La "fuga dalla firma" della burocrazia

Sia Draghi che il presidente della Corte dei Conti sembrano prendere spunto, almeno per cercare rimedi al male, dall'Amministrazione Lapunzina e dalla sua burocrazia, note entrambe da anni per essere causa di perdite di tempo e di denaro dei cittadini.

Anche il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, ha sottolineato il dovere della burocrazia di ”svolgere, con autonomia e indipendenza (soprattutto dalla politica), le proprie funzioni di referto, controllo e giurisdizione, tutte finalizzate a garantire l’uso corretto e proficuo delle risorse pubbliche”.

E a proposito dei dirigenti che si astengono dal firmare, Draghi l'ha definito come “fuga dalla firma”. Perché l’Italia faccia lo scatto che occorre, Draghi si rende conto che non basta però la buona volontà. Bisogna creare un ambiente favorevole. Ad esempio, “occorre evitare gli effetti paralizzanti della “fuga dalla firma”, ma anche regimi di irresponsabilità a fronte degli illeciti più gravi per l’erario”. Si riferisce, evidentemente, alle norme sull’abuso d’ufficio e al Codice degli appalti, che si stanno rivelando un intoppo per la tanto attesa apertura dei cantieri. Dice con tono ironico: “Negli ultimi anni, il quadro legislativo che disciplina l’azione dei funzionari pubblici si è “arricchito” di norme complesse, incomplete e contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali”.

Il discorso sarebbe monco, però, se non ci sarà un “rafforzamento della qualità dell’azione amministrativa, a partire dalle competenze delle persone”. E poi una semplificazione dei procedimenti amministrativi contro le farraginosità e la moltiplicazione dei passaggi burocratici “spesso causa inaccettabile di ritardi, ma anche il terreno fertile in cui prosperano i fenomeni illeciti”.

Chi non legge in queste parole la storia delle vicende Vecchie Poste, hotel Victoria, hotel Sunset, MD, FMC eccetera?