 27 luglio 1922 del Consiglio di amministrazione viene fatta la proposta di riconfermare gli insegnanti Giovanni Ferrara (Cultura generale) e Salvatore Culotta (Aritmetica e geometria) nel Corso femminile, mentre viene messa in particolare evidenza la prova di assiduità e diligenza del prof. Paolo Cicero (Disegno d’ornato e geometrico) che, probabilmente, aveva sostituito definitivamente la Sig.na Olita, alla quale non si fa più riferimento.
Si ha, comunque, l’impressione che, quando si parlava del corso femminile, il Consiglio di amministrazione volesse tessere le lodi di allieve e insegnanti, come se fosse fiore all’occhiello della scuola. Questo viene, in qualche modo, confermato dalle dichiarazioni contenute nel verbale del giorno 8 luglio 1923, in cui il Consiglio di Amministrazione così si esprime:
“In seguito all’esposizione fatta dal Sig. Presidente Comm. Cicio circa l’insegnamento impartito con zelo e con amore dagli insegnanti della scuola nel corso femminile, su proposta del Consigliere prof. Maranto che fa risaltare la diligenza e l’assiduità del prof. Direttore Bianca e dei prof. Cicero, Ferrara e Culotta, e il profitto tratto dalla scolaresca, propone una gratificazione eccezionale di Lire Cinquecento per ciascuno, da sottoporre per l’approvazione al Superiore Ministero”. (Il Direttore dichiara che in caso di approvazione, lascerà la somma a fondo cassa per una gita d’istruzione della scolaresca).
In data 28 gennaio 1923, si trova l’elenco delle premiate dell’anno scolastico 1921-22:
1° Corso:
Rosso Giuseppina e Rosso Maria, Medaglia di Bronzo e Diploma; Genchi Giuseppina, Cerrito Rosaria, Di Majo Teresa, Santacolomba Rosa (esterna), Diploma.
2° Corso:
Nicolaj Giuseppina, Medaglia d’Argento e Diploma di 1° grado; Bellipanni Maria, La Calce Rosalia e Cefalù Concetta, Medaglia d’Argento e Diploma di 2° grado.
“Il Consiglio dichiara fuori concorso la Sig.na Fava Ida e le conferisce un Diploma di merito unitamente ad una cassetta di pittura”.
Il 1° luglio del 1923 risultano promosse dal I al II corso:
Corsello Maria, D’Anna Rosalia, Garbo Giuseppina, Giardina Rosalia;
risultano licenziate: Di Majo Teresa, Rosso Giuseppina e Maria, Santacolomba Rosa.
Il giorno 12 ottobre risulta promossa al 2° corso, dopo gli esami di riparazione, la sig.na Martino Maria.
Pagina del verbale del Consiglio dei professori del 21 ottobre 1923, in cui si parla del Corso femminile
Nella seduta del Consiglio dei professori del 6 dicembre 1923, il Presidente Diego Bianca Amato dà lettura della seguente lettera del Ministero dell’Economia Nazionale:
In risposta alla nota n. 241 del 23 ottobre 1923 questo Ministero comunica le seguenti osservazioni in merito all’orario predisposto per l’insegnamento in codesta Regia Scuola durante l’anno scolastico 1923-24: […] Per quanto riguarda la sezione femminile che non è serale, occorre che le lezioni di disegno siano integrate opportunamente con lezioni di lavoro e di economia domestica piuttosto che di coltura, dovendo sempre richiedersi per l’ammissione una coltura almeno corrispondente alla VI elementare. |
Evidentemente, il Ministero non considerava indispensabile dare una cultura generale alle allieve, contrariamente a quanto era stato sottolineato qualche anno prima dal Direttore e dal consiglio dei professori della Regia Scuola Professionale di Cefalù.
Di conseguenza, il verbale del 16 dicembre 1923 del Consiglio di amministrazione riporta il seguente Ordine del Giorno: Proposta per una maestra di lavoro.
“Il Presidente fa dare lettura al Segretario di una nota del Superiore Ministero per il riordinamento dell’orario e per stabilire nel Corso femminile lezioni di lavoro e di economia domestica. Il Direttore […] riferisce infine che si sono fatti degli avvisi per il posto della maestra di lavoro.
Presenta quindi la domanda dell’insegnante elementare Sig.na Vincenzina Scalco.
In seguito a che il Consiglio di amministrazione, sentita la domanda della Sig.na Scalco, delibera di proporre al Superiore Ministero la nomina della Sig.na Vincenzina Scalco a maestra di lavoro del Corso femminile di questa R. Scuola professionale per l’anno scolastico 1923-24. […] Il Consigliere Comm. Musso parla dell’importanza dell’insegnamento dell’Economia domestica e raccomanda vivamente che a tale insegnamento si dia la massima cura.
Il Direttore fa osservare al Comm. Musso che l’insegnamento dell’economia domestica ha un programma assai vasto, ma trattandosi per quest’anno di un insegnamento preparatorio, esso viene affidato all’insegnante di Cultura prof. Ferrara. Per l’anno venturo potrà provvedersi con maggiore criterio”.
Nel verbale del Consiglio dei professori del 30 dicembre 1923 sono elencati tutti i programmi previsti per il Corso femminile:
DISEGNO
Per il 1° Corso:
Disegno ornato, impartito dal Direttore prof. Diego Bianca Amato:
1. Esercizi per tracciare a vista ed a mano libera; linee rette, curve, miste. Tracciamento a vista di rette in lunghezza, doppia, tripla di rette date. Divisione a vista di rette date.
Tracciamento a vista di curve parallele.
2. Copia a contorni semplici di foglie e fiori in dimensioni diverse dall’esemplare.
3. Copia a contorni in proporzioni diverse di ornati elementari tratti da modelli a stampa e fotografie.
4. Metodi meccanici per riprodurre un disegno. Punteggiamento, calco, lucido, spolvero, carta trasparente
Disegno geometrico, impartito dal prof. Paolo Cicero:
Conoscenza e uso degli strumenti di disegno. Problemi semplici di tracciamento di rette e angoli. Divisione della circonferenza. Poligoni regolari e staccati.
