Un Consiglio comunale barbaro

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Novembre 2021, 13:38 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Per un caso fortuito o per un dono anonimo ho letto quanto racconta un rapporto delle Forze dell'Ordine a proposito dei pedinamenti, delle intercettazioni telefoniche e delle strane visite a Palermo del nostro Sindaco. Non si tratta invero del solo uso personale di un'automobile comunale – questa sarebbe ben poca cosa, soprattutto perdonabile – ma di fatti, per i quali c'è da vergognarsi. Sembra che alcuni di questi fatti abbiano trovato conferma nelle dichiarazioni di alcuni testimoni ascoltati nelle lentissime udienze presso il Tribunale di Termini Imerese, tenutesi in seguito al rinvio a giudizio del Sindaco. Un rinvio a giudizio ormai vecchio di alcuni anni; così vecchio, da permettergli di continuare a ricoprire la carica istituzionale, perché l'opinione pubblica mai si è dimostrata di tanta memoria corta.

E fosse soltanto l'opinione pubblica ad avere la memoria corta, che gli ha permesso di esercitare il suo ruolo, sarebbe comprensibile. Non è comprensibile, invece, che i molti consiglieri, che lo sostengono, sembrano aver dimenticato; quei consiglieri, che il popolo ha eletto, affinché fosse rappresentato e difeso; quel popolo che non può seguire le vicende giudiziarie, spesso coperte dal segreto.

Ad emettere non un giudizio – questo spetta ai giudici – ma a esprimere la mia opinione, mi aiutano gli studi classici sostenuti con passione, specialmente quelli greci. Perché il greco non è soltanto una lingua alla quale si devono non poche etimologie delle lingue moderne, ma anche un ritorno all'etica e perfino all'io, come ci insegnano tanti autori moderni. Il greco è personaggi umani e divini, politica, miti, luoghi, valori morali, concezioni estetiche, emozioni, sentimenti. L'anima del greco è inoltre comparativa. Ricerca e rappresenta il dibattito, la lite, la gara - giudiziaria, sportiva, militare, oratoria - e parimenti persegue l'amicizia e lo scambio generoso. E da questo pensiero greco è nata la libertà e la democrazia, ma anche la morale pubblica e privata.

Purtroppo oggi sembra che tutto ciò sia stato dimenticato e gli uomini, soprattutto quelli che dovrebbero più degli altri attenervisi per essere buoni governanti, ne sono troppo lontani e il risultato è sotto i nostri occhi. Lo è soprattutto a Cefalù, dove un dibattito in Consiglio comunale ha toni ed espressioni barbare, come li avrebbero definiti i Greci, perché espressi in una lingua incomprensibile e privi di tensione morale. Ci sarebbe bisogno di ridare ai loro linguaggi visione e consapevolezza; di ridare peso civile o, per dirla con un vocabolo d'origine greca, politico, a quello che pensano e dicono. I discorsi, anche i più privati, si svuotano e perdono significato quando smettono di misurarsi con un'idea di mondo. E smettono di misurarsi anche con il futuro dei loro figli.