4 Maggio 2022, 16:57 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Stamattina alle 8,30 ho ricevuto il seguente messaggio: “Come pensavo Vicari e Abbate pescano nello stesso elettorato gli daranno inmano di nuovo questo paese (allude al gruppo Lapunzian) siete tutti complici.”
Ora, a parte che l'autore del messaggio non ha detto come ha intenzione di votare, per cui posso soltanto dedurre, dal testo riportato fra virgolette, che dei tre candidati alla carica di sindaco egli esclude quello espressione dell'Amministrazione uscente, ma non dice quale degli altri due egli voterà.
Riflettiamo quindi sull'accusa di complicità, rivolta anche a me, vista la seconda persona plurale. E quale, di grazia, sarebbe la mia complicità? Non avendo avuto alcuna voce in capitolo sulla decisione dei candidati Vicari e Abbate, non mi si può addossare alcuna responsabilità. A meno che essa non derivi, secondo il giudizio dell'autore, dalla mia decisione di votare per uno dei due candidati. Una decisione espressa chiaramente e senza reticenze.
Ma questa decisione non rappresenta certamente una colpa di complicità. Il non dichiarare la propria scelta, invece, come fa l'autore del messaggio, è una vera complicità. Una complicità nel nascondere quella che sarà la sua preferenza, forse per non esporsi alle critiche di chi non la condivide o, peggio ancora, per salire con una falsa purezza nel carro del vincitore. Questo nel caso che vincitore dovesse risultare uno dei due candidati che “pescano nello stesso elettorato”. Se invece tale doppia candidatura consentisse la vittoria del candidato sostenuto dall'amministrazione Lapunzina, egli potrebbe dire, sempre con falsa purezza, che l'aveva previsto.
Da buon cittadino rispettoso della volontà degli altri cittadini egli dovrebbe accettare le loro scelte, non subordinandole al desiderio, più o meno giusto, di sconfiggere un avversario. Le elezioni si fanno per affermare una propria visione del futuro e non per sconfiggere qualcuno, magari alleandosi con il solo scopo di vincere e non per una comune visione.
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