Il linciaggio di cinque immigrati cefaludesi, in Louisiana, nel luglio del 1899

Ritratto di Carlo La Calce

9 Settembre 2019, 15:07 - Carlo La Calce   [suoi interventi e commenti]

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Da leggere: “Storia vera e terribile tra Sicilia e America”, Enrico Deaglio
Sellerio editore, Palermo

IL LINCIAGGIO DI CINQUE IMMIGRATI CEFALUDESI, IN LOUISIANA, NEL LUGLIO DEL 1899

 

Nel libro-inchiesta edito da Sellerio (gradito regalo dell’amico Pasquale Giardina), Enrico Deaglio, giornalista-scrittore, apprezzatissimo autore di reportage televisivi di grande interesse, ricostruisce accuratamente – in maniera rigorosa e documentata – l’atroce vicenda, ai più sconosciuta, del linciaggio collettivo di un clan familiare di fratelli e cugini emigrati da Cefalù, impiccati il 20 luglio 1899 a Tallulah, sperduta cittadina della Louisiana, trecento chilometri a nord di New Orleans. Vittime del linciaggio, i cui autori rimasero impuniti: Giuseppe (Joe) Defatta, di anni 34; Francesco (Frank) Defatta, di anni 30; Pasquale (Charles) Defatta, di anni 54; Rosario Fiduccia, di anni 37 (detto Sy Defichi); Giovanni Cirami, di anni 23 detto John Cerano o Cyrano).

Cefaludesi di nascita (i primi tre erano tra loro fratelli), contadini in origine, i cinque erano divenuti piccoli commercianti di frutta e verdura, proprietari di due negozi a Tallulah e di carretti per la vendita ambulante).

All’origine degli eventi che portarono all’impiccagione, una capra – sì, proprio una capra – di proprietà dei Defatta, che aveva sconfinato (e non era la prima volta che ciò accadeva) nel prato dell’Ufficiale sanitario del paese. Il dottor Ford Hodge (questo il nome del Coroner) aveva reagito freddando l’animale con un preciso colpo di pistola ed era quindi stato preso di mira con un fucile da caccia, per vendetta, e ferito gravemente da uno del gruppo dei siciliani. Da qui la reazione della cittadinanza e la conseguente caccia all’ uomo, sfociata nel feroce, brutale linciaggio dei cinque cefaludesi.

Alla folla assetata di vendetta era riuscito miracolosamente a sfuggire un sesto uomo, Giuseppe (Joe) Defina, anch’egli di Cefalù, cognato dei Defatta.

Gli elementi  tuttavia che Deaglio raccoglie minuziosamente attraverso l’analisi della stampa dell’epoca, attraverso testimonianze e memorie,  mettono in crisi la veridicità e la fondatezza della versione ufficiale dei fatti, evidenziando piuttosto la pretestuosità delle accuse nei confronti del gruppo dei cefaludesi e spingendo Deaglio a non fermarsi alla superficie della drammatica vicenda ma a cercare motivazioni più profonde, remote e complesse.

Allargando gli orizzonti della sua indagine attraverso una riflessione storica, politica e sociale sul meridione d’Italia e sugli Stati Uniti di fine ottocento, l’autore perviene così ad una verità che si annida profondamente nella cultura razzista ancora imperante nell’America di quel periodo e che lega indissolubilmente la “storia vera e terribile” ad una struttura sociale ed economica saldamente ancorata ad un imprescindibile modello schiavista.

Tale modello, ancora in vigore nell’America post-guerra civile, fondato su discriminazione emarginazione, odio e violenza, apparentandoli ai “negri” (ormai liberati), individuava nei diseredati italiani del meridione depresso, ed in particolare nei siciliani,  i nuovi schiavi, “Dagos”, appartenenti ad una razza “dannata”, geneticamente inferiore, socialmente pericolosa.

Non manca infine nel libro di Deaglio -  in tema di emigrazione - un riferimento alla situazione dei giorni nostri che vedono la Sicilia ancora protagonista, ma da una prospettiva paradossalmente ribaltata: già serbatoio di migranti, da punto di partenza si è trasformata – di nuovo drammaticamente – in meta e punto di approdo del “viaggio della speranza”.

 

Immagini tratte dal libro

                      

Giuseppe “Joe” Defatta, nato a Cefalù nel 1865                      Francesco “Frank” Defatta, nato a Cefalù nel 1869

 

Rosario Fiduccia, detto “Sy Defichi”, nato a Cefalù nel 1862

 

Note

Negli Stati Uniti d’America, a cavallo tra otto e novecento, sono stati, in tutto, 34 gli Italiani linciati nell’arco di poco più di 20 anni.
Si iniziò a Vicksburg, in Virginia, nel 1886, poi a Louisville nel 1889, a Denver nel 1893, a Walsenburg nel 1895, ad Hahnville nel 1996, a Tallulah nel 1899, ad Erwin nel 1901, ad Ashdown nel 1901, a Davis nel 1903, fino all’ultimo linciaggio a Tampa, in Florida, nel 1910.
I Cefaludesi “giustiziati sommariamente” sono stati, in tutto, sette; ai cinque di Tallulah vanno infatti aggiunti i due di Erwin (nel Mississipi), Salvatore e Vincenzo Serio (padre e figlio, rispettivamente).