Una pandemia aggravata dalla crisi economica

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Aprile 2020, 11:00 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il grande incidente del 2020 non è stato causato da un virus. Fu provocato dal virus, ma aggravato dalle folli, esagerate e spesso irrazionali decisioni dei governi di tutto il mondo (si pensi ai DPC, che sono atti amministrativi e non decreti legge, così in voga presso il governo italiano); è stato causato in buona sostanza dalla fragilità economica. La presunta settima economia italiana in realtà era un uomo malato che camminava, si sentiva a proprio agio con antidolorifici e sembrava molto meglio di quanto si sentisse, eppure alla fine era fragile e malato. La pandemia di coronavirus ha semplicemente rivelato la malattia di fondo dell'economia italiana. Semmai, l'incidente era in ritardo.

Troppi debiti, troppi investimenti e prezzi troppo onesti delle attività e dei tassi di interesse hanno reso l'Italia particolarmente vulnerabile al contagio economico. La maggior parte di questa vulnerabilità può essere posta ai piedi dei suoi governanti degli ultimi quarant'anni e pagheremo un prezzo terribile nei prossimi anni. Questa è una verità scomoda, che i politici sperano disperatamente di nascondere, mentre i media e il pubblico rimangono fissi sul virus.

Come nella maggior parte delle crisi, i problemi hanno messo radici decenni fa. Ciò che potremmo definire l'era della moderna politica monetaria ha messo radici con lo shock Nixon del 1971, che ha eliminato qualsiasi convertibilità di dollari in oro. Tutti i Paesi occidentali, Italia compresa, si sono dati alla pazza gioia di stampare banconote, che non avevano alcun corrispettivo né con l'oro e neppure con la produzione di ricchezza.

Ma la liquidità non è altro che denaro pronto per investimenti e spese. Nell'attuale ambiente è un eufemismo per liberare la manna dal cielo. È denaro "libero", non acquisito, che non rappresenta alcun aumento della produzione o della produttività. Non ha alcun supporto e nessuna redimibilità. E non solo non ci sono nuovi beni e servizi nell'economia, ma ce ne sono molti meno a causa del blocco.

La "politica" monetaria così come la conosciamo è morta come una lumaca. Ciò che fanno le banche centrali e i banchieri centrali non rientra più nel regno dell'economia o della politica. Non funziona più secondo la teoria economica o i dati empirici. Non persegue più alcuna politica pubblica identificabile, oltre alla pura opportunità politica. I governanti non seguono "regole". Non rispondono a nessun legislatore o dirigente, tranne quando collaborano volentieri con entrambi per scaricare conseguenze sulle generazioni future.

Ecco spiegate le farneticazioni dei sovranisti e dei loro oppositori; della destra e della sinistra; dei Salvini e Meloni da una parte e dei Conte e Zingaretti dall'altra. Nessuno, però, potrà fermarli, finché c'è gente che crede che basterebbe stampare banconote per risolvere l'attuale crisi e in forza di tale falsa credenza rimangono ciechi sul problema vero e non sanno proporre soluzioni né tantomeno riescono ad accettare proposte di soluzioni, che sarebbero più idonee a risolvere i problemi.