RADDOPPIO FERROVIARIO: allo Spinito e a Pietragrossa il tempo si è fermato al 2015

Ritratto di Saro Di Paola

29 Maggio 2019, 07:35 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Allo Spinito e a Pietragrossa il tempo si è fermato al 2015.
Anzi no.

Allo Spinito, il tempo ha lasciato il segno del suo passare.
Ha scolorito il rosso dello spray,

   

col quale, nel 2015, vennero picchettate le paratie per l’imbocco della galleria di sfollamento dalla fermata sotterranea.

   

Le paratie erano state picchettate perché, secondo il cronoprogramma del “progetto esecutivo”, era proprio dalla via Antonello da Messina, sul terreno che il Comune aveva già consegnato alla TOTO, che, il 15 febbraio 2016, sarebbero iniziati i lavori per realizzare quella galleria carrabile per l’entrata e per l’uscita dei mezzi di soccorso nei malaugurati casi di emergenza all’interno della fermata sotterranea.

Così ci venne detto negli incontri pubblici durante i quali vennero illustrati il raddoppio e la fermata di Cefalù.

Allo Spinito, insieme al tempo, a lasciare il segno del suo passare è stato il punteruolo rosso.
Ha “ucciso” alcune delle palme,

che, per realizzare l’imbocco di quella galleria, si sarebbero dovute espiantare e che il Sindaco aveva chiesto alla TOTO di reimpiantare nella tenuta Bordonaro.

A Pietragrossa e lungo la via Cirincione, invece, tutto era fermo nel 2015 e tutto è fermo ancora oggi.
Il Sindaco, infatti, non consegnò le aree pubbliche che l’impresa aveva chiesto di occupare per l'impianto dei cantieri necessari per realizzare i pozzi delle scale per le uscite di emergenza dalla fermata.
Si riservò di consegnarle alla data di effettivo inizio dei lavori, per non privare i residenti di un consistente numero di posti auto.

Così ci venne detto in quegli stessi incontri.

A preoccupare, però, non è il fatto che allo Spinito e a Pietragrossa tutto sia rimasto fermo al 2015.
A preoccupare è il fatto che della fermata sotterranea non si parli più e che nulla di ufficiale sia stato dato a sapere sulla sorte del “progetto esecutivo” che venne illustrato nei predetti incontri.
A preoccupare è l’assordante silenzio sulla più complessa e delicata delle opere dell’intero raddoppio.

Saro Di Paola, 29 maggio 2019