L'accordo di Bruxelles

Ritratto di Angelo Sciortino

10 Aprile 2020, 17:22 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Prima di esprimere la mia opinione sull'accordo di ieri, raggiunto fra gli Stati europei, mi corre l'obbligo di esprimere la mia gratitudine a Milton Friedman, del quale ebbi la gioia di seguire per diciotto mesi le sue lezioni a Chicago; a von Hayek, a von Mises e a tutti coloro che mi hanno regalato la possibilità di avere gli strumenti per farmi ragionare e giudicare senza paraocchi.

Il coronavirus sta ora facendo venire a galla una malattia molto più letale: vale a dire il velenoso mix di credito facile, debito a basso costo, iniettato nell’economia europea e italiana, finanziarizzazione indiscriminata e speculazione sfrenata.

Ha anche trasformato la BCE e tutte le borse in una pericolosa sala di scommesse, mentre l'Italia è stata lasciata bruciata sotto ingenti debiti, mentre gli investimenti in crescita e produttività sono in stallo e l’economia che tira a campare con lo spendere più di quanto si guadagna.

Ha anche lasciato l’economia italiana estremamente vulnerabile a shock esogeni. Questo perché l’80% delle famiglie non ha alcun fondo per far fronte agli imprevisti che abbia un’entità apprezzabile; le imprese hanno raschiato il fondo dei loro bilanci ed espanso artificialmente le loro filiere ai quattro angoli della Terra per continuare ad avere profitti e un valore delle azioni. Ma le filiere mondiali stanno chiudendo e si stanno congelando, causando così un crollo repentino della produzione e dei redditi. A loro volta, i minori redditi ed i minori flussi di cassa ci tireranno fuori dall’edificio fatto di debito e speculazione, che è stato costruito sopra l’economia italiana. Ha permesso anche che il debito italiano, superiore al 130% del PIL, possa aumentare ancora.

Tuttavia, questa fragilità senza precedenti sta diventando evidente nel momento in cui le autorità di salute pubblica si stanno muovendo aggressivamente allo scopo di contenere il contagio da Covid-19. Questo vorrà dire separare i lavoratori dalla loro postazione di lavoro, i consumatori dai centri commerciali, i clienti dai ristoranti, i viaggiatori dalle rotte aeree, dagli hotel e dai resort e probabilmente altri shock di natura simile dal lato dell’offerta dell’economia.

E così, tanto una rinnovata crisi economica e finanziaria quanto un repentino cambiamento del corso degli eventi si prospettano davanti a noi. Il trentennio di Falsa Prosperità è giunto alla fine. Nonostante ciò, c'è chi commenta ancora l'accordo di Bruxelles come un danno diretto per l'Italia e auspica persino che l'Italia esca dall'Europa, come se questa fosse la causa di tutti i nostri mali, non rendendosi conto che responsabili dei mali italiani sono proprio loro, che ancora chiedono denaro facile allo Stato sotto forma di reddito di cittadinanza e di quota 100.

 

Commenti

Parole sante e giuste, ma è da millenni che le plebi italiche sono abituate a vivere a spese dello stato o dei loro padroni. Quando il pubblico o il privato venivano a mancare, si abituavano a morire di stenti. Poi, per loro fortuna, è venuto il cristianesimo...