Il Sindaco chiede scusa...

Ritratto di Angelo Sciortino

27 Febbraio 2019, 15:07 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Il Sindaco ha chiesto scusa ai familiari dei defunti ancora senza una tomba. Si è persino detto addolorato, ma non ha ammesso le sue responsabilità. Certamente non è colpa sua se il cimitero di Cefalù è troppo piccolo e i loculi disponibili sono insufficienti per accogliere i tanti, che si ostinano a morire. No, non è colpa sua.

Cefalù fino a metà dell'Ottocento non aveva un cimitero e i defunti venivano seppelliti nelle aree adiacenti alle Chiese. Fra tutte, il sagrato della Cattedrale, che a furia di seppellirvi i morti, coprendoli con terra riportata, si alzò al punto da abolire la scalinata, che dal portale raggiungeva la piazza. Oggi nessuno se ne ricorda, ma chi era bambino quando lo ero io, ricorderà quando attraverso una botola si penetrava per gioco sotto il sagrato e vi si scoprivano resti umani. Oggi noncuranti si passeggia sopra questi poveri resti, coperti ormai da oltre un secolo dalla terra, prima trascinata via dalle acque piovane, oggi stabile, perché attorno vi si sono costruiti muri di contenimento.

Sia come sia, accadde che a Cefalù a causa di queste sepolture e a causa della distribuzione di acqua allora non potabile e spesso nociva per la salute, si ebbe una diffusione di colera, che fece soffrire per anni i cefalutani. Fu nominato Commissario governativo Antonino Morvillo. Anche allora il Comune era in dissesto, la Città aveva bisogno di servizi essenziali e, soprattutto, di un cimitero. Morvillo non aveva responsabilità, come oggi non ne ha l'attuale Sindaco, ma nei soli tre mesi (tre mesi!) in cui rimase nell'incarico non chiese scusa né fece proclami, ma risanò le finanze comunali; aprì la discesa Paramuro; continuò corso Ruggero oltre la piazza del Duomo e altro ancora. Fra quest'altro c'è il cimitero. Sì, il primo e il solo cimitero di Cefalù l'abbiamo avuto negli anni '60 dell'Ottocento e per merito di Antonino Morvillo!

Se oggi egli tornasse e se avesse gli stessi poteri che ebbe allora, non riesco a immaginare la reazione che avrebbe di fronte a un sindaco, che chiede scusa perché il suo cimitero non è più in grado di svolgere la funzione, per la quale egli l'aveva voluto. Certamente gli rimprovererebbe di parlare invece di agire. In una parola, di non fare come fece lui.

Farò stampare a mie spese la lettera, che egli inviò al Consiglio Comunale di allora alla fine del suo mandato, affinché i cittadini possano paragonare il suo operato con quello degli attuali Commissari e dell'attuale Sindaco, per poi trarne un giudizio ben argomentato su chi per anni ha saputo soltanto creare situazioni, per le quali chiedere scusa. E fra queste situazioni una richiede una risposta: quanto ha incassato il Comune per la vendita di aree da destinare a cappelle private e come sono state spese le somme incassate? E finché non ci sarà questa risposta, è del non averla data che bisognerebbe chiedere scusa.