NOTA: I problemi, prima di essere applicati nel disegno geometrico, verranno spiegati nel corso di geometria intuitiva.
Per il 2° Corso:
Disegno ornato, impartito dal prof. Paolo Cicero:
Copia dal vero a mano libera con effetti d’ombra di solidi geometrici e loro gruppi. Copia a vista dal gesso di maschera, cariatidi, puttini, schizzi di ornati in gesso e di fiori naturali. Principi di pittura all’acquarello e all’olio.
Disegno geometrico, impartito dal prof. Cicero:
Perpendicolari. Figure geometriche con segmenti rettilinei. Tracciamento di curve. Uso della circonferenza. Tangenti. Raccordamenti, ecc. Combinazioni geometriche. Elementi di proiezioni e di prospettiva.
ECONOMIA DOMESTICA, impartita dal prof. Giovanni Ferrara:
Per il 1° Corso:
La pulizia personale: Oggetti da camera attinenti alla pulizia personale ed igiene. Il corpo. I denti. Gli indumenti. I bagni. Le calzature.
La pulizia delle stanze: Riscaldamento e ventilazione. Camini. Stufe. Riscaldamento centrale.
L’acqua e l’igiene: Filtrazioni dell’acqua. Candele filtranti. Acqua potabile. Analisi dell’acqua. Indice di contaminazione. Acque minerali.
La cucina: Attrezzi e stoviglie. Il gas. L’elettricità. Contatori. Lettura di essi. Precauzioni da pigliare usando il gas.
Il bucato: La stiratura. La smacchiatura.
Le compere: I lazzi e i divertimenti. I debiti e i risparmi.
Per il 2° Corso:
Soccorsi d’urgenza: Ferite. Emorragie e sue forme. Fratture. Fasciature. Lussazioni. Scottature. Congelazione. Insolazioni. Punture e morsicature. Fulminazione. Asfissia e sue forme. Respirazione artificiale. Avvelenamenti e contravveleni. Coliche.
Igiene del lavoro: Principali norme dell’igiene industriale. Onere degli industriali e degli operai. Alcolismo. La fatica.
Infortuni del lavoro: Legislazione sul lavoro.
Malattie infettive: I microbi. Profilassi generale. Disinfezione e disinfettanti. Vaiuolo. Morbillo. Rosolia. Scarlattina. Ipertosse. Difterite. Tifo. Rabbia. Tetano. Colera. Tubercolosi. Salubrità dell’aria. Igiene individuale.
Alimentazione: Tabella dei valori nutritivi degli alimenti più comuni. Razione alimentare. Leggi chimiche. Latte. Burro. Olio. Vino. Uova. Zucchero. Pane. Cioccolatte. Caffè. Carne e derivati.
Entrate e uscite: Registrazioni. Contabilità domestica e relativi moduli.
GEOMETRIA. Impartita dal prof. Salvatore Culotta:
Per il 1° Corso:
Sistema metrico decimale. Applicazioni pratiche con svariati esercizi diretti e inversi. Nozioni preliminari di Geometria piana. Definizioni: linee, rette, angoli ecc. Triangoli, quadrilateri, poligoni. Circolo e sue diverse parti. Regole pratiche per misurare la superficie delle figure piane più comuni. Numerosi problemi diretti e inversi applicati a casi pratici.
Per il 2° Corso:
Richiami ed esercizi relativi al calcolo delle superfici. Elementi di geometria solida. Retta e piani. Angoli diedri e poliedri. Cenni sui principali solidi geometrici e regole pratiche per misurare la superficie e il volume. Rapporti e scale di proporzione. Esercizi grafici. Disegno e costruzione dei corpi solidi in cartoni.
LAVORI DONNESCHI, impartiti dalla Maestra Sig.na Vincenzina Scalco:
Per il 1° Corso:
Cucito-Campionario dei principali punti: Filza. Sottopunto. Impuntura. Ribattitura. Sopraggitto. Orlo a giorno. Punto a erba. Punto a croce. Punto inglese. Punto norvegese. Applicazione dei punti imparati nell’esecuzione di lavoro.
Rammendo: di un taglio di tela, di un buco su tela, di un taglio retto su panno, di uno strappo ad angolo. Rammendo su filato a maglia.
Maglieria. Esecuzione di un paio di calze, di una cravatta o di un paio di scarpette ad uncinetto, di un corpettino di lana ad uncinetto o ai ferri.
Taglio: Modelli per il corredino da neonato. Camicia da bambina o da giovinetta.
Per il 2° Corso:
Taglio. Modelli per: Camicia da donna. Mutande. Combinazione semplice. Grembiali. Costumini da bagno.
Cucito: Esecuzione di indumenti in relazione al taglio.
Rammendo: Come per il 1° Corso.
Maglieria: Esecuzione di indumenti seguendo un modello tagliato su carta.
I programmi di Disegno e geometria riprendono, approfondiscono e articolano quelli del 1921; evidentemente sono del tutto nuovi quelli di Economia domestica e Lavori donneschi; sono scomparsi i programmi di Cultura, che nel 1921 erano presenti come Storia letteraria-civile e dell’Arte.
Così nell’anno scolastico 1924/25, è funzionante il Corso femminile completo, articolato in tre classi, secondo i nuovi programmi.
Grazie al Libro Matricola della R. Scuola di Disegno professionale custodito negli archivi del Liceo Artistico “Diego Bianca Amato”, è stato possibile ricostruire le tre classi della sezione femminile, nell’anno scolastico 1924/25.
