Una fatica di Giuseppe Riggio meritevole di essere letta

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Novembre 2019, 21:52 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Capita spesso a Cefalù di essere presi dalla disperazione, quando la vita quotidiana del popolo e quella dell'Amministrazione, specialmente di fronte ai suoi goffi tentativi culturali, ti offrono la visione del vuoto. Ti disperi e cammini per le vie della città come alla ricerca di una possibilità di fuga, come fanno tanti giovani, che lavorano fuori, dove sono più stimati e più rispettati di quanto lo sarebbero nel loro paese natio. Io, però, sono vecchio e non mi è dato di avere almeno le forze per andarmene. Soffrirei, quindi, se altri uomini non mi dimostrassero che anche qui, solitaria e spesso inaspettata mi accade d'incontrare uno scritto, che gronda cultura a ogni suo rigo.

In inglese esiste un termine per descrivere uno stato d’animo, che la lingua italiana non credo sia in grado di esprimere con altrettanta precisione: “humbled”. “I’m humbled” significa scoprire una nuova percezione di sé più modesta e meno importante di prima a causa di un evento esterno, come appunto il venire a conoscenza di qualità straordinariamente belle di una persona. Un ridimensionamento di sé, che tuttavia non è frustrazione, ma apertura all’esempio. Occasione di imparare. Di migliorare.

Questo mi accade ogni volta che leggo commenti, scritti vari e libri di Giuseppe Riggio. Questo mi è accaduto nel leggere la sua ultima fatica, pubblicata dall'Editrice Salvatore Marsala: CHIESA SICULA. NORMANNO-GALLICA.

Un libro certamente non facile, almeno tanto quanto non facile sarà stata la ricerca per l'Autore, tutta basata nella lettura e nell'interpretazione del Liber Cantus Chori, un testo liturgico d'Oltralpe, portato in Sicilia e a Cefalù dai Benedettini, per volontà di Ruggero II.

I Bizantini prima, con la loro Chiesa Ortodossa, e gli Arabi poi avevano quasi fatto dimenticare il rito romano, per cui esso fece la prima comparsa grazie ai Normanni, ma nella versione gallicana. Essa fu mantenuta per un primo periodo anche dagli Aragonesi e dopo il Concilio Tridentino la Chiesa romana faticò non poco per affermare il suo rito. Oggi esso ha vinto la sua battaglia, ma il libro di Riggio ha il pregio di aver riportato un periodo storico, del quale i siciliani e noi cefalutani in particolare dobbiamo tenere conto, se vogliamo conoscere le radici del nostro presente.

Ho la speranza che esso entri a far parte della biblioteca di chiunque ami conoscere le proprie radici e ami accrescere la sua cultura passata, per essere più degno di vivere il presente. Le immagini, che precedono le prime pagine del libro, ci danno un'idea della fatica affrontata dal professore Riggio. Una fatica alla quale Egli è stato sempre abituato, come dimostrano altre sue opere precedenti, come Liturgia e Teologia della Confermazione. Studi su testi e usi italiani a partire dall'XI secoloIsnello piccolo e belloDon Rosario Porpora. Inventore della storia universale nella Palermo del '700.

Sono certo che chiunque seguirà il mio consiglio di leggere quest'ultimo libro di Giuseppe Riggio ne sarà grato a me per averglielo consigliato e all'Autore per averlo scritto.