La processione del Corpus Domini e le parole del Papa

Ritratto di Angelo Sciortino

3 Giugno 2013, 11:17 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Io penso a tanti dolori di uomini e donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li sfruttano facendo fare loro un lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione e tante pressioni sociali. Dietro a questi sfruttamenti, dietro a queste schiavitù, ci sono mafie. Preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone”. Sono le parole pronunciate all'Angelus del 26 maggio da Papa Francesco, che ha ricordato pure padre Puglisi per il suo impegno, pagato con la vita, contro questo tipo di schiavitù.

E' evidente che con il termine “mafie” il Papa non ha voluto alludere con le sue parole semplici, ma ricche di profonda spiritualità, soltanto a organizzazioni malavitose, che spetta soltanto al diritto penale perseguire e punire, ma a una diffusa mentalità, quasi a una cultura, che impoverisce i cuori degli uomini e li incattivisce.

Se ben riflettiamo, il Papa ci ha dato forse un modo nuovo d'intendere la politica e il rapporto fra essa e la Chiesa. La politica – e quella della Chiesa soprattutto – non deve basarsi nella speranza di una ricompensa (la ricompensa eterna per la Chiesa) e nel timore del castigo (eterno nel caso della Chiesa), ma sulla ragione, sulla virtù, sulla libertà e sul comportamento etico.

Queste riflessioni le ho fatte ieri sera, assistendo alla processione del Corpus Domini. Me le ha suggerite la presenza delle Autorità politiche cittadine, che in troppe occasioni non hanno richiesto ai cittadini comportamenti razionali ed essi stessi talvolta non ne sono stati esempi. Penso alle localizzazioni, alle interpretazioni della legge istitutiva dell'IMU, ai rallentamenti imposti dalla burocrazia comunale ad alcune iniziative private (parcheggi, stadio ecc.) e al silenzio della politica. Penso pure alle telefonate e agli sms, fatti a me personalmente e a coloro che, su questo blog e sul giornale “Madonielive”, avevano ospitato e ancora ospitano le mie critiche. Il Papa ha definito simili comportamenti “pressioni sociali”.

Io non sono un credente e, quindi, non posso pregare il Signore perché converta il cuore di queste persone. Posso soltanto continuare a tenere dritta la mia schiena e sperare che chi rappresenta la Chiesa a Cefalù chieda comportamenti della classe politica più coerenti con le parole del Papa. Soltanto così potrò accettare queste presenze in una processione religiosa, in caso contrario dovrò continuare a scrivere quasi a quattro mani con il diavolo le riflessioni, che essi si ostineranno a suggerirmi. Anche a costo di subire pressioni sociali e persino querele.