24 Ottobre 2018, 21:07 - Quale Cefalù [suoi interventi e commenti] |
ENTE PARCO DELLE MADONIE
Il messaggio del vescovo alle Madonie. Le dichiarazioni del Commissario straordinario
Dalla Curia di Cefalù, arriva il forte messaggio del Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Marciante, rivolto all’Assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, al Commissario dell’Ente Parco delle Madonie, ai Sindaci dei Comuni appartenenti alla Diocesi, al Presidente della So. Svi.Ma. e agli amministratori di Società, a compiere in maniera oculata e particolareggiata ed in vista di quella che è l’analisi sul fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri delle aree interne, azioni strategiche sui territori per tentare di arginarne le cause.
Favorire lo sviluppo delle Comunità locali, deve assurgere a impegno morale nei confronti dei giovani che, in cerca di lavoro, sono costretti a migrare lasciando i loro luoghi natii.
Il Commissario dell’Ente Parco dott. Salvatore Caltagirone, così si esprime: “sento, il personale bisogno di esprimere la mia gratitudine al Vescovo Mons. Marciante, per l’impegno profuso e la speranza che genera nei cuori di tutti, esortando ognuno a operare bene per il “bene di tutti”. Come rappresentante di un Ente sovracomunale, le mie aspettative sono fervidamente e verosimilmente riposte, in accordi di collaborazione e di partenariato con tutti gli amministratori locali, per giungere alla stesura di programmi condivisi, senza alcuna sovrapposizione o forme di dispotica ingerenza che, possano così, evitare il sorgere di conflitti generati da incomprensioni o da logiche partitistiche e portare alla nascita di nuove idee, come conseguenza di analisi, revisioni di programmi e start up di nuovi processi.
I nostri atteggiamenti di amministratori, continua, non devono essere dominati dall’impazienza di apparire ad ogni costo sopra gli altri, proprio per non cedere il passo all’idea che è impossibile ed irrealizzabile costruire il “laboratorio di speranza”, coì come tanto auspicato dal Vescovo Mons. Marciante.
Mi piace pensare, dice “che se il Supremo Dio non ama le appariscenze esteriori, siamo noi, prima uomini e poi governanti, che dobbiamo fare in modo che nei territori amministrati, si possano ottenere risultati positivi; piccoli granellini di seme coltivati su terreni fertili che producono piante rigogliose di frutti. È dunque nei giovani che va coltivata la speranza di riuscire a fare nei loro stessi territori grandi imprese. Per questo, l’Ente Parco delle Madonie, sviluppa percorsi di alternanza scuola-lavoro, creando visibilità all’esterno e competenze all’interno, sostenendo i progetti che nati come attività didattiche laboratoriali, si realizzano in stretta connessione con le attività istituzionali.
Un territorio, continua, il Commissario Caltagirone che “proprio per le sue origini storiche e culturali, posizione fisica e origine geologica, diventa un teatro a cielo aperto con scenari insuperabili per la loro bellezza naturale. Da qui, anche la diffusione di nuovi segmenti turistici, come quello del turismo accessibile aperto a tutti, o il turismo degli eventi in dimore storiche.
Sono convinto che il superamento di ogni forma di polemica se affrontata con spirito di comprensione e con la volontà di capirci e far capire agli altri, possa far comprendere che esiste la possibilità concreta di un “vincere che non è convincere”, perché è di fronte alle reali necessità dei territori che bisogna agire per la migliore risoluzione dei bisogni collettivi.
Ogni azione che andremo a compiere, programmata per un consenso condiviso, implicherà l’adozione di responsabilità, per cui parlare di un modello turistico territoriale ed inclusivo, permette che i piccoli passi di ognuno, diventino, seppure in piccole quantità, grandi progressi.
Per questo l’Ente Parco delle Madonie, assume un impegno pubblico che a livello territoriale, implica il coinvolgimento delle comunità e delle imprese locali, dove lo sviluppo del settore economico, sociale e ambientale deve considerare la comune visione di sinergie e reti- creatività, identità e dialogo. Bisogna, soprattutto, recuperare un rapporto di coesione sociale. Questa è la sfida del futuro. Ma per farlo occorre avere la dimensione del tempo come capacità di crescita. Dobbiamo modificare le nostre azioni, per sfuggire alla sincope del presente e ci renderemo conto che espressioni rimaste ancora oggi inespresse, possano diventare in virtù dell’incoraggiamento trasmesso anche dalla Chiesa, traguardi vincenti".
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