La sentenza del CGA e il Victoria Palace Hotel

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Aprile 2019, 23:03 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Sono pochi gli italiani che fanno affidamento sugli uffici pubblici, ritenuti una zavorra; un ostacolo alla crescita del Paese. A Cefalù ne abbiamo una prova lampante. Cefalù è un polo turistico fra i più importanti della Sicilia, per cui la crescita di tutto ciò che può favorire il suo sviluppo dovrebbe essere favorito dalla sua Amministrazione e dalla burocrazia, che ne sostiene l'attività. È giusto chiedersi, pertanto: qual è lo stato di salute dei nostri apparati pubblici? Debolezza, ritardi, inefficacia, eccessiva attenzione per gli interessi elettorali dei politici di turno, disattenzione per le esigenze degli utenti, sono mali noti di tale burocrazia.

Come una questione di pratica, questi burocrati fanno, interpretano e fanno rispettare la legge, magari dichiarando qualcosa non conforme, ma compatibile e mantenendo il loro potere al sicuro e al di là della portata sia degli elettori che dei legislatori. Una prova innegabile è la recente sentenza del CGA a proposito della questione relativa all'hotel Victoria Palace, sito sul Lungomare.

Consentitemi prima una premessa. Il diritto amministrativo è un'invenzione napoleonica e impera in Francia e in Italia, ma non nei Paesi di più salda tradizione democratica e liberale, come la Gran Bretagna. Questo perché in una società veramente libera i rapporti tra i singoli e tra costoro e lo Stato vanno regolati da una legge uguale per tutti e applicata dagli stessi Tribunali e non da Tribunali speciali come i TAR e i CGA. I giudici di quest'ultimi, tra l'altro, sono nominati dalla politica, con quali risultati lo sanno tutte le persone informate o che hanno avuto la (s)ventura di cadere nelle loro grinfie, nella speranza di ottenere giustizia.

Fatta questa premessa, passo a esaminare la sentenza, che chiunque può leggere nel pdf in calce al presente intervento.

In data 30.11.2005 il Comune rilasciava il permesso di costruire n. 52, con il quale autorizzava la costruzione dell'albergo oggi chiamato Victoria Palace. Dalla sentenza si legge: “1.2. Il 13.2.2007 la società C.F.C. chiedeva il rilascio di una variante in corso d’opera.

La variante veniva “autoassentita” con perizia di parte ai sensi dell’art. 2 l.r. n.17/1994.

In data 11.8.2009 la società C.F.C. chiedeva altresì una proroga di un anno, vista l’impossibilità di terminare i lavori di realizzazione del fabbricato.

Detta proroga tuttavia non veniva riscontrata dal Comune, sicché il 30.11.2009 – e cioè decorsi tre anni dalla data di inizio dei lavori (30.11.2006) - sull’istanza di proroga si formava il “silenzio-rigetto” ed il permesso di costruire veniva a decadere.

E qui viene il bello! “In data 8.6.2012 il nuovo Responsabile del settore LL.PP. edilizia privata e pubblica del Comune di Cefalù effettuava un sopralluogo ed un accertamento tecnico, in esito ai quali rilevava la sussistenza di varie difformità tra le opere fino ad allora realizzate e quelle oggetto del progetto assentito con il permesso di costruire n. 52 del 30.11.2005 (e successiva variante “autoassentita”).

Conseguentemente, in data 18.7.2012 il Comune di Cefalù adottava il provvedimento n. 16/2012 con cui ordinava la rimessa in pristino stato dei luoghi mediante la demolizione delle opere abusivamente realizzate, assegnando a tal fine il termine di novanta giorni. La C.F.C. riteneva di non impugnare il provvedimento n. 16/2012 e presentava in data 23.7.2012 un’istanza di sanatoria ai sensi dell’art. 36 d.P.R. n. 380/2011 ai fini di ottenere la concessione in sanatoria per le opere abusivamente realizzate.

Quando la società CFC decide di ottemperare alla determinazione n. 22 del 18.09.2012, il Comune, come se già non esistesse l'edificio, “ adottava la determinazione n. 22 del 18.9.2012 con cui comunicava l’avvio del procedimento di rigetto della domanda di sanatoria e di annullamento in autotutela del permesso di costruire n. 52 del 30.11.2005 e della successiva variante autoassentita.

Se tutto ciò non è follia burocratica, io non so che cosa sia la follia. Il bello è che sia il TAR e sia il CGA hanno sentenziato che il Comune si è comportato bene, con grande gongolamento del Sindaco su un suo post. Resta il fatto che ci sono voluti quasi tredici anni per costruire un albergo per colpa dei tentennamenti della burocrazia pubblica. E poi vogliamo il rilancio di Cefalù! Fatti simili scoraggiano gli investimenti, di cui Cefalù ha bisogno; investimenti che creano posti di lavoro per i giovani e ricchezza diffusa per tutti.

 Sentenza CGA Comune di Cefalù.pdf