31 Marzo 2020, 18:26 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
Forse eccessive le preoccupazioni per un Reparto anti Corona Virus all’Ospedale Giglio di Cefalù
Abbiamo letto la lunga lettera che il Sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha scritto nei giorni scorsi al Ministro della Sanità, al Capo Dipartimento Protezione Civile, al Presidente e all’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia. Forse sarebbe bastata una nota riservata, inviata soltanto all’Assessore alla Sanità Ruggero Razza, per avere chiarimenti sui tanti dubbi e preoccupazioni espressi dall’Amministrazione Comunale di Cefalù in merito al progetto di realizzare un reparto per i contagiati dal virus Covid 19. Anche e soprattutto per non allarmare ulteriormente la Comunità locale.
Nel rispetto delle competenze istituzionali, era stata del resto la Regione Sicilia ad approvare tale Progetto per prepararsi al rischio di un’ondata di contagi nel Sud Italia, come prospettato da alcuni autorevoli virologi. Ed è con la responsabilità istituzionale e professionale che gli è riconosciuta, che il Presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, ha emesso il 25 marzo u.s. un comunicato stampa con cui informava che si stava allestendo “un’area di degenza al terzo piano, di 40 posti letto che in una fase emergenziale potrà arrivare a 90 posti, con un reparto di terapia intensiva di 9 posti letto, ed uno di terapia sub intensiva con 4 posti letto”.
Il Presidente Albano ha tenuto a sottolineare che il “Reparto Covid avrà percorsi totalmente distinti e separati da altri reparti, per garantire sicurezza di pazienti e del personale sanitario”. Inoltre, aspetto importante, è la misura a cui sono sottoposti tutti i pazienti in arrivo, con il transito dal pre-triage, con misurazione della temperatura ed altri controlli.
Immaginiamo anche che il Presidente Albano conosca bene con i suoi collaboratori scale, ascensori, vie di accesso, per isolare adeguatamente il terzo piano ove verrà insediato il Reparto Covid 19, per non mettere a rischio la salute del personale ospedaliero e di altri pazienti ivi ricoverati, nonché dell’intera Comunità, come teme il Sindaco di Cefalù.
Siamo tutti consapevoli che in alcune strutture sanitarie della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna, la situazione dei reparti di terapia intensiva in alcuni ospedali è al limite del collasso; che lo stesso personale sanitario opera in condizioni alquanto precarie, con equipaggiamenti di prevenzione insufficienti, e con turni massacranti. Encomiabile al riguardo la risposta di 10.000 infermieri al bando per la ricerca di nuovo personale da destinare ai reparti Covid. Di questi candidati, il 55% sono donne. Come pure sono da apprezzare e ringraziare tantissimo i tanti medici albanesi, cinesi, cubani, polacchi, arrivati in Italia, in soccorso dei colleghi operanti nelle città maggiormente toccate dal virus.
Vanno inoltre ringraziati non poco i 9 Sindaci del Distretto sanitario 33 che sono riusciti a donare alcuni ventilatori polmonari, da destinare al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Giglio.
Il nostro personale ringraziamento va a loro, per questa manifestazione di solidarietà e di partecipazione, e in particolare vogliamo riferirci al Sindaco di Isnello Marcello Catanzaro, di Gratteri Giuseppe Muffoletto, di Collesano Giovanni Meli, di Lascari Giuseppe Abbate, di Castelbuono Mario Cicero, di Pollina Magda Culotta, di Campofelice di Roccella Michela Taravella, di San Mauro Giuseppe Minutella. Come è da ringraziare chi, a livello personale, come il Dr. Salvatore D’Anna, ex primario dell’Ospedale Giglio, che ha donato un ventilatore meccanico di rianimazione per la terapia intensiva. Un grazie di cuore a S.E. il Vescovo della Diocesi di Cefalù Mons. Marciante per tutto quello che ha fatto e che, certamente, farà.
La pandemia in corso sta mettendo in ginocchio tantissimi Paesi, anche quelli che fino a poche settimane fa si ritenevano immuni da questo contagio. Ritrovare un poco di solidarietà a tutti i livelli non può che essere un fatto umano, doveroso e necessario, rimuovendo barriere psicologiche che difficilmente potrebbero proteggerci da questa drammatica situazione sanitaria, nonché socio economica.
Sono infatti gli scenari sociali ed economici apocalittici che si prevedono per il dopo a preoccupare ancor più. Vorremmo poter sperare che questo momento così difficile passi presto e che le gravi, ineluttabili ferite possano rimarginarsi, facendo leva su un nuovo modello di sviluppo, sostenibile ed inclusivo, che privilegi l'interesse pubblico, che coordini le attività di ricerca e sviluppo, orientandole verso obiettivi di salute pubblica. Per scoprire vaccini e medicine ad hoc servirà un coordinamento internazionale di proporzioni immani. Quello che proprio finora è mancato. Cerchiamo di essere coerenti, nei nostri valori e nei nostri atti, con tali futuri scenari.
Cefalù, 30 marzo 2020
Salvatore Ilardo
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Commenti
Mauro Gagliano -
Un nuovo modello di sviluppo?
Un nuovo modello di sviluppo? Ma quando mai, nel nostro futuro ci saranno pendemie anche peggiori e/o Skynet!