10 Dicembre 2018, 21:07 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Il Sindaco di Cefalù scrive ai vice premier Di Maio e Salvini. Con una parafrasi del Poeta, così comincia la sua lettera: “Cari Di Maio e Salvini, Oimè, quanto somiglia
Al vostro costume il mio! Buon senso e scienza, /Dello studio giovanile dolce famiglia,
/E te german dello studio, amor di sapienza, /Sospiro acerbo de' provetti giorni,
/Non curo”.
La lettera poi prosegue con una sorta di elenco delle somiglianze del Sindaco con i due vice premier, che non si capisce di chi sono i vice premier, considerato che nella Repubblica Italiana non è prevista la figura del premier, ma soltanto quella di Presidente del Consiglio. Forse si tratta di un'altra somiglianza, visto che il Sindaco considera se stesso più di un semplice sindaco.
In ogni caso, a parer mio una somiglianza su tutte li rende simili: l'inveterata abitudine agli annunci, che rimangono tali per mancanza di una seria conoscenza dell'economia e delle norme giuridiche. Di questo mi tocca parlare in questa occasione.
A più riprese egli ha annunciato che, in osservanza di quanto imposto o quantomeno previsto dal Governo regionale, a Cefalù si farà finalmente la raccolta differenziata dei rifiuti. E per dimostrarlo ha tolto quasi tutti i cassonetti. I cittadini, però, non sembrano molto contenti di essere stati privati della comodità dei cassonetti, specialmente gli anziani, che non possono sobbarcarsi l'impegno di raggiungere i pochi punti di raccolta, dove per alcune ore al giorno rimane di guardia un incaricato, che proprio in quelle ore potrebbe, con un automezzo idoneo, svolgere la cosiddetta raccolta porta a porta. E sì, quella raccolta prevista dalla legge n, 147 del 27.12. 2013, che tra l'altro prevede all'articolo 657 che “Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40% della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita.”. Occorre precisare che si tratta di una regola obbligatoria, che ogni Comune deve rispettare.
Ma forse il nostro Sindaco dà un'interpretazione personale di questa legge, per cui sarà necessario che i cittadini si rivolgano a un Tribunale per obbligarlo a rispettare il loro diritto. Niente paura, proporrò una class action, per cui la sola fatica richiesta sarà quella di sottoscriverla.
Per intanto sorridiamo con la parafrasi del Poeta, che conclude la lettera del Sindaco: “A me, se di dimissioni /La detestata soglia /Evitar non impetro, /Quando muti questi occhi all'altrui core, /E lor fia voto il mondo, e il dì futuro /Del dì presente più noioso e tetro, /Che parrà di tal voglia di comandare? /Che di questi dannosi anni miei? che di me stesso? /Ahi pentirommi, e spesso, Ma sconsolato, volgerommi indietro.”.
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