CLASSE III
Matric. | Cognome e nome | Luogo e data di nascita | Domicilio |
182 | Bellipanni Maria | Cefalù, 07/07/1903 | Via Porto Salvo, 8 |
183 | Di Maio Teresa | Gratteri, 05/09/1908 | Via Mandralisca, 32 |
184 | La Torre Anna | Palermo, 13/01/1911 | Via Porpora, 3 |
185 | Palamara Sofia | Cefalù, 22/04/1904 | Piazza del Duomo |
186 | Rosso Giuseppina | Npoleonville, 18/11/1904 | Via XXV Novembre, 60 |
187 | Rosso Maria | Cefalù, 05/01/1909 | Via XXV Novembre, 60 |
188 | Santacolomba Rosa | Cefalù, 24 febbraio 1906 | Via XXV Novembre, 12 |
202 | Cefalù Concetta | Cefalù, 24/04/1905 | Corso Ruggiero |
Risultano licenziate: Di Maio Teresa, La Torre Anna, Rosso Maria e Santacolomba Rosa. Quest’ultima insegnerà nella Scuola d’Arte di Cefalù Economia domestica a partire dall’a. s. 1937/38, per passare, successivamente, all’insegnamento di Educazione Fisica.
CLASSE II
189 | Garbo Giuseppina | Cefalù, 26/07/1905 | Via Candeloro, 17 |
190 | Guercio Adelina | Cefalù, 18/01/1911 | Via XX Settembre, 47 |
191 | Morello Anna | Cefalù, 19/02/1912 | Via Umberto I, 39 |
192 | Nicolaci Carmelina | Mussomeli, 21/04/1911 | Corso Ruggiero, 39 |
193 | Santacolomba Giuseppina | Cefalù, 22/07/1912 | Via XXV Novembre, 12 |
194 | Santacolomba Maria | Cefalù, 23/01/1910 | Via XXV Novembre, 12 |
Risultano licenziate: Garbo Giuseppina, Morello Anna e Santacolomba Giuseppina nell’anno scolastico 1925/26; Guercio Adelina nell’anno scolastico 1929/30.
CLASSE I
195 | D’Amico Teresa | Milazzo, 19/07/1909 | Via Umberto I, 40 |
196 | Di Vincenzo Lucia | Cefalù, 18/12/1912 | Corso Ruggiero, 44 |
197 | Maggio Domenica | Cefalù, 08/01/1912 | Via XXV Novembre |
198 | Musmeci Elodia | Cefalù, 06/10/1011 | Via Porpora |
203 | Barranco Carmela | Cefalù, 05/03/1013 | |
204 | Congiusta Vincenza | Cefalù, 11/11/1911 | Via Costa |
Risultano licenziate: Di Maggio Domenica, Barranco Carmela e Congiusta Vincenza nell’anno scolastico 1926/27; Musmeci Elodia nell’anno scolastico 1927/28. (Di Elodia Musmeci e Carmela Barranco si parlerà più avanti).
Dall’anno scolastico 1924/25, il corso femminile procede regolarmente articolato nei tre anni ed è possibile, e anche semplice, ricostruire la formazione delle classi. In questa sede si è voluto dare rilievo a quelle che furono le pioniere del Corso femminile della R. Scuola professionale di Cefalù, sia come alunne che come insegnanti
E, appunto, relativamente alle insegnanti, nel verbale del 15 luglio 1925, il Consiglio di amministrazione “ad unanimità delibera di proporre al Superiore Ministero la riconferma dell’incarico del Prof. Genchi Aristide, per la cultura generale nel corso femminile; della Sig.na Maestra Scalco Vincenzina per l’economia domestica e per i lavori donneschi”. Da questo si può dedurre che la domanda prodotta dalla maestra Scalco nel 1923 e la proposta di nomina da parte del Consiglio di amministrazione al Superiore Ministero abbiano avuto esito positivo.
Vincenzina Scalco è stata dunque la seconda donna ad insegnare nella R. Scuola Professionale di Cefalù e, questa volta, non si tratta di una presenza episodica ma costante, documentata, attraverso i verbali del Consiglio dei professori fino all’anno scolastico 1929/30, sostituita solo nella seduta del 7 luglio 1925 da Giuseppina Scalco, come componente della commissione esaminatrice per gli esami di promozione, ammissione e licenza. Ma si può supporre che Vincenzina Scalco abbia insegnato presso la R. Scuola d’Arte di Cefalù almeno fino al 30 settembre 1937 per una sua dichiarazione relativa alla ricezione delle marche assicurative dell’Istituto Nazionale fascista della Previdenza Sociale.
Giuseppina e Vincenzina Scalco erano sorelle, entrambe insegnanti elementari, figlie di Rosario e di Giuseppa Guercio, nate rispettivamente il 19 luglio 1871 e il 26 maggio 1879. La prima è morta a Roma il giorno 11 aprile 1974 (a ben 103 anni: i familiari ricordano ancora la festa per i 100 anni, testimoniata da un medaglione realizzato per l’occasione), la seconda è morta a Cefalù il 5 agosto 1945. Nella documentazione scolastica c’è ben poco relativamente a Giuseppina (è citata solo una volta in un verbale come è stato ricordato sopra), ma il suo nome è presente in un elenco di insegnanti della Scuola d’Arte di Cefalù nella Rassegna illustrata della rinascita siciliana, Rassegna della Sicilia oggi, diretta da Silvestro Casales, Palermo, 1954, numero unico, nell’articolo Cefalù, La scuola statale d’Arte. Nella stessa Rivista non è citata, stranamente, Vincenzina Scalco. Il dubbio è che possa trattarsi di un errore, di uno scambio tra le due sorelle, o, in alternativa, si può supporre che Giuseppina (sorella maggiore) fosse subentrata per qualche anno a Vincenzina, in età avanzata: è comunque certo che Giuseppina Scalco nel 1942, già pensionata, si trasferì a Roma.
Vincenzina Scalco, in prima fila, seduta accanto alla madre
Giuseppina Scalco
Ritornando allo sviluppo cronologico del Corso femminile, nel 1926/27 venne organizzata una piccola mostra in cui venivano esposti manufatti realizzati interamente nei laboratori della scuola, mentre prima le lezioni pratiche si svolgevano spesso nelle botteghe di privati artigiani. La sezione femminile partecipò alla mostra esponendo disegni, dipinti, ricami ed altri “lavori donneschi”. La comunità cefaludese poté rendersi conto di quanto si realizzava all’interno della scuola e dei progressi compiuti nel volgere di pochi anni.
