No alla militarizzazione USA dell'isola

Ritratto di Salvatore Solaro

9 Giugno 2013, 16:09 - Salvatore Solaro   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Esercitazioni di guerra nell’Isola dei droni
di Antonio Mazzeo

Il Comando Usa di Sigonella aveva annunciato qualche giorno fa che i velivoli di ultima generazione “Osprey” in dotazione al Corpo dei Marines avrebbero volato tutta l’estate in Sicilia per esercitarsi alle prossime guerre in Africa. Quanto però fossero molesti i cosiddetti “convertiplani” (metà elicotteri e metà aerei), lo hanno scoperto all’alba di stamani i cittadini di Vittoria, in provincia di Ragusa. “Siamo stati svegliati intorno alle 4 da un rombo insopportabile”, racconta uno di essi. “Nonostante l’oscurità abbiamo compreso che si trattava del transito di aerei pesanti militari. Sembrava assistere al film Apocalipse Now. Volavano a bassa quota, uno dietro l’altro. E le loro evoluzioni si sono prolungate per almeno un’altra ora…”.
In grado di trasportare più di una ventina di soldati completamente equipaggiati, gli “Osprey” avvistati nel ragusano appartengono al gruppo volo del Marine Medium Tiltrotor Squadron 365 del North Caroline, trasferito un mese fa in Sicilia insieme a 250-300 uomini della Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento Usa per il combattimento aereo e terrestre, di base in Spagna.
E’ però tutta l’Isola a fare da scenario dei war games delle forze armate nazionali e di quelle degli Stati Uniti d’America. Dallo scorso 25 maggio nelle campagne di Caltagirone (Catania) si alternano combattimenti e lanci di paracadutisti, tutti i giorni dalle 4 di mattina a sera tardi. Le esercitazioni sono previste sino al 21 giugno sotto il controllo della stazione aereonavale di Sigonella. Cannoni e armi leggere in dotazione ai reparti della brigata “Aosta” dell’esercito italiano spareranno sino al 10 giugno nel poligono di Drasy, alle porte della città di Agrigento e della Valle dei Templi (patrimonio Unesco). L’area, di straordinaria bellezza paesaggistica e naturalistica, è off limit per i civili dal gennaio di quest’anno e dopo una “sospensione estiva”, tornerà il 15 settembre a fare da palestra di guerra per i militari italiani e Usa.
Dal 3 al 28 giugno l’Esercito si addestra pure (da lunedì a venerdì dalle ore 6 alle 22) nel poligono di San Matteo (Trapani), mentre dal 4 sino al 27 giugno i lanci di bombe e le esercitazioni di tiro interessano anche località Santa Barbara, Messina. Le attività nei Peloritani sono più ridotte: solo tre ore al giorno e nel tardo pomeriggio, tranne gli ultimi quattro giorni quando si potrà sparare dalle ore 6 alle 21.
Grandi manovre pure nell’isola minore di Favignana, dal 4 al 14 giugno. “L’esercitazione denominata Egadi 2013 ha lo scopo di addestrare il personale militare nell’organizzazione del supporto logistico in previsione dell’impiego fuori dal territorio nazionale o per utilità sociale, in soccorso della collettività in aree di intervento complesse”, recita il comunicato emesso dal Comando dell’Esercito. I mezzi militari sbarcati sull’isola sono stati forniti dall’8° Reggimento trasporti “Casilina” di Roma e dalle Compagnie trasporti di sostegno dei Comandi logistici di Padova e Napoli.
Secondo quanto si apprende poi dal testo di alcune notificazioni ai piloti di aeromobili  - i cosiddetti “NOTAM” - emessi dalle autorità di volo, dallo scorso 21 maggio (e fino a nuova comunicazione) è stato vietato il passaggio di velivoli passeggeri in prossimità del “Pachino range target”, il poligono marittimo con un raggio di 2.700 per lo sganciamento di bombe e l’esplosione di mine, a poche miglia di distanza da Punta Castellazzo-Marza (Pachino-Siracusa), nella parte più sud-orientale della Sicilia. “Nell’area interdetta sono previste per tutta la giornata esercitazioni a fuoco con armi pesanti e attività di velivoli militari senza pilota (Unmanned Aircraft Military)”, riporta il NOTAM n. A3322/13.
I velivoli a guida remota, meglio noti come droni, sono in dotazione all’US Air Force e decollano e atterrano ininterrottamente da Sigonella ormai da qualche anno. Si tratta dei famigerati MQ-1 “Predator” (utilizzati per i bombardamenti selettivi in Medio oriente, Somalia e nord Africa), e dei grandi aerei-spia “Global Hawk” che operano ad altissima quota e con un’autonomia di volo superiore alle 36 ore.
La lettura di altri NOTAM recenti conferma come oramai le operazioni nell’intero spazio aereo e negli scali aeroportuali dell’Isola siano fortemente condizionate e penalizzate dai droni Usa di Sigonella. Da oltre due anni le autorità di controllo hanno imposto la sospensione delle procedure strumentali standard nelle fasi di accesso, partenza e arrivo di aerei passeggeri a Catania Fontanarossa e Trapani Birgi, “causa attività degli Unmanned Aircraft” militari. Con l’acutizzarsi del conflitto siriano e le tensioni crescenti in Libia, il Pentagono ha intensificato le azioni dei droni, imponendo ulteriori restrizioni alla mobilità aerea. Il 31 maggio, in particolare, è stato implementato un “corridoio di transito” ad uso esclusivo dei Global Hawk di Sigonella perlomeno sino al prossimo 30 giugno. “Le limitazioni saranno notificate dal management dei velivoli senza pilota ai velivoli civili e militari entro 48 ore prima e mediante avviso”, spiega il NOTAM. Sempre a causa degli aerei militari telecomandati, “ulteriori limitazioni” al traffico aereo civile sono state previste nell’aeroporto di Trapani Birgi dal 14 maggio al 15 giugno.
Pericolo droni anche per l’aeroporto di Comiso (Ragusa), l’ex base missilistica nucleare Nato riconvertita in scalo passeggeri ma non ancora entrato in funzione. Con NOTAM n. B2877/13 dell’1 giugno e con valore “permanente”, si segnala la possibilità di “restrizioni” in quanto il “traffico verso/da Comiso potrebbe essere soggetto a ritardi in presenza di attività di velivoli senza pilota”. Sul regolare funzionamento dello scalo comisano pende pure la spada di Damocle delle potenti emissioni del MUOS, il sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare Usa in fase di realizzazione nella vicina Niscemi (Caltanissetta).
Ancora peggio per l’aeroporto di Catania-Fontanarossa, il terzo più grande in Italia come volume-passeggeri. Qui le “restrizioni” e i “ritardi” generati dai droni sono sempre più pesanti e frequenti. La vicenda più eclatante risale al 22 marzo scorso, quando l’intenso movimento di aerei con e senza pilota nella base militare di Sigonella ha comportato la chiusura per un’ora e 15 minuti di Fontanarossa e il conseguente dirottamento su Palermo-Punta Raisi di due aerei già in fase di atterraggio su Catania. Per i passeggeri del Roma Fiumicino-Catania (AZ 1741- Alitalia) e Milano Malpensa-Catania (U2 2847 - EasyJet) l’estremo disagio di attraversare in bus la Sicilia da costa a costa e raggiungere il capoluogo etneo con mezza giornata di ritardo.

