20 Novembre 2018, 19:05 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
"MEMINISSE HORRET"
Rovistando fra le mie carte, vecchie e nuove, ma più vecchie che nuove, m'é capitato d'imbattermi in un foglio sgualcito ed ingiallito dal tempo, onorato da una nutrita sequela di escrementi ditterici, che nei trascorsi scolastici mi venne dato da una mia avvenente compagna di scuola, dagli occhi celesti come il cielo settembrino, alta, slanciata, apollinea, ahimé prematuramente scomparsa molti anni fa: Luisa Calderone.
Il foglio contiene una poesìa, firmata dalla predetta, che, quindi, debbo ritenerne l'autrice, quantunque non ricordi che componesse poesìe (ammenoché non l'abbia derivata da un noto od ignoto autore che sia o da qualche desueta filastrocca frutto di un vivido ingegno scolaresco, non so); componimento che ritengo un estroso intelligente culturale assemblaggio di situazioni e di personaggi di antologica estrazione, umoristicamente combinati, non solo degno di essere riproposto a futura memoria di colei, ma anche per ribadire come con molta semplicità ci si divertiva in quell'epoca ormai irrimediabilmente sommersa dalla indecorosa cenere dei passati decenni. "Ei fu!..."
La riporto qui, pertanto, così come sta scritta, senza aggiungere, togliere o correggere niente, in modo da lasciarle quell'inconfondibile sapore di ingenuità che allora permeava le nostre giovani menti:
"Meminisse horret. e Socrate, con aria lieta e astuta, Giano si rifiutò d'esser bifronte, Dio della guerra venne eletto Febo La distanza più breve fra due punti A digiuno si mise Trimalcione Suonava Enrico Ottavo le campane, La grammatica, amici, che spavento, Le scienze eran soltanto un'opinione Poi, pria che in rovina il mondo andasse, |
Cefalù, 20 Novembre 2018
Giuseppe Maggiore
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