Nella seduta del 19 gennaio 1926, viene verbalizzato quanto segue:
“Il Presidente [Girolamo Maranto], dopo aver dato un cenno alla prodigiosa riforma Gentile che ha portato un alito di vita nuova, propone che nel corso femminile venga istituito l’insegnamento della musica. Il Consiglio approva la proposta del Presidente perché l’istituzione dell’insegnamento della musica tende a portare una nota di gioia nella Scuola e propone che sia rivolta preghiera agli enti che contribuiscono al mantenimento di questa scuola per un maggiore assegno”.
Ancora una volta bisogna sottolineare l’attenzione che gli uomini che componevano il Consiglio di amministrazione rivolgevano al corso femminile. La proposta non ha avuto seguito, ma è bella l’idea della “nota di gioia” da portare nella scuola nelle ore pomeridiane, mentre di sera si continuavano a tenere Corsi per Decoratori, Falegnami, Fabbri ferrai, Scalpellini Muratori e la musica doveva avere ben altri ritmi!
A proposito della “prodigiosa riforma Gentile”, è forse il caso di accennare in questa sede al fatto che nel 1923 ebbe inizio l’esperienza dei Licei femminili, esperienza che si concluse nel volgere di pochi anni, nel 1928.
Nel verbale del 27 aprile 1928, viene espressa la volontà di riconfermare per l’insegnamento della Dattilografia (il Corso era stato avviato nell’anno scolastico 1926/27) la prof.ssa Maria Giardina, altra figura di insegnante donna nella Regia Scuola professionale dei primi decenni del secolo. Se in questa occasione non si sono cercate notizie sul suo conto, è solo perché si privilegia l’aspetto relativo ai “lavori donneschi” e a quello pittorico-laboratoriale.
Quando nel 1929 il Direttore Diego Bianca Amato venne collocato a riposo per raggiunti limiti d’età, il Ministero nominò il Prof. Giacomo Cusumano, già Direttore della Scuola d’Arte di Comiso.
Egli si impegnò soprattutto nella ricerca di una nuova sede, più confacente alle caratteristiche di una scuola sempre più dinamica e frequentata: i nuovi locali furono quelli che erano stati già adibiti a Distretto Militare e che, successivamente, avranno l’accesso autonomo da Via XXV Novembre. Inoltre si preoccupò di dare un nuovo impulso all’insegnamento e alla promozione culturale, arricchendo la biblioteca e introducendo un corso straordinario per la lavorazione artistica della pietra e del legno, del ferro battuto, dello stucco e, per la sezione femminile, un corso di taglio e cucito. Ecco il documento ministeriale, tratto dall’opera già citata di Ettore Martini:
LETTERA MINISTERIALE N. 2740 AL DIRETTORE DELLA SCUOLA, CHE AUTORIZZA IL CORSO DI ESERCITAZIONI FEMMINILI
Roma, 17 giugno 1932 – X Questo Ministero autorizza la S: V. ad istituire presso codesta Scuola un corso straordinario pratico per l’intaglio del legno ed in pietra, ferro battuto, stucco, taglio e cucito. Per il Ministro |
Specialmente notevole l’elargizione della somma di £. 10.000, da lui fatta nel 1932, per un corso straordinario pratico per l’intaglio in legno o in pietra, per la lavorazione del ferro battuto e dello stucco, e per il taglio d’abiti e il cucito” (Ettore Martini, op. cit.).
Nel 1937 divenne Direttore lo scultore Girolamo Coco e la R. Scuola professionale fu trasformata in Scuola Statale d’Arte. Egli rese i locali indipendenti con l’ingresso da Via XXV Novembre; trasformò una parte del cortile in aula per l’insegnamento della Plastica e la sala che prima era adibita a questa disciplina divenne un attrezzato laboratorio femminile. Un ambiente venne trasformato in cucina, per l’insegnamento pratico di Economia domestica.
Nell’anno scolastico 1939/40 la scuola venne trasformata da serale a diurna e venne istituito il primo corso misto, maschile e femminile, per le discipline comuni, con lezioni che si svolgevano in orario antimeridiano.
In quegli anni la sezione femminile si distingueva, in particolare, per i manufatti realizzati nel tradizionale sfilato siciliano.
Interessante, comunque, rendersi conto degli obiettivi che la scuola si prefiggeva, agli inizi degli anni Quaranta, relativamente alla formazione delle ragazze:
“La donna viene avviata naturalmente verso le attività che le sono proprie, considerando che se alcune allieve sono destinate a diventare laboriose artigiane, altre si limiteranno a diventare buone donne di casa, e si cerca perciò di avviarle tutte a diventare delle degne compagne dell’uomo” (Ettore Martini, op. cit.).
La sezione femminile fu frequentata, dunque, dall’anno scolastico 1924/25, anche da due giovanissime ragazze che diventeranno, a partire dagli anni Quaranta, insegnanti nella stessa scuola, trasformata intanto in Scuola Statale d’Arte e poi Istituto Statale d’Arte: Elodia Musmeci, di Camillo e Fatta Caterina, nata il 6 ottobre 1911 a Cefalù, e Carmela Barranco, di Filippo e Alascia Salvatora, nata a Cefalù il 5 marzo 1913. Entrambe conseguirono il Diploma di Licenza della “R. Scuola Professionale Regina Margherita” (questa la nuova denominazione della scuola a seguito del Decreto del 6 maggio 1926, con il quale Vittorio Emanuele III stabiliva che la R. Scuola Professionale di Cefalù fosse intitolata al nome di “Regina Margherita”, dopo che nella seduta del 19 gennaio 1926, “il Presidente [Girolamo Maranto], prima di mettere in discussione il bilancio del 1926, sente il bisogno imperioso di commemorare la scomparsa della prima regina d’Italia, di S. Maestà Margherita di Savoia. Rievoca la virtù fulgida dell’Augusta Donna e, dopo averne intessute le lodi, propone che la scuola porti il nome dell’Augusta Regina“).
ELODIA MUSMECI: LAVORI DONNESCHI – SEZ. RICAMO
Elodia Musmeci conseguì, come già accennato, la Licenza nell’anno scolastico 1927/28: nel certificato di Licenza risultano le seguenti discipline, valutate singolarmente: Italiano scritto e orale, Storia e Geografia, Diritti e doveri, Matematica, Disegno, Lavori donneschi, Economia domestica. Da questo, si può dedurre che il piano di studi del Corso femminile fosse nuovamente cambiato, vista l’introduzione di Italiano, Storia e geografia e Diritti e doveri.