_______________________________________________________________________________________________________________________

Il 7 giugno  a Roma, nell'ambito delle iniziative nazionali NO MUOS, si è svolto nel pomeriggio al quartiere Pigneto una iniziativa di comunicazione con il supporto musicale  della Titubanda.
La bravissima cantastorie Matilde Politi, militante NO Muos, ha spiegato le ragioni di questa formidabile battaglia che suscita la partecipazione sempre più convinta dei siciliani ad "abbattere il mostro Muos" e sollecita i movimenti sociali a farsene carico in quanto la militarizzazione e la guerra sono un problema di tutti . Intervento ripreso da Vincenzo della Conf. Cobas, che ha ricordato le imprese vincenti di Comiso contro la deterrenza nucleare e la urgente necessità di far fronte alla "guerra dichiarata dagli USA" con i nuovi sistemi d'arma "droni-radar di comando", a partire dal territorio siculo-italiano, contro i paesi e popoli del Mediterraneo-Medioriente e oltre; da qui l'impegno da profondere tutti i mezzi per mettere su comitati NO Muos in ogni territorio e per fare diventare questa battaglia un movimento nazionale: condizione oltremodo decisiva se si pensa con chi abbiamo a che fare, ovvero con gli USA che si sentono i padroni del mondo, che considerano l'Italia il loro cortile di casa, che ritengono impellente munirsi dei nuovi sistemi d'arma, " tra le tante resistenze italiane, questa la sfida più difficile che merita il massimo coinvolgimento".
Poi, un breve corteo allietato sempre dalla Titubanda ha raggiunto il cinema Aquila, dove in anteprima nazionale è stato proiettato il lungometraggio autoprodotto dai NO Muos, il tutto anticipato dalle ballate di Matilde, che a mo' dei cantastorie siciliani, con tanto di scene illustrative, ha musicato i tanti episodi della lotta NO Muos, fino al riuscitissimo sciopero del 31 maggio che ha visto la pressochè totale partecipazione dei Niscemesi.
Un documentario coinvolgente, crudo per le riprese sulle violenze poliziesche, giososo e creativo come sanno essere i bambini, i giovani, le donne e gli uomini siciliani, animati dal bene comune.
Un film da mostrare in ogni sede e territorio, il contributo per far crescere la risposta contro lo strumento di morte e per aprire i conti con i governi e i partiti che li sostengono, che da sempre hanno venduto la sovranita popolare, abiurato l'art.11 della Costituzione, messo a repentaglio la salute dei nostri cittadini e la vita di milioni di esseri umani.
NO  PASARAN.

Vincenzo Miliucci

https://www.facebook.com/events/198186793638255/#!/photo.php?fbid=453527678069134&set=oa.366798336753015&type=1&theater