11 Dicembre 2021, 16:59 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
L'archètipo degli esercizi di disegno sulla fermata sotterranea di Cefalù è made in Cefalù. E’, infatti, la tesi di laurea dell'allieva architetto Valeria Piazza, nostra concittadina ed attuale Consigliera comunale.
L'esercizio di Valeria prevedeva:
- l'accesso alla stazione sotterranea attraverso una galleria, con la pianta a forma di baionetta e lunga oltre 250 metri, con imbocco nel muro, che delimita, lato monte, la piazza Bellipanni;
- un parcheggio multipiano per bus e autoveicoli con accesso carrabile attraverso una rampa di collegamento della via Pietragrossa al piano dell'attuale stazione;
- un parco lineare tra il passaggio a livello di Gallizza ad ovest e l'imbocco dell'attuale galleria ferroviaria ad est.
Quell'esercizio, alla fine degli anni 90, fu fatto proprio dal Comitato "Cefalù Quale Ferrovia", che lo propose alle Ferrovie, affinché Cefalù avesse una stazione in centro.
Una stazione sul "modello di quella di Sanremo" e "non una stazione qualsiasi", che le Ferrovie avevano previsto ad Ogliastrillo e che, ad Ogliastrllo, sarebbe stata potuta essere come quella di Giancaldo.
Una stazione, per di più, con "ingresso dalla piazza commerciale più importante di Cefalù".
Le espressioni virgolettate sono quelle che vennero usate per presentare e propangandare l'esercizio di Valeria.
Un esercizio, verso il quale ho tutto il rispetto che merita per la teleologia che lo ha ispirato e che, come tesi di una laureanda in architettura ci stava tutto, non fosse altro che per la suggestione di elevare Cefalù al rango della Città dei fiori e del festival della canzone, con una fermata sotterranea e per di più sotto un parco urbano.
Un esercizio, che, personalmente, ho ritenuto assolutamente inadeguato, senza averlo visto e solo per averne ascoltato la trionfalistica presentazione fatta dal predetto Comitato sulle frequenze di Radio Cammarata.
Le ragioni della inadeguatezza, sulle quali potrei aggiungere tante pagine a quelle che ho già scritto, in estrema sintesi sono le seguenti:
- l'impossibilità di realizzare la galleria d'accesso con l'imbocco in fondo alla Piazza Bellipanni.
Cioè in un ambito, che per quanto di uso pubblico, per essere pedonale, non può essere attraversato dai mezzi meccanici necessari per realizzarla.
A meno che tali mezzi non si riducano a "pala, picu e carriuola";
- l’impossibilità di realizzarla per la idregeologia del sottosuolo interessato, che è la stessa del suolo che dovrebbe essere interessato da quelle che, negli ultimi esercizi, sono la galleria di accesso alla fermata, la galleria di sfollamento e la galleria del mezzanino;
- la necessità che Cefalù aveva, ed ha, di sfruttare la strada ferrata che andrà dismessa, non già col parco lineare disegnato da Valeria, ma con un asse viario, che, dall'attuale passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, potrà fungere da "circonvallazione interna".
Almeno e non solo, per i bus che, nei giorni di scuola, intasano la via Gramsci, la piazza della stazione e la Via Moro, sino a paralizzarne la circolazione.
Bus che arriverebbero al parcheggio direttamente da Gallizza dopo aver percorso qualche centinaio di metri e che Valeria, nel suo disegno, ha previsto vi arrivino, dopo avere imboccato la Via De Gaetani, a Santa Lucia, e percorso il tragitto, lungo più di due chilometri, che ho segnato in rosso nella planimetria che segue, attraverso una rampa con l’imbocco nel tratto più stretto della Via Pietragrossa, lungo il quale il passaggio a piedi è reso, già ora, difficile e pericoloso dal transito, nelle due direzioni, di soli autoveicoli.
Le ragioni che ho esposto, però, sono, soltanto, le mie ed io non sono mai stato allievo architetto.
Saro Di Paola, 11 dicembre 2021
Ringrazio Valeria Piazza per avermi fornito i grafici della sua tesi di laurea.
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