24 Giugno 2020, 22:07 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Domenica scorsa Cefalù è stata colpita da un lutto, perché un turista è annegato sulla spiaggia del suo Lungomare. Sicuramente una tragedia, in parte dovuta forse all'imperizia del nuotatore e in parte al mare agitato, che gli avrebbe dovuto consigliare di non fare il bagno. Non si può nascondere, però, che forse il consiglio e persino il divieto avrebbero dovuto darglielo i bagnini, che avrebbero dovuto presidiare quella spiaggia. Sembra che di bagnini, però, ce ne siano pochissimi, forse meno di quanto possono contarsi sulle dita di una sola mano. In compenso c'erano, per fortuna, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili Urbani, uomini della Capitaneria di Porto e perfino della Sicurezza Civile. Grazie a loro si sono evitati assembramenti di persone senza mascherine e di conseguenza pericolosi contagi, che avrebbero sicuramente causato molti più morti di quel poveretto inghiottito dalle onde del mare agitato.
Questa premessa mi serve per dimostrare come chi ci governa spende cifre ingenti provenienti dalle tasche dei cittadini più per garantire o dimostrare il proprio potere che per assicurare interventi a salvaguardia della vita stessa dei cittadini.
Mi serve pure per una riflessione sulla situazione della spiaggia del Lungomare, a ogni estate invasa dal turismo balneare di intere famiglie, che vi prendono posto con frigoriferi portatili, pentole e persino piccoli fornelli per cucinare. Insomma, un turismo del quale vergognarsi, specialmente se ci si vanta di essere la Perla del Tirreno; un turismo povero, che non solo non porta ricchezza a Cefalù, ma persino la impoverisce, perché tiene lontano un turismo che sceglie località più tranquille e più eleganti.
Si dà il caso che sul nostro Lungomare insistono diversi alberghi, ma non mi risulta che essi possano contare su concessioni di lidi. Anzi, sembra che si voglia fare della spiaggia una spiaggia libera o comunque affidata a lidi indipendenti da tali alberghi. In questo modo essi, più che della clientela degli alberghi, si preoccuperanno di quella del turismo balneare; proprio di quel turismo che toglie eleganza a un gioiello come Cefalù, perché non paga tassa di soggiorno e forse non consuma nei tanti locali, che per colpa del coronavirus stanno soffrendo una profonda crisi. E con essi stanno soffrendola i tanti lavoratori destinati a rimanere disoccupati nei mesi estivi.
Un'Amministrazione comunale e un Assessorato regionale al Territorio dovrebbero tenere conto di tutto ciò, provvedendo a fornire di concessioni agli alberghi. L'Amministrazione, non avendo un suo PUDM (Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo), può soltanto suggerire questa soluzione all'Assessorato e, ove questo dovesse di sua iniziativa decidere in questo senso, sarebbe folle opporvisi. Semmai, sempre che l'Assessorato decida di concedere i lidi agli alberghi, dovrebbe chiedere che tale concessione preveda la presenza di bagnini con competenza sulla confinante spiaggia libera, così come agli alberghi concessionari dovrà competere l'impegno di provvedere alla sua pulizia e al suo controllo.
Certamente, non si può continuare con un Lungomare e una spiaggia terra di nessuno e con alberghi costretti a offrire ai loro clienti la compagnia dei vacanzieri del fine settimana, il cui comportamento viene assiduamente rimproverato da tutti i cittadini; quei cittadini che avrebbero tutto da guadagnare da una spiaggia ben frequentata.
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