9 Dicembre 2019, 17:07 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
UN ESTRO CEFALUDESE A FERRARA
“Le mille sfere colorate di Anna Maria Micciché”
Jack è rimasto solo.
Il fido jack russel, nume tutelare ed anima inveterata delle funzioni altrici dell’intera famiglia, è stato momentaneamente orbato della partecipe presenza della sua amorevole padrona.
Ohibò!
C’é da chiedersi: perché?
Ma perché Anna Maria è stata chiamata a Ferrara, illustre città che diede i natali alla prorompente facondia di un Vittorio Sgarbi, urbe preclara per i mirifici monumenti che contiene, capoluogo della provincia in Emilia-Romagna, già capitale dell’omonimo Ducato nel periodo degli Estensi, dichiarata nel 1995 dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità” come città del Rinascimento, nonché prestigiosa sede universitaria ed arcivescovile!
È stata chiamata, adunque, per l’inaugurazione del cittadino albero di Natale allestito, quest’anno, con gli orpelli dei coloratissimi sferici ornamenti appositamente a Lei commissionati e dalla Stessa realizzati per quella natalizia ricorrenza.
Ma perché lei, proprio lei?
Tutto ebbe inizio, come apprendo, in questa trascorsa estate.
Come ogni anno, la Delphi International, agenzia di eventi diretta dall’intraprendente e vulcanico Direttore Riccardo Cavicchi, organizza tutte le manifestazioni del Natale ferrarese, il cui clou degli eventi è rappresentato dall’accensione dell’albero di Natale che viene eretto nella piazza centrale della città; accensione avvenuta il 30 novembre scorso alle ore 18.
Quest’anno la realizzazione del progetto è stata affidata alla nota artista cefaludese Anna Maria Micciché, venuta a conoscere ed apprezzata da parte della predetta agenzia tramite internet in virtù delle creazioni dell’artista pubblicizzate e vendute su Amazon.
Così la Micciché, coadiuvata dal figlio Renzo Rosso, neo dottore in industrial design, ha approntato un particolare addobbo consistente in 760 sfere dipinte con i colori dell’arcobaleno, rappresentanti la bandiera della pace.
Non è da sottacere, inoltre, che l’albero di Natale di Ferrara è stimato fra i 10 alberi più belli d’Italia.
Nota declarativa: al termine della festività i detti globi saranno venduti singolarmente ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza; infatti in parte andrà all’ “Emporio Solidale Il Mantello” di Ferrara ed in parte all’ “Associazione A-ROSE” (Associazione Ricerca Oncologica Sperimentale Estense).
Anna Maria Micciché non è nuova a creazioni d’arte di consistente eleganza ed impegno.
Da molti anni, infatti, ha messo su una bottega che, da oculata imprenditrice, brillantemente gestisce; la location è ubicata in questo millenario Corso Ruggero ed è contrassegnata dai numeri civici 173 e 175.
Quello che colpisce l’occhio a prima vista transitando per la detta via dinanzi a quella sede è il coacervo di smaglianti policromi colori ostentati da variopinte formelle forgiate a guisa di cuore, di quadretti, di losanghe, contenenti personalizzate didascalie, e da svariati piccoli globi, sfere, palle, di alterna misura la cui evanescente tenue dipintura, che accorpa il roseo all’azzurro, il giallo al rubro od all’ocra, il verde al ceruleo, abbacina lo sguardo del turista e di chiunque si trovi a passare da quel sito; il tutto pregno di una gradevole delicata sfumata dissolvenza che accomuna le tenui impalpabili gradazioni del cielo a quelle dell’arcobaleno (quasi la tecnica esperimentata da Leonardo per far risaltare i lontani).
Al gusto innato che la contraddistingue Anna Maria accomuna un personalissimo stile dando alle sue creazioni una originalità spesso oggetto di celate imitazioni.
Nell’interno del locale, un bazar in piena regola, si può trovare di tutto: ninnoli, articoli da regalo, piatti istoriati, quadri, angioletti posti su soffici bambagie a guisa di nuvolette pendenti dalla volta sostenuti da invisibili fili di nylon, tal che paiono ondeggiare nell’aere animati da moto proprio; ed ancora statuette e quant’altro del genere.
Ma, soprattutto, sfere iridescenti, sospese, ondeggianti, spettacolo coinvolgente, che creano uno sfavillìo indescrivibile portando la fantasìa di chi le guarda in una dimensione onirica, irreale, pregna di effetti spaziali mirifici e gradevoli.
“… Galeotto fu il libro e chi lo scrisse…” (nel nostro caso: “… galeotto fu il globo e chi lo pinse…”), all’insorto fulmineo interesse della citata agenzia “Delphi International”, divenuta subitamente cliente (quasi un colpo di fulmine a ciel sereno), corrisposero la disponibilità e l’interesse della creatrice-esercente circa l’approntamento di ben 760 presepiali originalissime palle colorate con le quali adornare l’albero di Natale che il Comune di Ferrara, come sopra accennato, ha inteso allestire anche quest’anno per la fausta ricorrenza.
