Il PRG e l'uomo Vitruviano di Leonardo

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Febbraio 2020, 14:49 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Guardando oltre il suo pensiero di imprenditore alberghiero, mi accade di condividere il pensiero di Giuseppe Farinella, uno dei soci titolare dell'Hotel Costa Verde. M'è accaduto anche quando ho letto la seguente sua riflessione: “Un nuovo Rinascimento per Cefalù… non può che cominciare dal nuovo piano regolatore.

I piani di urbanizzazione presi fino ad oggi per lo sviluppo di Cefalù hanno prodotto effetti nefasti.
Non serve essere un esperto del settore per notare la discrepanza visiva tra il meraviglioso centro storico, dal tessuto urbano compatto e ricco di caratteristiche ben inserite nel paesaggio, e le orribili periferie cresciute loro attorno.

Palazzi anonimi, parallelepipedi grigi, stradoni desolati e desolanti. Luoghi senz’anima, incapaci di generare quel senso di bellezza ed armonia che invece pervade il nostro centro storico. Due stili totalmente diversi, due idee di città in contrapposizione. Da una parte la Storia e l’appartenenza, dall’altra la banalità e l’alienazione.

Ora, se vogliamo realmente risorgere , dobbiamo affrontare anche questa questione. E possiamo farlo tramutando il problema in fonte di sviluppo e riscatto. Cefalù ha bisogno di un piano mastodontico di rinascita urbanistica. Qui sta la sfida.

Tra l'altro questa sua riflessione è corredata dal disegno dell'uomo di Leonardo, che rappresenta il primo esempio di trasmettere l'idea del corpo umano armonico. E se è armonico il corpo umano, altrettanto armonica dev'essere la città che lo ospita, perché, se non c'è tale reciproca armonia, nessun uomo potrà mai viverci sereno e contento né potrà esserlo il turista, che vi cerca qualcosa di particolarmente capace di segnarne lo spirito. Farinella, però, non s'interessa, come sarebbe comprensibile data la sua funzione di operatore del turismo, del solo turista, ma anche e soprattutto dei cittadini di Cefalù, che non si ritrovano più un ambiente che, dal tempo della proposta di Samonà, poi irresponsabilmente fraintesa per sete di edificatoria, era vivibile. Lo ricorda certamente Farinella, che di anni ne ha quasi quanto i miei, ma non ricordano quell'ambiente umano e civile persino i cinquantenni, per non dire i giovani.

Un ambiente che spesso ho descritto negli ultimi giorni e non credo che sia giusto ripetermi. Spero soltanto che si prenda atto che con la vergognosa frase non conforme, ma compatibile, si è distrutto ogni giorno di più tale ambiente, riducendo la vita quotidiana dei giovani a un insulso vagabondare, quando non pure allo stordimento dell'alcol e delle droghe.

Come giustamente conclude Farinella, “Qui sta la sfida”.