2 Maggio 2022, 01:30 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Michel Eiquem, signore di Montaigne, ci aveva già ammonito in merito alla prima finalità dell’insegnamento: “è molto meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.
Le teste ben fatte permettono di affrontare con successo le numerose sfide globali, resistendo all’onda d’urto delle pandemie, dei conflitti planetari e delle incipienti tensioni sociali. Diversamente le teste ben piene finiscono per essere bombardate da informazioni, che valgono solo nell’immediato e quindi si è incapaci di trattenerle, analizzarle correttamente, collegarle o metterle in relazione, per cui risultano incapaci di esprimere pensieri critici, coerenti e compiuti.
È proprio questo quel che avviene con il bombardamento televisivo ad opera di “teste ben piene” di conduttori e giornalisti sui problemi complessi della società. Si pensi ai tanti commenti sulla pandemia o sulla invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Se poi abbandoniamo le televisioni e scendiamo terra terra ai problemi altrettanto complessi di Cefalù, ricavo lo stesso giudizio: tante teste (forse e comunque non sempre) ben piene fra i candidati, ma non sempre ben fatte, tutte con la certezza di conoscere bene le soluzioni, che non esprimono però con pensieri coerenti e compiuti. E visto che la scuola ormai da mezzo secolo non crea molte “teste ben fatte”, a giudicare i candidati sono altre “teste ben piene”, che sono incapaci di discernimento e, rimanendo confuse di fronte alla complessità dei problemi, si affidano alle impressioni o magari a sospetti malevoli per giudicarli.
Ancora una volta soltanto un miracolo potrà salvare Cefalù da tutte queste teste piene!
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