Certificato di Licenza di Elodia Musmeci, a. s. 1927/28
Il 1° novembre 1948 ebbe il primo incarico per l’insegnamento di Lavori donneschi, sez. Ricamo, in quella che era diventata la Scuola Statale d’Arte di Cefalù.
In posizione centrale le professoresse Elodia Musmeci e Dorotea Panzarella: tra gli alunni, la prima da destra in piedi è Rosa Culotta (che ha fornito la foto)
e poi, in posizione sparsa, sono riconoscibili Salva Genchi, Melina Saja (futura insegnante dell’Istituto d’Arte) e Benedetto Morello.
Foto sulla terrazza della sede di Via XXV Novembre.
In piedi, da sinistra Enza Di Fatta, Leda Di Paola, Pina Garbo, Dora Di Fatta, Prof.ssa Elodia Musmeci, Prof.ssa Dora Vazzana, Carmela Saja, Rosa Saja.
In basso, da sinistra, la prima, purtroppo, non identificata, Angela Di Noto, Maria Ilardo e Rosa Culotta.
Nel 1959 risultò vincitrice del concorso per esami e colloquio per il passaggio nei ruoli ordinari della scuola D.M. 30/09/59, per l’insegnamento di Arte applicata per il merletto e il ricamo. Nella domanda di partecipazione al concorso, Elodia Musmeci, dichiarò i seguenti titoli: Copia notarile del Diploma di licenza della Scuola professionale “Regina Margherita di Cefalù”- a. s. 1927-28 e Copia notarile Diploma di abilitazione quale tagliatrice del 6 maggio 1947. Poiché questi documenti sono stati ritirati da scuola dalla stessa Musmeci, non è possibile risalire all’ente che ha rilasciato il secondo titolo.
Come titoli e documentazione artistica dichiarò: Diploma di partecipazione alla XVII Mostra mercato Artigianato di Firenze Aprile- maggio 1953; Diploma di partecipazione alla XIV Fiera di Messina – Padiglione dell’Artigianato Agosto 1953; Diploma di partecipazione alla XVIII Fiera Mostra Mercato Internazionale dell’ Artigianato di Firenze Aprile- maggio 1954; Album con n. 19 fotografie di lavori vari eseguiti presso la Scuola Statale d’Arte di Cefalù.
Elenco dei titoli e documentario artistico di Elodia Musmeci
La sig.ra Liliana Parla, nipote acquisita di Elodia Musmeci, la ricorda in conversazione con Bartolo Martino, docente di Disegno geometrico e architettonico, e con Girolamo Coco, direttore della scuola. Parlavano spesso della Scuola d’Arte, della sua crescita, delle sue prospettive e in generale di attività artistiche e di laboratorio.
Due immagini di Elodia Musmeci
Liliana Parla descrive la zia, sulla base dei suoi ricordi di giovane ventenne, come una donna solare, aperta agli altri e generosa, sempre positiva nei confronti della vita, anche quando questa le ha riservato le sofferenze della malattia che l’ha condotta alla morte, il giorno 11 marzo del 1970, a 58 anni.
Il suo temperamento, dolce e allegro, è espresso magnificamente in quello che può considerarsi un autoritratto più psicologico che realistico della Musmeci.
Autoritratto di Elodia Musmeci
CARMELA BARRANCO SUBENTRA A THEA BARGHINI: LAVORI DONNESCHI – SEZ. TAGLIO E CUCITO
Carmela Barranco conseguì il Diploma di Licenza della R. Scuola professionale Regina Margherita nell’anno scolastico 1926/27.
Diploma di Licenza della R. Scuola Professionale di Cefalù di Carmela Barranco, a. s. 1926/27
Nel 1933 ottenne il Certificato di abilitazione all’insegnamento del metodo De Benedetti, scuola di Taglio e confezione di abiti femminili, biancheria e modisteria fondata dalla prof.ssa Virginia De Benedetti nell’anno 1888, con sedi a Roma, Milano, Genova e succursali in tutte le città del Regno.
Certificato d’abilitazione all’insegnamento del Metodo DeBenedetti rilasciato a Carmela Barranco nel 1933
Certificato di profitto rilasciato nel 1933 dalla Scuola di taglio e confezione – Metodo DeBenedetti a Carmela Barranco.
Componente della commissione esaminatrice: Thea Barghini
Nel 1943 presentò la sua prima domanda d’insegnamento nella R. Scuola professionale di Cefalù, ma aveva già prestato servizio presso il R. Liceo Ginnasio “Mandralisca” di Cefalù, quale “Istitutrice incaricata del lavoro di taglio e cucito delle squadre femminili” nell’anno scolastico 1941-42 (esattamente nel mese di febbraio 1942 e dal 1° maggio 1942 alla fine delle lezioni, sia nelle classi I e II media, che in quelle ginnasiali e liceali, come è attestato dal certificato di servizio, firmato dal Preside f. f. Giuseppe Ortolani) e presso la R. Scuola secondaria di Avviamento professionale “Nicola Botta” di Cefalù per l’insegnamento di lavori femminili dal 1° aprile 1942 al 30 settembre 1943 e nel gennaio 1944.
Domanda di insegnamento di Carmela Barranco
Ottenne la prima nomina per l’insegnamento di Lavori donneschi nel gennaio del 1944, come supplente di Thea Barghini.
