Su un post del querelante Gaetano Lapunzina

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Febbraio 2020, 19:42 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ecco qui di seguito quanto Gaetano Lapunzina ha pubblicato il 15 febbraio alle ore 15:02 sul suo diario facebook a commento dell'archiviazione della sua querela contro la consigliera Valeria Piazza e i responsabili delle testate telematiche, responsabili della pubblicazione di un suo comunicato, ritenuto dal Lapunzina offensivo.

CHIACCHIERE E TABACCHERE

Vedo un gran agitarsi attorno ad un provvedimento di archiviazione di una querela, che da parte mia avevo provveduto formalmente a ritirare già nel maggio dello scorso anno, disinteressandomi del tutto della vicenda processuale, e non nominando mai un legale per seguirla.
Prendo atto che, malgrado l’intervenuta remissione, il Giudice ha ritenuto di archiviare, sul presupposto che le frasi rese pubbliche costituissero l’espressione di una opinione di carattere strettamente soggettivo e non lesive della reputazione del sottoscritto, per la mancata attribuzione di alcun fatto specifico.

Semplici e inutili “chiacchiere”, insomma, di quelle che da certe parti vanno di moda anche al di fuori del periodo carnascialesco.

Perché, ove non di chiacchiere ma di contenuti seri si trattasse, sono certo che l’autrice dello scritto, con il coraggio che la contraddistingue, vorrebbe darne pubblicamente conto.
Attendo fiducioso.

Il commento, nonostante quel “tabacchere” oltraggioso per la grammatica italiana, ha raccolto ben diciotto mi piace, compreso quello del Sindaco, che avrebbe fatto bene ad astenersene per la carica che ricopre e che gli doveva consigliare di essere super partes.

Essendo uno dei querelati, mi permetto di dubitare dell'affermazione che egli aveva “formalmente provveduto a ritirare già nel maggio scorso” la querela. Forse il Lapunzina era assente alla lezione di procedura civile e penale, quando essa trattava la questione della remissione di querela, che deve essere notificata al querelato, perché egli l'accetti. Senza ombra di smentita affermo di non aver mai ricevuto una simile notifica né l'hanno ricevuta gli altri querelati. Non mi resta che ipotizzare che il Lapunzina, non essendosi rivolto, com'egli stesso ha scritto, a un avvocato, ha usato un atto errato per ritirare la querela.

Mi fa specie che un uomo incapace di ritirare correttamente una querela, poi definisca le motivazioni della sentenza di archiviazione come se si trattasse del riconoscimento di chiacchiere da parte della consigliera di opposizione. Ancora più specie mi fa una mancata simile critica da almeno uno dei diciotto “mi piace”.

Quanto all'attendo fiducioso, lascio la parola all'autrice dell'offesa, Valeria Piazza, che bene avrebbe fatto a diffondere un comunicato alle testate locali, che avevano pubblicato il suo comunicato, per ringraziare di averle dato voce e per scusarsi di averle coinvolte in una simile disavventura.

Ma questa è Cefalù: un sostenitore di questa Amministrazione può tranquillamente servirsi della querela nel tentativo d'intimorire chi dissente!

Commenti

ANCORA SU CHIACCHIERE E TABACCHERE

Alla remissione della querela può darsi corso, in qualunque fase del procedimento, attraverso dichiarazione, scritta o orale, rilasciata all’Autorità procedente.
E’ compito di quest’ultima verificare se vi sia accettazione o ricusazione da parte del querelato.
Tutto ciò è facilmente comprensibile dalla lettura dei Codici (artt. da 152 a 156 Codice Penale, artt. 339 e 340 Codice Procedura Penale), ma anche dalla spiegazione riportata da “La legge per tutti”. https://www.laleggepertutti.it/106772_come-ritirare-la-quer….
Proprio per tutti. Anche per quel “simpatico” signore il cui problema, evidentemente, è ben più grave dell’essere risultato assente a una lezione, giacché dà l’idea di avere speso una vita sui libri, ma di averne tratto ben poco.

P.S.: “Tabacchere” è dialettale (“Chiacchiere e tabbacchere ‘e ligno, ‘o bbanco ‘e Napule nun s’impegna”)

Si può competere con l'intelligenza, mai con la stupidità. L'intelligenza ascolta, comprende e anche se non condivide discute. La stupidità si dimena nel suo “ego”, pretende ragione e non guarda mai oltre ciò che vede con le sue convinzioni. Giungendo persino a scaricare la colpa dei suoi errori ai giudici, che non hanno notificato la propria intenzione di rimettere una querela!