12 Gennaio 2021, 20:51 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Urge una riforma della Magistratura composta da un solo articolo: “Non è concesso, nelle cause intentate dal Comune di Cefalù o contro di esso intentate, emettere sentenze di condanna.”
Troppo spesso, infatti, la sua Amministrazione ha dovuto deliberare di dare mandato al Responsabile del Settore Finanziario di proporre al Consiglio comunale una variazione di bilancio per l'applicazione dell'avanzo per finanziare la spesa, per la parte relativa agli accantonamenti disposti dalla CSL per debiti potenziali (fondo rischi contenziosi). E quando questo non è ancora accaduto, non è accaduto per la lentezza giudiziaria, con la quale in sede civile doveva stabilirsi l'ammontare del danno provocato, visto che la controparte non era disponibile a un accordo transattivo. Accordo non intervenuto nel caso delle cosiddette Vecchie Poste o nel caso del costruendo hotel Barranco sul Lungomare, ma intervenuto nel caso della deliberazione di Giunta, allegata in pdf in fondo a questo intervento.
A leggerla viene fuori la ragione di questa ennesima spesa: risarcimento del danno patito a causa del provvedimento emesso dal Comune di Cefalù con nota prot. n. 11524 del 20/05/2011 di rigetto della richiesta presentata in data 21/04/2010 per il rilascio dell’autorizzazione per il cambio di destinazione d’uso. Soltanto un cambio di destinazione d'uso! Non una concessione edilizia e neppure una licenza ad aprire un esercizio commerciale, ma un puro e semplice cambio di destinazione d'uso, negato da quell'Ufficio Tecnico, allora retto dal promotore del famoso “non conforme ma compatibile”.
Neppure la grande professionalità degli avvocati difensori del Comune è riuscita. di fronte al TAR, a dimostrare che il richiesto cambio d'uso era “non conforme e neppure non compatibile”, per cui i Giudici si videro costretti a condannare il Comune al pagamento delle spese giudiziarie e a quelle relative al risarcimento, previste in oltre 400 mila euro, ridotti con la transazione, proposta e accettata dall'avvocato del Comune, a 200 mila euro. Guarda caso, la stessa cifra che l'Amministrazione offre oggi per l'acquisto dell'ex bene ENEL di piazza Cristoforo Colombo.
Ecco perché, in attesa di altri giudizi pendenti, è urgente che si approvi la norma, che ho proposto all'inizio dell'intervento. Essa soltanto potrà salvarci da altre simili imprudenze, che potrebbero essere causa di un ritorno al dissesto finanziario.
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