Di quest’ultima non si hanno molte notizie: nel 1933 è stata componente della commissione esaminatrice per il rilascio del suddetto certificato per l’insegnamento di taglio e confezioni di Carmela Barranco ed è citata nella Rassegna illustrata della rinascita siciliana, Rassegna della Sicilia oggi già citata. L’autore afferma: “Insegnanti di materie artistiche e tecniche della Scuola Statale d’Arte di Cefalù sono stati, ed alcuni lo sono ancora, i sigg. Diego Bianca Amato, Ciro Monteleone (disegno), Luigi Gussio (capo d’arte sez legno), Paolo Cicero (disegno), Giuseppina Scalco (maestra di laboratorio), Salvatore D’Amore (disegno), Antonino Flaccomio (Capo d’arte sez. legno), Tea Barghini (maestra di laboratorio), Giuseppe Brocato (Capo d’arte sez, metalli), Carmela Barranco (maestra di laboratorio sez. abbigliamento), Elodia Musmeci (maestra di laboratorio sez. ricamo), Paolo Consiglio (disegno ornato e professionale), Martino Bartolomeo (disegno scientifico) e Girolamo Coco (plastica).
A tutti giunga dalla nostra Rassegna il plauso per i successi ottenuti e l’augurio di una affermazione sempre maggiore”.
Sicuramente Thea Barghini dovette insegnare per parecchi anni nella Scuola d’Arte di Cefalù: nel Registro dei certificati rilasciati dalla scuola, risulta che il 21 ottobre 1938 e il 16 settembre1939 le vennero rilasciati certificati di servizio per uso Abbonamento ferroviario. In questo registro risulta anche il suo nome da coniugata: Sideli. Si può supporre, sulla base dei cognomi, che Thea Barghini fosse di origine lombarda (questo spiegherebbe anche la sua presenza nella Commissione d’esame del metodo De Benedetti, nel 1933), coniugata con un siciliano e residente in un Comune tale da permetterle di viaggiare in treno per raggiungere Cefalù (negli uffici del Comune di Cefalù non risulta nulla che si riferisca a Thea Barghini).
Dunque, Carmela Barrranco assunse servizio nella Scuola d’Arte nel gennaio 1944 e vi prestò la sua attività lavorativa fino al 1978.
Carmela Barranco in una foto del 1949: indossa un cappotto di sua realizzazione
Alcuni suoi lavori:
Merletto all’uncinetto
Centrino all’uncinetto
Particolare di un copriletto realizzato all’uncinetto
Corpetto all’uncinetto
Quadretto lavorato a Cinquecento
Ecco un sentito ricordo dei figli:
[…] Tante altre cose, di sua manifattura, ce le ricordiamo, ma non le possediamo più. Lei era molto generosa e, anche se era legata alle sue “creazioni”, con grande disponibilità, le regalava ad amici, a parenti, che ne rimanevano felici, almeno quanto lei nel donarli. Io e i miei fratelli, siamo molto dispiaciuti (ed ormai rassegnati a non poterla più “rispolverare”) di non aver potuto avere la gioia di ritrovare una foto che qualcuno ha visto e che era in possesso di una signora (ormai non più in vita), allieva della Scuola d’Arte (probabilmente alla fine degli anni Quaranta), nella quale erano ritratte nostra madre e un gruppo di allieve, sedute sulla terrazza della sede di via XXV novembre, durante l’ora di insegnamento di taglio e cucito. Sarebbe stato un “momento” di vita culturale da scrutare ed ammirare nei minimi particolari, nell’ambiente che le circondava, nell’azione che stavano realizzando e nei loro volti che immagino attenti e appassionati. Lei, nonostante la sua timidezza, è sempre stata determinata nella ricerca di un lavoro che le consentisse, non solo una sicurezza, ma anche una soddisfazione, perché la sua passione era sempre stata la Sartoria e desiderava svolgere quella attività. Sin da giovane, per anni, prima di intraprendere l’insegnamento, è stata la sarta delle famiglie più in vista di Cefalù, realizzando dagli abiti semplici a quelli di occasione, e perfino abiti da sposa. Era ricercata e stimata per le sue creazioni di alta classe, per la sua puntualità, esattezza e raffinatezza. Date le sue capacità e l’impegno che dedicava al suo lavoro, avrebbe potuto affermarsi ulteriormente, ma la sua indole di donna timida e, soprattutto, modesta, le tarpò un po’ le ali. Nel mondo della scuola, preferì riservarsi un angolino tutto suo, nel quale, da buona volenterosa, modesta, piccola artigiana, dava il meglio di sé, insegnando le regole con la medesima passione con la quale le aveva apprese, senza mai mettersi in evidenza, ma riuscendo nel suo intento di ben porgere l’arte che aveva maturato. La sua modestia è stata ammirevole e mai ha ostentato nulla, anche se è stato rilevato che parte del successo della Scuola in quel periodo, assieme a quello degli altri colleghi pionieri, è dovuto anche alla sua piccola e modesta opera, allorché ha dato modo a quella istituzione di progredire, grazie al seppur contenuto afflusso di figure giovanili, che avevano volontà di imparare il mestiere della Sartoria. |
Carmela Barranco è morta ad 81 anni, nel 1994.
Bisogna sottolineare che, inizialmente, il titolo per le insegnanti di lavori donneschi era quello di “maestra di laboratorio”, funzione che non rientrava nel personale docente, ma in quello tecnico.
L’espressione “lavori donneschi” continuerà ad essere utilizzata nel programma della scuola d’Arte di Cefalù almeno fino al 1951: ciò è testimoniato da un certificato di servizio della prof.ssa Carmela Barranco presente nel suo fascicolo personale, conservato negli archivi del Liceo Artistico “Diego Bianca Amato”. Da tale certificato si rileva che dal 1944 al 1947 la Barranco fu nominata per l’insegnamento di Lavori donneschi; dal 1948 al 1950 per l’insegnamento di Lavori donneschi – taglio e cucito; dal 1951 al 1954 per l’insegnamento di Esercitazioni di Laboratorio – taglio e cucito; dal 1955 al 1956 per Esercitazioni di Laboratorio – Abbigliamento; dal 1957 al 1967 per l’insegnamento di Arte applicata – Abbigliamento; dal 1968 al 1977 per Arte Applicata – Ricamo e merletto. L’evoluzione del linguaggio mostra le trasformazioni che avvenivano nella società italiana e nella scuola nel modo di considerare l’istruzione femminile.
