29 Ottobre 2018, 22:21 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Con la conversione in legge del decreto 24 aprile 2017, n. 50, l’imposta di soggiorno è stata finalmente esclusa dal novero dei tributi sottoposti al blocco degli aumenti introdotto dalla legge di stabilità 2016 e confermato per il 2017 dalla legge 11 dicembre 2016 n. 232 (legge di bilancio 2017). La nuova disposizione contenuta nell’art. 4, comma 7, del decreto elimina il blocco e consente di istituire per la prima volta l’imposta di soggiorno, ovvero di modificare le misure del tributo se già istituito. E siccome il Comune di Cefalù aveva già istituito il tributo, erroneamente definito imposta, perché si tratta invece di una tassa destinata a scopi ben precisi, cosa credete che abbia intenzione di fare il Comune, e per esso la sua Amministrazione? Semplicemente aumentare l'ammontare dell'imposta! Nessun accenno, invece, a come è stato investito in passato e come s'intende investirlo in futuro. Anzi no, qualcosa di generico la dice, come riporta l'articolo 3 comma 3 del Regolamento comunale, che riporto per intero qui sotto, con sottolineate le parti che vorrei commentare.
“Il gettito dell’imposta è destinato a finanziare gli interventi in materia di: turismo, anche attraverso l’organizzazione e/o la partecipazione ad attività di promozione e manifestazioni di richiamo turistico; cultura, anche attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative culturali e la partecipazione a manifestazioni culturali, anche in collaborazione con le scuole; stipula di convenzioni con Istituti Scolastici e di Formazione, Università, Enti e Fondazioni Culturali, con particolare riguardo alla Fondazione Culturale Mandralisca; manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali, storico – monumentali ed ambientali e di aree pubbliche e locali e infrastrutture
a servizio del turismo e della cultura, con particolare riferimento al Lungomare “Giuseppe Giardina”, al porto, al Castello Bordonaro, al Teatro “ Salvatore Cicero”, alla Biblioteca comunale, al Lavatoio Medioevale e al Bastione; valorizzazione di eventi culturali della tradizione popolare, storica, gastronomica e demo – etno – antropologica della città, con particolare riferimento alla salvaguardia delle tradizioni popolari; potenziamento dei servizi pubblici locali, anche attraverso interventi mirati a migliorare l’accoglienza turistica, la vivibilità, l’igiene, il verde pubblico, il trasporto pubblico e il decoro urbano. Parte del gettito dell’imposta può essere impiegato, altresì, in favore della comunicazione istituzionale dell’Ente, anche mediante la creazione e diffusione, con l’ausilio degli strumenti di comunicazione, di materiale informativo e di promozione della città.”
Ora, tenendo conto dell'esperienza degli anni di questa Amministrazione e delle spettacolari manifestazioni da essa organizzate, fa sorridere leggere nel comma sopra riportato la parola cultura e l'aggiunta “anche con la collaborazione delle scuole”, ma anche della stipulazione di convenzioni con “Istituti Scolastici e di Formazione, Università, Enti e Fondazioni Culturali”. Fa sorridere di compassione innanzitutto per tutte quelle maiuscole, anche negli aggettivi, che a quanto pare a giudizio di questa Amministrazione sono esempio di grande cultura; fa sorridere anche se fermiamo la nostra mente al ricordo dei panettoni, delle panelle, della salsiccia e di quant'altro ha espresso in questi anni con le sue iniziative dette culturali.
Dove però l'Amministrazione supera ogni umana fantasia è laddove dice “manutenzione, fruizione eccetera”, riferendosi particolarmente al Lungomare e al Bastione. Perché è presto detto: il Bastione è diventato ormai un ristorante, alla faccia dell'affermazione che essi esistono “a servizio del turismo e della cultura”; il Lungomare, sul quale non si è stati capaci di spendere, per rifare almeno la rete fognaria che lo attraversa per tutta la lunghezza, il famoso milione e trecentomila euro pagato per oneri di urbanizzazione dal Club Med.
Non si accorgono – o si comportano come se non lo capissero – che siamo involontariamente e forse immeritatamente seduti sul nostro “petrolio”, rappresentato da bellezze naturali, artistiche, architettoniche e archeologiche che testimoniano non soltanto la storia e la cultura di Cefalù, ma anche della Sicilia e dell’Occidente, ma non lo sappiamo sfruttare nella misura dovuta in termini di Pil, di ricchezza anche finanziaria. Provane sia come fino a oggi questa Amministrazione ha speso gli introiti degli oneri di urbanizzazione, nulla sapendo di come sono stati spesi quelli derivanti dalla tassa (e sì, tassa e non imposta) di soggiorno.
Mi accorgo d'essermi dilungato troppo, perciò, in attesa di continuare le mie riflessioni, lascio ai lettori il piacere d'informarsi direttamente dai documenti che seguono.
Nuovo regolamento sull'imposta di soggiorno con modulistica.pdf
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