La sfiducia al Presidente Franco di dieci Consiglieri del centrodestra: corsi e ricorsi storici

Ritratto di Saro Di Paola

15 Maggio 2013, 22:14 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nella storia recente del Consiglio comunale di Cefalù la “serrata” contro il Presidente del Consiglio cui hanno dato vita dieci Consiglieri comunali che, a far data dal 9 maggio, disertano i lavori del Consiglio e delle Commissioni, non è un fatto nuovo.
Infatti, da quando nel 1992, il Legislatore ha istituito l’elezione dei sindaci a suffragio popolare e, con essa, la figura del Presidente del Consiglio eletto dai Consiglieri comunali, gli annali del Consiglio ne registrano un’altra : quella del 2000.

Si era al 15 febbraio di quell’anno.
Simona Vicari era Sindaco.
Da oltre tre anni.
Roberto Corsello Presidente del Consiglio.
Da oltre sei anni.

Il Consiglio era stato chiamato a determinarsi sulla mozione che il consigliere Benedetto Coco, insieme ad altri sei colleghi della opposizione di centro sinistra, aveva presentato sul “problema della potabilizzazione dell’acqua” a seguito della delibera n° 499 con la quale, il 2/11/1999, la Giunta Vicari aveva affidato al Consorzio Simegas-Torricelli la concessione per la costruzione e la gestione venticinquennale, in projet financing, del potabilizzatore a Santa Barbara.
Quel potabilizzatore che, dal 1999 al 2012, il centro sinistra cefaludese ha osteggiato.
Sempre e con ogni mezzo.
Quel potabilizzatore che, grazie alla scelta della Vicari, alle professionalità ed alla solidità economica della “Sorgenti Presidiana”, rende l’unico servizio veramente efficiente e di qualià di cui, nel 2013, la Città disponga.
Nonostante tutto e sin da quando, nel 2005, è entrato in funzione.

Ad aprire il dibattito di quella seduta fu, proprio, il Consigliere Coco che, a conclusione di un lunghissimo intervento nel corso del quale ebbe a dire di tutto e di più contro la delibera adottata dalla Giunta chiese, a nome Suo e dei colleghi che avevano firmato la mozione, la immediata revoca della delibera di giunta.
Per ben 5 ordini di motivi per i quali, a giudizio dei consiglieri medesimi, la delibera avrebbe “contenuto motivi di palese illegittimità nonché probabili profili di natura penale”.
Ma non solo.
Coco chiese, anche ed addirittura, “la trasmissione di copia dell’intero incarto alle autorità competenti per una opportuna valutazione in ordine all’accertamento di eventuali reati”.
Sic!

Il Sindaco Vicari replicò a Coco e agli altri consiglieri intervenuti confutando i rilievi che Le erano stati mossi, respingendo tutte le accuse e reiterando l’intendimento di proseguire per la strada intrapresa.
A quel punto Coco, “preso atto che l’Amministrazione attiva aveva scelto di perseguire la scelta del projet financing”, ovviamente insoddisfatto dell’esito del dibattito sulla Sua mozione, seduta stante, presentò una ulteriore mozione con la quale il Consiglio avrebbe dovuto votare
“L’IMPEGNO del Sindaco e della Giunta a revocare la propria delibera n° 499 del 2/11/1999”.

Il Presidente Corsello decise di rinviare la discussione ed il voto sulla nuova mozione presentata alla successiva sessione ordinaria del Consiglio
“in ossequio al dettato dell’art. 48 del regolamento dei lavori consiliari” che in tal senso recita.
Proprio come, il 9 maggio 2013, il Presidente Franco ha fatto con la mozione di sfiducia nei Suoi confronti presentata da dieci Consiglieri.

Dopo di che, essendo sopraggiunte le ore 23 e 58 minuti, Corsello“data l’ora tarda” rinviò la trattazione della mozione al giorno 21 febbraio.
Quel “rinvio data l’ora tarda” fu fatale per Corsello.

Il 21 febbraio, in apertura di seduta, Coco ed altri sei consiglieri presentarono in Consiglio la formale richiesta di dimissioni del Presidente Corsello che, nella seduta del 15 febbraio, “con un atteggiamento inqualificabile, in violazione dei principi che regolano le istituzioni democratiche, utilizzando qualsiasi pretesto, aveva impedito ai Consiglieri la libera espressione del voto sulla mozione presentata, nel timore che il voto medesimo si tramutasse in una sconfitta per l’Amministrazione”.
Comunicando, altresì, che non avrebbero “partecipato alle sedute del Consiglio sin tanto che il Presidente non avesse rassegnato le irrevocabili dimissioni”.

Quella del 2000 fu una serrata dei Consiglieri di centro sinistra contro il Presidente del Consiglio di centro destra con comportamenti politici, o partitici fate voi, assolutamente uguali a quelli della serrata dei Consiglieri di centro destra contro il Presidente di centro sinistra del 2013.
Corsi e ricorsi storici della cosiddetta politica.
A ruoli invertiti.
Però.

Il 21 febbraio del 2000 il centro sinistra avendo giudicato "l’atteggiamento di Corsello inqualificabile" per avere Egli sospeso la seduta del 15 febbraio
“nel timore che il voto si tramutasse in una sconfitta per l’Amministrazione Vicari”,
chiese le dimissioni del Presidente e non partecipò ai lavori del Consiglio sino a quando, il 20 settembre del 2000, Corsello non si dimise.
Per “non rimanere inerte rispetto al fallimento del Consiglio ed ai gravi ritardi dallo stesso accumulati per la paralisi dei lavori”.
Pur avendo “rivendicato e ribadito la piena legittimità e correttezza di tutte le decisioni adottate, nel pieno rispetto delle regole e delle prerogative istituzionali del suo ruolo super partes durante i sei lunghi anni trascorsi alla guida del Consiglio comunale”.
 
Il 7 maggio del 2013 il centro destra avendo giudicato Franco
“non in grado di garantire l’autonomia e l’indipendenza del Consiglio Comunale e di non dare adeguate garanzie al decoro istituzionale”,
oltre che per altri motivi, per
“essersi Egli allontanato dall’aula per oltre due ore, nella seduta del 12/04/2013, dopo avere invitato i Consiglieri Comunali alla firma del registro delle presenze ed avere Egli stesso apposto la firma” sospendendo di fatto la seduta nel timore che il voto del Consiglio nella stessa si tramutasse in una sconfitta per l’Amministrazione Lapunzina, ha chiesto le dimissioni del Presidente Franco e dal quel giorno non partecipa più ai lavori consiliari.

Come dire che nel 2013, rispetto al 2000, se non è zuppa è pan bagnato.
“Panta rei”, diceva Eraclito.
Tutto scorre.
Tutto cambia.
Anche nella cosiddetta politica.
Per non cambiare niente.
Però.

Saro Di Paola, 15 maggio 2013