Cefalù e il suo valore

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Luglio 2020, 18:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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È domenica, giorno di riposo; il giorno in cui persino il Creatore si riposò. Non altrettanto fanno i frequentatori dei social, ai quali non va bene niente. E se questo niente fosse il vuoto della politica e della burocrazia, non ci sarebbe da meravigliarsi. Purtroppo il niente di tanti di costoro è rappresentato dalla sporcizia lasciata dai frequentatori del Lungomare; sporcizia artistica e quindi meritevole delle loro fotografie più del David di Michelangelo o del Cristo Pantocratore della Cattedrale.

Non considerano costoro di essere strani cittadini di Cefalù, della quale in tanti non hanno visitato il suo Museo, ma lo mostrano come se esso fosse il risultato della loro cultura; della Cattedrale, poi, neanche a parlarne; meno ancora dei toponimi corretti Calura, Prissuliana e strada dei Vetrai, ormai diventati persino nei documenti comunali Caldura, Presidiana e via Veterani.

In compenso si fanno risalire al secolo XVI alcuni palazzi di piazza Duomo, sorvolando non soltanto sulla vera data della loro costruzione, ma persino sul fatto che essi sono il frutto di un antico abuso edilizio, che ha snaturato l'estensione geometrica della piazza, ponendo in una posizione laterale e non centrale la Cattedrale.

La Chiesa di Santo Stefano, detta del Purgatorio, subisce da quasi due secoli l'oltraggio della sua facciata nascosta da una costruzione, i cui piani superiori sono proprietà del Comune!

Queste e tante altre sono le cose che offendono Cefalù e la sua storia millenaria e non i sacchi neri di rifiuti, che attendono di essere ritirati. La Cattedrale dove nessuno, guardando il suo mosaico del Pantocratore, si sente inondato dai fotoni che emanano da esso, come scrisse un filosofo tedesco, che la visitò nel 1927.

Per concludere questo sfogo, lasciatemi lanciare un rimprovero a questa Amministrazione e ai frequentatori dei social: non possiamo pretendere che i turisti e i visitatori in genere abbiano rispetto per Cefalù, se noi per primi non abbiamo intelligenza della sua storia, della sua arte e delle sue tradizioni; se noi per primi vediamo nelle sue bellezze paesaggistiche soltanto una fonte di guadagno economico, perché ciò che ha un prezzo non sempre ha un valore. E Cefalù deve dimostrare il suo valore e non il suo prezzo. Questo, chiunque dispone di denaro, ma non di cultura per apprezzarne il valore, può pagarlo e pagandolo non lo rispetta.