Intanto, nel 1954, la Scuola Statale d’Arte di Cefalù era diventata Scuola Statale d’Arte di secondo grado. La scuola divenne Istituto Statale d’Arte con D.P.R del 12 settembre1967; nell’anno scolastico 1969/70 furono introdotti i corsi biennali di perfezionamento da frequentare dopo il conseguimento, alla fine del triennio, del Diploma di Maestro d’Arte. L’istituzione di detti corsi era stata autorizzata con Circolare Ministeriale del 17 ottobre 1966 e successive; dal 1970 e con conferma del D. M. 10/02/72 i corsi biennali ebbero l’articolazione disciplinare e il monte ore complessivo dei corsi ordinamentali in via di esaurimento, a seguito della Riforma Gelmini. Tutti i corsi che abbiamo esaminato possono considerarsi gli anticipatori di quella che è stata per tanti anni la sezione “Arte del Merletto e del Ricamo”, diventata oggi, con l’ultima riforma di riordino dei Licei, “Design del tessuto”.
RINGRAZIO:
- il Dirigente Scolastico, Giuseppina Battaglia, per la libertà di movimento che mi concede;
- il D.G.S.A. Maria Ranzino e il personale di segreteria per avermi ‘supportata’ e ‘sopportata’;
- i colleghi che a vario titolo mi hanno aiutata;
- l’amica Elena Brocato, per essersi lasciata coinvolgere nella ricerca, diventando la mia referente per il Comune di Cefalù;
- gli eredi ‘delle donne della mia ricerca’, per avermi fornito materiali fotografici e preziose informazioni: Salva Genchi, nipote di Giuseppina Scalco; la nipote di Elodia Musmeci, Liliana Parla; i figli di Carmela Barranco, in particolare Pina Cardali che ha creato una rete di relazioni e un tessuto di informazioni;
- gli amici Renato Calabrese e Rosario Vizzini, per avere respirato insieme a me ‘la polvere di un tempo lontano’;
- mio nipote Gianfranco D’Anna, per essersi lasciato sommergere dalle mie infinite e-mail e per il lavoro di pubblicazione in rete.
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Commenti
Gianfranco D'Anna -
Un invito
A nome di Rosalba Gallà, invito, chiunque dovesse riconoscere nei nomi citati o nelle immagini pubblicate una persona conosciuta a fornire informazioni e documenti di vario genere, in particolare sulle allieve ed insegnanti degli anni ʹ30.
Potrete inviare il materiale in vostro possesso all’indirizzo e-mail info@qualecefalu.it
Quale Cefalù -
In ricordo dell’Insegnante Lina Barranco
Riceviamo e pubblichiamo:
Un tratto indelebile
Un soffio di vento e riaffiorano i ricordi, come quando in autunno cadono le foglie, il vento le fa volare e le ritrovi ai tuoi piedi.
Molto lontani sembrano quei tempi, ma coi ricordi tutto sembra più recente. Ricordo la mia fanciullezza, profumo di quei tempi che non tornano più...
Momenti indelebili attraversano la mia mente, gioiosi e spensierati, ma altrettanto difficili. Tanti obbiettivi, molti sacrifici, affrontati giorno dopo giorno, come fosse stata la cima di una montagna da scalare.
Io ce l’ho fatta a scalarla, a raggiungere quella cima che con paura e molto scoraggiamento guardavo dal basso. Devo dire grazie a me stessa, alla mia determinazione, alla mia voglia di andare avanti sempre e comunque, nonostante le varie difficoltà e turbolenze che il viaggio della nostra vita ci riserva dietro l’angolo. Devo ringraziare la mia famiglia, che nonostante la crisi economica ha fatto sì che io potessi realizzarmi per la vita; ed un immenso grazie lo devo a te, Carmelina Barranco, o meglio Lina, per il tuo carattere semplice e genuino, ora mi permetto di darti del tu, prima non potevo. Un esempio sei stata per me; mi hai insegnato cosa significasse l’umiltà, la disponibilità, la voglia di regalare un sorriso a chiunque e sempre, anche quando hai voglia di buttare giù un fiume di lacrime. Non sei stata solo una brava insegnante, una di quelle che guardano i propri alunni da dietro una rigorosa cattedra, tu ci guardavi come dei figli, ascoltavi i nostri problemi, le nostre necessità, le infinite difficoltà che a quei tempi ci condizionavano. Ancora oggi, come ieri ti tengo in una piccola parte del mio cuore custodendo gelosamente un tuo registro, non so perché, ma non ho mai avuto il coraggio di buttarlo via... Ogni volta che lo apro e leggo qualche riga, mi prende un po’ di nostalgia, mi rubi un malinconico sorriso. Sei stata una grande donna, una persona meravigliosa, non puoi che guardarmi da lassù e con orgoglio, come quando io guardo il cielo e rivedo te, come uno dei raggi di sole che ha illuminato il sentiero della mia vita.
Rosa Culotta
Quale Cefalù -
Un'antica foto relativa al Corso femminile
Allo stato attuale della ricerca, è la più antica foto relativa al Corso femminile della Regia Scuola Professionale di Cefalù.
Dalla Fototeca Varzi - Cefalù, per gentile concessione di Sandro Varzi
Rosalba Gallà -
Ipotesi sulla fotografia del Corso femminile
La foto è stata scattata nei locali dell’ex convento dell’Itria, dove si svolsero le lezioni della Scuola Professionale di Disegno, poi R. Scuola Professionale, dall’anno scolastico 1909/10 al 1930/31, quando la scuola si trasferì nei locali dell’ex distretto militare, in Via XXV Novembre. Poiché sono ben visibili la scritta R. S. Professionale <<Regina Margherita>> Cefalù e il ritratto della sovrana, la foto è successiva al 6 maggio 1926 (giorno in cui, con Decreto di Vittorio Emanuele III, si stabilì che la R. Scuola Professionale di Cefalù fosse intitolata alla Regina Margherita), mentre, come limite temporale massimo, potrebbe considerarsi l’anno scolastico 1930/31, visto che sono riconoscibili i locali dell’Itria: ma se l’uomo collocato al centro fosse Diego Bianca Amato, come sembra, la foto dovrebbe essere relativa ad un periodo precedente il mese di settembre 1929, periodo a cui si riferiscono gli ultimi documenti scolastici firmati da Diego Bianca Amato, sostituito nei mesi successivi dal nuovo Direttore, Giacomo Cusumano.
