La scomparsa di una grande mente

Questa notte è venuto a mancare l'avvocato Agostino Terregino. Aveva 79 anni e da tempo era malato. La sua morte mi lascia sgomento e addolorato, perché era una di quelle menti aperte e curiose, che ormai sono diventate una rarità.

Nella sua attività professionale spiccò per essere stato uno dei migliori avvocati amministrativisti, ai quali si deve, tra l'altro, la strenua difesa vittoriosa del nostro nuovo ospedale Giglio. Non voglio, però, ricordarlo per i suoi meriti professionali, ma piuttosto per le sue qualità umane e culturali, che ebbi l'onore e la gioia di conoscere in alcuni casuali incontri e nelle conversazioni relative.

In queste occasioni parlammo dell'ospedale Giglio, ma ancora di più di economia mondiale e di filosofia, a riprova che i suoi interessi travalicavano il diritto in senso stretto. Anzi, la sua conoscenza del diritto si reggeva su una vasta e approfondita conoscenza, che dà quella saggezza e quella sapienza, senza le quali non si ha cultura, ma semplice e talvolta inutile erudizione.

Questa saggezza e questa sapienza l'ha trasmessa ai giovani avvocati, che nel suo studio hanno fatto esperienza, Pasquale Di Paola e il nipote Stefano Botindari. A loro rimane una grande eredità, che essi trasmetteranno, perpetuando il nome del loro Maestro. Accadrà così, come accade per tutte le grandi menti, che l'avvocato Terregino continuerà a vivere, perché rimane vivo ciò che Egli ha trasmesso a chi ha saputo imparare da Lui e a chi si sforzerà di imitarne la saggezza.

Nel mio piccolo posso soltanto assicurare che Egli continuerà a vivere nel mio ricordo finché vivrò.