25 Novembre 2020, 13:58 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Una nota a margine la decisione della Procura di Milano, riportata dal comunicato Ansa, la merita senz'altro, visto che tale decisione conferma quanto da me scritto in più occasioni a partire dall'aprile 2016 nei seguenti interventi: https://www.qualecefalu.it/node/23828, https://www.qualecefalu.it/node/20021 , https://www.qualecefalu.it/node/23829.
La merita, la seguente nota, perché, ove risultassero vere le accuse contenute nella nota della Procura di Milano, sarebbe necessario scoprire se vi sono responsabilità da parte della nostra Amministrazione per aver rilasciato la SCIA e il suolo pubblico per una pizzeria, non preoccupandosi che l'associazione, che ne faceva richiesta, era un'associazione culturale e in tale veste chiedeva (e otteneva) un contributo al Ministero di euro 195.000. Per di più a essa veniva chiesto, considerata la sua natura culturale, un pagamento d'affitto irrisorio per un bene storico-monumentale proprietà del Comune e conseguentemente di tutti i cittadini.
La Procura di Milano così si esprime: Come si legge nel capo di imputazione, nel quale sono contestati i reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione a danno dello Stato, Cicio, che aveva ottenuto di versare un canone agevolato per l’affitto dello storico edificio comunale "Bastione», «traeva in inganno, attraverso dichiarazioni e documentazione mendace, l’Amministrazione erogante i contribuiti pubblici (...) attestando l’effettivo avvio delle attività socio culturali da parte dell’Ats e l’assunzione di 11 persone per lo svolgimento del progetto finanziato, così ottenendo, in assenza delle condizioni amministrative, l’erogazione della somma complessiva di 195 mila euro».
Le domande che mi pongo con questa nota sono le seguenti: 1) Sarebbe stato possibile “trarre in inganno” l'Ente erogatore, se la nostra Amministrazione fosse stata più attenta al momento della gara? 2) Un centro culturale, con annessa biblioteca, poteva svolgere attività di ristorazione regolarmente autorizzata dagli uffici competenti del Comune? 3) Poteva essere concesso il suolo pubblico per svolgervi l'attività di ristorazione all'aperto?
Se la risposta a queste domande è, come temo, negativa, non vedo come si possa negare una complicità dell'Amministrazione. Lo stesso Marco Cicio, accusato dalla Procura di Milano di “truffa e malversazione” è sì responsabile, ma ancor più lo sono altri, sia fra i soci dell'associazione “Fuori Orario” e sia fra coloro che, invece di vigilare, hanno permesso che i due reati fossero portati a compimento.
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