Per quel che riguarda gli altri soggetti raffigurati nella foto, le uniche due donne citate nei verbali di quegli anni sono Vincenzina Scalco, insegnante di Lavori donneschi ed Economia domestica, e, per gli anni scolastici 1927/28 e 1928/29, Maria Giardina, insegnante di Dattilografia: la prima potrebbe essere la donna a sinistra (in base al confronto con un’altra foto) e la seconda, conseguentemente, quella a destra. In questo modo l’arco temporale della foto si restringerebbe ai due anni scolastici 1927/28 e 1928/29.
Con una certa sicurezza, derivante dal confronto con un autoritratto e con qualche altra foto, in cui era però molto giovane, si può affermare che l’uomo accanto alla ipotetica Vincenzina Scalco sia Paolo Cicero, pittore di Castelbuono e insegnante di Disegno nella scuola per diversi anni. Gli altri insegnanti in quegli anni erano: Giovanni Ferrara (Cultura), Salvatore Culotta (Aritmetica e Geometria), Ciro Monteleone (Plastica) e Aristide Genchi (Cultura?): poiché l’arch. Salvatore Culotta, che ringrazio per la collaborazione, nipote del professore omonimo, non riconosce il nonno nella foto, si potrebbe pensare a due degli altri tre, salvo ipotizzare che potrebbe trattarsi di altre figure presenti nella scuola di quegli anni, come il Capo Officina Salvatore Majo, sostituito nel 1928 da Luigi Gussio (ma escluderei questa ipotesi, trattandosi del Corso femminile), o il segretario economo Rodrigo La Calce, o il Cav. Filippo Agnello di Ramata che, nei due anni di riferimento, svolgeva la funzione di Commissario governativo per la temporanea amministrazione della scuola, precisamente a partire dal 26/09/1927 (a seguito dello scioglimento del Consiglio di Amministrazione presieduto dal Comm. Girolamo Maranto) e fino alla costituzione del nuovo Consiglio nel giugno 1929, presieduto dallo stesso Cav. Filippo Agnello.
L’uomo in divisa che regge la bandiera potrebbe essere il bidello, sig. Giuseppe Majo, che in quegli anni aveva sostituito il sig. Di Bella.
E’ evidente che si tratta di ipotesi che possono rivelarsi errate: chiunque dovesse riconoscere i soggetti presenti nella foto (anche fra le alunne) può darne comunicazione a questo blog scrivendo a info@qualecefalu.it.
Riporto la composizione dei due Consigli di Amministrazione, l’uno immediatamente precedente e l’altro immediatamente successivo, ai due anni di riferimento:
ANNI 1924/25, 1925/26 E 1926/27
Presidente: Comm. Girolamo Maranto; Vice Presidente: Comm. Dott. Ignazio Maggio; Componenti: Grande Uff. Avv. Salvatore Giardina, Cav. Giuseppe Pernice, Prof. Giuseppe Chimienti, Prof. Giuseppe Matassa, Sig. Avv. Gestivo, Avv. Salvatore Misuraca; Direttore e Segretario: Diego Bianca Amato.
DAL 20/06/1929
Presidente: Cav. Filippo Agnello di Ramata; Vice Presidente: Notaro Stefano Pernice; Componenti: Cav. Avv. Nicolò Agnello, Avv. Ignazio Cassata, Cav. Avv. Giuseppe Garbo, Dott. Vincenzo Russo, Cav. Gaetano Gargano, Dott. Salvatore Traina; Direttore e Segretario: Diego Bianca Amato.
Rosalba Gallà
Rosalba Gallà -
Scolaresca in gita
Scuola d'Arte. Scolaresca in gita con Mons. Quagliana e la Prof.ssa Elodia Musmeci. Il secondo in piedi da sinistra, con il fiasco in mano, è Giuseppe Forte.
Foto di Antonio Barracato, inviata da Pina Cardali
Rosalba Gallà -
Conversazioni estive
CONVERSAZIONI ESTIVE
di Rosalba Gallà
Può capitare d’estate di trascorrere qualche ora del pomeriggio nella casa di villeggiatura di amici a conversare, ricordando esperienze, eventi, persone care.
Così è successo in campagna da Giuseppe Forte e Anna Biferi, insieme a Melina Saja e Patrizia Di Fatta: qualche ora a scambiare ricordi di scuola, ricordi dell’Istituto d’Arte di qualche tempo fa. D’altra parte, Giuseppe Forte è stato alunno e insegnante dell’attuale Liceo Artistico, Anna Biferi vi ha insegnato Laboratorio di “Merletto e ricamo” a partire dal 1967/68, Melina Saja è stata alunna e poi, a partire dal 1968/69, docente di Disegno professionale e, in particolare, è stata insegnante di Patrizia Di Fatta, attuale docente di Progettazione Tessuto. Di che cosa si poteva parlare, se non di scuola? Tenuto conto che Melina Saja, a sua volta, è stata alunna di Elodia Musmeci, il percorso si conclude, in questo caso, attraverso tre generazioni di docenti di discipline dello stesso indirizzo artistico (visto il contesto, quella veramente fuori posto ero io!).
Melina Saja ha ricordato la sua insegnante come una donna sempre sorridente ed elegante, aperta al dialogo con le allieve e pronta alla comprensione. Come docente aveva uno stile moderno: non imponeva mai gli argomenti, ma condivideva la scelta con le alunne, in un’atmosfera distesa e caratterizzata dalla collaborazione.
Tornando a scuola, io e Patrizia, aiutate dai suggerimenti di Mimma Mazzola (anche lei alunna e poi docente di Laboratorio Tessuto dell’Istituto d’Arte) abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo identificato i lavori realizzati nei primi anni Sessanta nel Laboratorio dove svolgeva la sua attività Elodia Musmeci: si tratta di pannelli con ricamo a Cinquecento su seta, beni patrimoniali dell’Istituzione scolastica.
(Foto di Rosario Vizzini)