Gli “origami” di Emilio Costanzo

Ritratto di Giuseppa Guercio

3 Ottobre 2019, 18:09 - Giuseppa Guercio   [suoi interventi e commenti]

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GLI “ORIGAMI” DI EMILIO COSTANZO

 

Vagando per la via Bordonaro di Cefalù, un tardo pomeriggio di questa caldissima stagione, alla ricerca di un posto fresco che consentisse un po’ di sollievo alla calura estiva, mi sono imbattuta, casualmente, in uno stand sul quale stavano adagiati degli “oggetti” a tutto tondo; dalle svariate forme e colori (anche se eseguiti tutti con la stessa tecnica), da quelli faunistici (farfalle, pesci, galletti, pavoni, tartarughe)  a quelli floreali o di frutta esotica, dalle automobiline ai carretti siciliani. Questi ultimi non potevano mancare davvero in quanto emblemi della sicilianità.

Incuriosita, mi sono soffermata per attenzionarli meglio a distanza ravvicinata ed anche per conversare con l’uomo che stava dietro al bancone espositivo che manipolava, piegava e soggiogava al suo volere creativo, dei rettangoli di carta riciclata, provenienti quasi esclusivamente da “schede da gioco” (come per esempio i gratta e vinci). Dava ad essi delle forme modulari assemblate e l’uomo che si è rilevato essere l’autore di questi oggetti grandi e piccoli, strani o realistici, inventati o surreali che a poco a poco venivano fuori dalle sue abili mani, è EMILIO COSTANZO, un signore di Bagheria che ama definire le sue creazioni “sculture di carta” ad “origami 3d” cioè tridimensionali. Ma non mancano gli elaborati bidimensionali, ispirati per esempio alle opere di Antonello da Messina:

l’Annunziata del Palazzo Abatellis di Palermo

il famoso Ritratto d’ignoto marinaio del museo Mondralisca di Cefalù

Poi la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, nonché il suo autoritratto

Poi ancora i volti dei Pantocreatori dei catini absidali delle Cattedrali di Cefalù e Monreale

Tali opere sono tutte rese ovviamente in chiave origamica con effetto pixel che, all’osservazione a distanza, si fondono sulla retina oculare dando luogo all’immagine e la cui policromia è ottenuta dall’adattamento e dall’assemblaggio paziente dei colori presenti nella carta riciclata adoperata per l’esecuzione, nonché dall’ausilio di pennellate ottenute, utilizzate ad hoc. Dunque le cosiddette “sculture di carta”, come ama definirle il loro creatore, altro non sono che gli origami già noti fin dall’antichità, soprattutto in Giappone dove è stato coniato il termine la cui derivazione etimologiva significa proprio “piegare la carta”. Nel tempo essi hanno subìto variazioni nei metodi di piegatura della stessa carta e conseguente creatività. I grandi maestri di origami del passato hanno fatto degli stessi una vera e propria arte, elevandoli alle vette più alte, in composizioni originali. Anche il signor Emilio Costanzo non è da meno e lo dimostra con il suo stile esecutivo che si esplicita nell’attimo in cui la manualità sciolta e pratica perché allenata nel tempo, obbedisce e mette in atto ciò che la sua fertile fantasia gli ha suggerito ed elaborato. Ho avuto anche l’occasione, successivamente, di osservare sui mezzi telematici, altre sue creazioni; mi complimento pertanto con lui e gli auguro lunga e brillante carriera artistica.

                                                                                                       Giuseppa Guercio