Sul cosiddetto “Piano Paesaggistico” che ci riguarda

Ritratto di Giovanni La Barbera

23 Gennaio 2019, 07:53 - Giovanni La Barbera   [suoi interventi e commenti]

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Sul cosiddetto “Piano Paesaggistico” che ci riguarda

 

Non trascuriamo l'iter in corso con il quale la Soprintendenza prenderà decisioni riguardanti il territorio di Cefalù.

Il 24 Gennaio sono stati convocati presso la sede della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, i rappresentanti dei Comuni i cui territori sono stati oggetto di studio finalizzato alla formazione di norme d'uso del suolo, che troveranno posto nel redigendo Piano Paesaggistico. 

Si tratta di riunioni, tra la Soprintendenza ai BB.CC.AA, incaricata di redigere il Piano e gli Enti Locali, chiamate, dal decreto legislativo n. 42/2004 ( Testo Unico sui Beni Culturali e Paesaggistici), Concertazione.
Che sia stata incaricata la Soprintendenza che si avvale della struttura dell'Assessorato ai BB.CC.AA, e cosa che non trova analogia con altre Regioni, ed appare un modo politicamente discutibile, in quanto cosi, la Regione,  non si assume inequivocabilmente le responsabilità connesse con l'attività di pianificazione alla scala che le compete.

Tuttavia e auspicabile e si presume che i Comuni abbiano preso conoscenza e coscienza dei contenuti del Piano e si siano fatti almeno una idea di ciò che i cittadini dovranno aspettarsi dall'adozione e poi dall'approvazione di esso.

Già dal novembre 2018 è stato trasmesso ai Comuni, il dischetto contenente gli elaborati del Piano e delle norme di attuazione, che ad approvazione avvenuta dovranno essere recepite, senza deroga alcuna, dai rispettivi Piani Regolatori Generali mediante opportune varianti.

È bene ricordare che il Piano Paesaggistico, una volta adottato, diventa immediatamente norma da rispettare per tutti i cittadini, ancor prima che esso sia approvato, in quanto entrano in vigore le cosiddette misure di Salvaguardia.

L'adozione del Piano avverrà dopo che sia avvenuta la procedura detta di Concertazione.

Tutto fa pensare che la Regione voglia bruciare le tappe per arrivare all'approvazione quanto prima.

Sembra utile porsi, in quanto non manifestamente infondate, le seguenti domande:

 - Che succederà del territorio di Cefalù e degli altri Comuni interessati, di conseguenza?

- Come viene trattato il diritto di proprietà, anche con riferimento alla funzione costituzionalmente definita di detto diritto?

- E ancora, coloro che vedranno svuotato il diritto di proprietà dopo aver pagato per anni la fiscalità locale sui loro terreni (prima ICI ed oggi IMU) che possono fare?

- E, non per ultimo, le istituzioni (Regione-Soprintendenza e Comuni) sono in grado di spiegare ai cittadini, con realismo, quale futuro li aspetta in seguito all'entrata in vigore di questo Piano Paesaggistico, il quale potrebbe apparire una carta dei vincoli che limita fortemente la libertà d'uso della proprietà?

- Che ne dice il mondo economico e professionale di questo Piano?

- Insomma, in breve, chi ci può spiegare i reali effetti del Piano, senza dissimularli, con obiettivi e linee d'azione meramente retoriche?

La mia opinione, sul tipo di iniziativa qui in argomento, si rifiuta di pensare che la formazione del cittadino che conosce, cresce e partecipa, passi da iniziative che provenendo da un potere inteso sovraordinato, annulli nei fatti, ancorché nella forma appaia rispettata, la sua autonomia, come è sancita, per altro, dalla legge.  

Per questo ho da tempo pensato che la Regione nella sua autonomia statutaria, avrebbe fatto bene ad abolire l'istituto del Piano Regolatore Generale Comunale ed a sostituirlo con il Piano Paesaggistico Comunale, ovviamente rielaborando la tecnica redazionale e dando un forte impulso al processo di partecipazione del cittadino nelle decisioni  di tutela e valorizzazione del territorio.

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