Ristorante "Le Terme": si riaccende il fuoco

Ritratto di Angelo Sciortino

3 Settembre 2019, 19:46 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il musicista Gustav Mahler diceva: “Bisogna custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. Una frase di profonda verità, che mi è tornata in mente mentre visitavo il nuovo ristorante Le Terme in Largo Bagni Cicerone a Cefalù. Il luogo per decenni era rimasto chiuso e in pochi avevano avuto occasione di visitarlo all'interno, nonostante si trattasse di ruderi di antiche terme. Per decenni, quindi, e forse per secoli essi restarono ceneri di un passato glorioso e a nessuno venne mai in mente di farli rivivere, trasformandoli in fuoco da custodire, per farli tornare a vivere.

Poi, quasi inaspettatamente, alcuni giovani imprenditori hanno acquistato i locali e hanno deciso di sfruttarli per la loro impresa di ristorazione. A questi tre giovani imprenditori, tutti appena trentenni – i fratelli Jessica, Alessio e Davide Barranco, sostenuti dal padre Enzo – non bastava, però, fare un ristorante purchessia, perché appena divenuti proprietari si resero conto che il loro bene aveva appunto le caratteristiche di un bene archeologico, che da cenere meritava di diventare o di tornare fuoco. Un sogno? No, una valutazione insieme archeologica, estetica e culturale. Un simile pensiero non li spinse a improvvisare gli interventi, ma si affidarono a un architetto, Salvatore Curcio, che, forte della sua preparazione acquisita con la laurea all'Università di Venezia e i suoi studi, nonché con la sua esperienza acquisita anche con la collaborazione con alcuni dei migliori architetti italiani – Gianni Braghieri e Paolo Piva fra gli altri - studiò le soluzioni progettuali più adatte per conservare quel che rimaneva della passata archeologia.

Questa conservazione nulla sarebbe stata, se non fosse stato riattizzato il fuoco. Operazione certamente non facile. Due erano le necessità: una mente aperta e concimata di ottima cultura del progettista e la disposizione dei giovani committenti a comprendere quale meta doveva essere raggiunta e sostenerne le spese. Tale collaborazione non è mancata, neppure quando era necessario sottoporsi al controllo della Sovrintendenza, dove fortunatamente il progetto fu esaminato con attenzione dalla sovrintendente Lina Bellanca, che suggerì pure scelte di materiali e alcuni accorgimenti atti a conservare quel che ancora restava della passata gloria delle terme romane.

La progettazione e i lavori per la sua attuazione hanno richiesto quasi quattro anni e finalmente domenica uno settembre, con la partecipazione di numerosi intervenuti, fra i quali del vicesindaco architetto Tania Culotta, dell'assessore regionale Cordaro, dell'ingegnere Piscitello, responsabile dei calcoli, è stato inaugurato il nuovo ristorante. Spendere parole per descrivere la sorpresa dei visitatori di fronte a quello che si presentò ai loro occhi non sarebbe sufficiente, per cui affido alle foto che seguono la descrizione del gioiello nato dalle ceneri, che ricoprivano quello che a ragione può essere un monumento storico di Cefalù, più antico della sua Cattedrale e per secoli rimasto nascosto, irresponsabilmente nascosto.

I giovani fratelli Barranco hanno ben donde di essere orgogliosi di questo recupero, così come noi dobbiamo essergliene grati.