8 Aprile 2020, 14:38 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ebbene, Lappanio non abbandona Cefalù ed è tornato fra noi. È tornata la sua anima, che si è incarnata in tanti cefalutani, sia di alcuni che ricoprono cariche istituzionali e sia dei tanti che fanno loro da grancassa.
Ma chi era questo Lappanio, il cui nome si richiama spesso per indicare il popolo cefalutano? Lappanio era un attore o forse un istrione, che andava in giro per il Sud e in Sicilia per offrire le sue recite, guadagnandosi di che vivere. Un giorno venne verso Cefalù, ma, quando era ancora fuori dalle sue mura, fu avvicinato da alcuni banditi, che gli tolsero tutti i denari, che aveva con sé. Entrò quindi a Cefalù privo persino di poter comprare il pane per saziare la sua fame, che dopo i lunghi giorni di viaggio gli mordeva l'intestino.
Non si perse d'animo, però, ma ne escogitò una delle sue. Informò tutti che alcuni banditi gli avevano rubato tutto – e questo era vero – ma aggiunse anche un particolare falso. Disse che i banditi gli avevano dato l'incarico d'informare i cefalutani che se entro due giorni non fosse tornato con un ricco riscatto pagato da tutti i cittadini in ragione di un tornese ciascuno, essi avrebbero provveduto a derubarli di tutti i loro averi, anche a costo di ucciderli.
Qualcuno propose di non accettare il ricatto, ma nella maggioranza prevalse la paura e in due giorni fu raccolta la somma richiesta e fu consegnata a Lappanio, affinché la consegnasse a sua volta ai banditi. Erano circa tremila tornesi ed erano molti di più dei venti tornesi, che i banditi gli avevano rubato. Insomma, Lappanio, grazie allo stratagemma e alla paura dei cefalutani divenne ricco. Uscendo dal paese, si diresse verso Palermo, dove s'imbarcò verso la sua Calabria, dove avrebbe vissuto da gran signore grazie ai tremila tornesi.
Dopo qualche anno, quando di Lappanio non si avevano più notizie, venne fuori la verità e da allora i cefalutani furono indicati come don Lappani. Le occasioni nella storia cefalutana per ricordare i cefalutani come i cittadini di don Lappanio sono state numerose e di tanto in tanto qualcuno si serve dell'appellativo per indicare insieme la creduloneria dei cefalutani e la loro disponibilità a cedere alle prepotenze.
Oggi, come ho detto all'inizio, Lappanio si è reincarnato e sta operando come operò quando secoli addietro venne a Cefalù.
Attualmente, per esempio, l'occasione non manca: gli è bastato sostituire ai banditi i virus del Covid 19 e il timore che essi potrebbero mettere a repentaglio la loro sicurezza. I creduloni non gli sono mancati ed egli spera così di raccogliere ogni vantaggio desiderato. Certo, non è come ai suoi tempi, e i vantaggi dovrà dividerli con tutti coloro nei quali si è incarnato, ma, nonostante questa condivisione, egli spera di raccogliere abbastanza vantaggi per ritenersi ancora una volta soddisfatto.
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