Il coraggio di raccontare la verità. In ricordo del giornalista Cosimo Cristina

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27 Aprile 2019, 19:14 - Esperonews   [suoi interventi e commenti]

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Esperonews – Ordine dei Giornalisti - Circolo Margherita

IL CORAGGIO DI RACCONTARE LA VERITÀ
IN RICORDO DEL GIORNALISTA COSIMO CRISTINA

Saluti:
Giacinto Lo Faso, Presidente Circolo Margherita

Presentazione:
Alfonso Lo Cascio, Direttore Esperonews

Interventi:
Giusi Conti, Docente Istituto Istruzione Secondaria “Stenio”
Francesca La Mantia, Scrittrice e regista
Luciano Mirone, Giornalista, autore del libro “Gli insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza

Sabato 4 maggio 2019 - ore 9,30
Salone delle Feste Circolo Margherita, Piazza Duomo - Termini Imerese

Per i giornalisti in regola con le quote d'iscrizione all'Ordine la partecipazione all’evento da diritto a 3 crediti formativi

 

Nota su Cosimo Cristina

Cosimo Cristina nasce a Termini Imere­se l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 19­59 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmen­te affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subito Prospettive Sici­liane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessu­no osava nemmeno nominarla. Ini­ziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindaca­lista Salvatore Carnevale e del sa­cerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Ago­stino Tripi, il pro­cesso per l’omicidio di Car­melo Gial­lombardo. Il pome­riggio del 5 mag­gio 1960, ad appena 25 an­ni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suici­dio.  Ma i dubbi già allora erano tan­ti, qual­cosa non quadrava. In quei giorni , a Termini Imerese, si trovava Enza, la fidanzata di Cosimo Cristina, di cui lui era innamoratissimo. Proprio a lei aveva detto che si allontanava a prendere dei giornali per poi sparire misteriosamente. Nella ta­sca della sua giacca vengono ritro­vati due biglietti, uno indirizzato ad Enza e l’altro all’amico Cappuzzo, suo collaboratore per il giornale “Prospettive” sulla cui autentici­tà la famiglia ha dubitato sin dal pri­mo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calli­grafica.
Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia: suici­dato da Cosa Nostra, secondo il bel termine che verrà  coniato in seguito dal giornalista Giuseppe Francese. Come spesso accade in questi casi, nessuno sapeva, chi sapeva  non parlava, chi parlava veniva  fatto tace­re e, a parte qualche articolo del so­lito cronista rompiscatole, a nessuno interessava più di tanto. Il caso viene ria­perto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Man­gano, è riesumata la salma e final­mente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristi­na è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di o­blio venne ste­sa sul giovane che viene vergo­gnosamente dimenti­cato.
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane, prima fra tutte  l’IISS “ Stenio”,  che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell'Ordine dei Gior­nalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per  il cinquante­simo anniversario della mor­te, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata col­locata una lapide nel luo­go in cui venne rinvenuto il corpo.