Il raddoppio ferroviario, l’acqua ed il catastrofista rompiballe

Ritratto di Saro Di Paola

2 Giugno 2021, 20:15 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Ad Ogliastrillo è stata l’acqua a causare il cedimento della paratia e le lesioni al corpo della strada statale che, lo scorso marzo, hanno costretto la ToTo a chiedere all’ANAS di chiudere temporaneamente il tratto di strada interessato.

Per rimediare ai danni causati dall’acqua e prevenirne di più gravi, in via provvisoria, è stato necessario tombare parzialmente lo scavo già eseguito, consolidare la paratia e approntare opere provvisionali per far defluire l’acqua intercettata a valle dell’area di cantiere
        
                                                                                
Per rimediare ai danni causati dall’acqua in via definitiva, sarà necessario realizzare una galleria artificiale ed un sistema di drenaggio idoneo a far defluire l’acqua intercettata a valle dei binari della linea a farsi.

Tutte opere che, per la collettività, oltre al costo già sostenuto per l’interruzione della statale, avranno quello, certamente più grave, del ritardo dell’entrata in esercizio del raddoppio.
Non considero le ripercussioni economiche che tali opere hanno nel rapporto Committenza-Impresa perché non conosco il contratto d’appalto.
Se ce ne dovessero essere e se dovessero tradursi in un aumento del costo dell’opera, sarebbero un altro costo indiretto che verrebbe a gravare sulla collettività.

Opere e costi per la collettività che nessuno aveva messo in conto.
La paratia di Ogliastrillo, infatti, era, obiettivamente, opera di ingegneria non complessa, anche in presenza d’acqua, ovviamente se a questa presenza fosse stato dato il giusto peso.
Opere e costi, quelli di Ogliastrillo, che, agli ”addetti ai lavori”, dovrebbero stimolare una seria riflessione sulle opere previste sotto Pietragrossa, Pacenzia e Spinito.

Quelle sì che saranno opere complesse.
Opere, per di più, che il contesto urbano ed urbanizzato dentro, e sotto, il quale ricadono renderà estremamente delicate.
Da quelle parti, a profondità che variano da qualche metro a decine di metri, sarà complicato, financo, approntare le opere provvisionali per smaltire l’acqua che le opere dovessero intercettare.
                                                                                 
Anche perché a valle di quelle zone il terreno non è intonso, com’è, a valle del cantiere di Ogliastrillo.

Mi chiedo:
è possibile che a riflettere su quelle opere o, quantomeno, a parlarne sono solo io?

Accade, perciò è possibile.
E già!
Le viscere di quelle zone e della fascia collinare che le sovrasta sono, notoriamente, asciutte ed io sono solo il catastrofista rompiballe di Cefalù.

Cefalù, 2 giugno 2021