E così, con alto gradimento dell’Organismo intermediario committente, le dette 760 sfere colorate, ordinate e realizzate specificatamente per questa evenienza natalizia dalla nostra artista, adornano oggi l’albero di Natale di Ferrara, eretto nella sua piazza principale.
Per l’inaugurazione della quale tradizionale accensione arborea Anna Maria Micciché, la più che conosciuta ed estroversa artista cefaludese che da anni si è sempre distinta nella arti pittoriche, negli addobbi, nelle composizioni policrome e nelle creazioni oggettistiche di manufatti ornamentali raggiungendo traguardi per nulla indifferenti, è stata ospite d’onore, assieme al figlio Renzo che l’ha accompagnata, invitata da quel Comune a presenziare alla saputa inaugurazione.
Sa il nostro fido Jack di questa commissione? Si è potuto rendere conto di questo mirifico impegno dalla nostra Anna Maria felicemente contratto e portato onorevolmente a termine? Di questo artistico lavoro che certamente concorrerà a far sì che l’Autrice, tracimando ulteriormente gli argini di una notorietà ambientale esonderà i limiti che sin qui l’hanno connotata nel nostro comprensorio proiettandosi in un universo culturale più ampio e così contribuendo a far conoscere sempre di più Cefalù in un ambito ancora più prestigioso ed evoluto?
Certamente no. Jack non se n’è reso conto. Non se ne può rendere conto; né se n’è potuto. E col suo uggiolare a tratti emesso ha dato contezza di questo suo sofferto disagio, di questo suo espresso scontento, di questa malinconìa opprimente che l’ha vessato per tutto il periodo in cui la padrona è rimasta assente, per la mancanza delle sue ripetute tiepide carezze e delle sue infinite coccole.
Per questo, durante la padronale non deprecabile ma fruttuosa latitanza, ha uggiolato alquanto. Uggiolare niente affatto lenito dalla presenza del padrone, Prof. Enzo, rimasto a governare la baracca in mancanza della moglie, né tampoco mitigato dalle sporadiche visite da parte dell’amico che qui si sottoscrive.
Ecco perché Jack, il nobile cane di famiglia, coadiutore del focolare domestico, icona imprescindibile di uno standardizzato menage familiare, è rimasto momentaneamente solo e triste accudito dal padrone, il superiormente citato cattedratico emerito; il quale, per ingannare il tempo nelle more che la moglie ed il figlio ritornassero (oggi sono felicemente pervenuti), attesa la propria prorompente culturale enciclopedica preparazione, sicuramente è ipotizzabile che non gli abbia lesinato lezioni di greco, di latino e di tedesco, soffermandosi sulle etimologìe dei verbi e dei sostantivi, delle frasi e delle perifrasi, dottrine che, stando allo sguardo dubbioso del cane nell’ascoltare, pare non debbano averlo molto interessato e convinto.
Ma tralasciando il faceto e ritornando al serio dobbiamo pur sottolineare che Anna Maria Micciché non è nuova, e sopra se n’è data contezza, a creazioni artistiche di tutto rispetto: dipinti, istoriazione di piatti, di formelle, restauri di chiesastici oggetti e quant’altro, raggiungendo livelli di finitezza di tutto rispetto.
Molte sono le sue opere che oggi adornano chiese, locali pubblici e privati, eseguite su specifica commissione.
La sua certosina meticolosità nel comporre, meticolosità sposata alla finezza del gusto, alla sua valenza calligrafica nel miniare un oggetto ed al suo impegno nel creare profuso, ha dato, nel tempo, meritati frutti rilevanti.
Ha partecipato a mostre, convegni, collettive e personali riscuotendo ampi riconoscimenti.
La sua molteplice attività artistica ha spaziato in molte branche: dalla serigrafia su stoffa al vetrinismo, alla tassidermia, agli allestimenti scenografici per il teatro della Scuola Materna; dall’approntamento di presepi di consistenti dimensioni, alla realizzazione di sagome per la Parrocchia di Maria SS. Assunta di Sclafani Bagni; dal restauro della collezione ornitologica del Museo Mandralisca di Cefalù alla realizzazione di murales in locali pubblici e in appartamenti privati del comprensorio; dall’artigianato minuto alla realizzazione, assieme a Sandra Liuzzi, della bandiera del SS. Salvatore esposta sul Duomo di Cefalù ogni anno in occasione della festa del Redentore.
E poi, ancora: la realizzazione dello Stendardo della Chiesa di S. Rita a Valledolmo, il restauro di soffitti affrescati, la decorazione degli abitini delle confraternite delle chiese dell’Itria, dell’Annunziata e del SS. Sacramento in Cefalù; e tanti altri ancora.
A voler analiticamente approntare un dettagliato completo elenco delle opere dalla Medesima confezionate occorrerebbe uno spazio più congruo ed un tempo più ampio.
Mi sono limitato, pertanto, nella ridda delle manifestazioni artistiche della Nostra, a citare solo quelle che per la finitezza della composizione hanno sortito un plauso più sostenuto.
La Micciché è un personaggio, nel nostro comprensorio, un personaggio che Cefalù si onora di annoverare fra le sue più fattive linfe creative.
Cefalù, 9 Dicembre 2019
Giuseppe Maggiore
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