13 Ottobre 2018, 19:34 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Quasi quotidianamente accade qualcosa, che dimostra come Cefalù è male amministrata e che per tale cattiva amministrazione i cittadini dovrebbero o dovranno pagare un salatissimo conto.
Ricapitoliamo: il Comune fa causa alla MFM per la questione delle “vecchie poste” di via Matteotti e perde in 1° e 2° grado, venendo condannato anche alle spese giudiziarie; il Comune cita in Tribunale l'AMAP e perde, venendo condannato alle spese giudiziarie; il Comune affida i lavori pubblici per il 90% con ordinanza sindacale, evitando una gara pubblica, che forse lo farebbe risparmiare; il Comune non fa nulla per risolvere l'annosa questione dell'acqua non potabile e forse inquinata, come hanno dimostrato più volte le analisi del SIAN. Dulcis in fundo, viene messa in forse la stessa sopravvivenza del Centro Nascite e, a quanto sembra, anche quella dell'Emodinamica, per la quale l'infartuato, ove non scegliesse di spararsi un colpo di pistola alla tempia, dovrà recarsi o a Nicosia o a Palermo. Insomma, il Comune sembra non bene amministrato da questa maggioranza, da questo Sindaco e dalla sua Giunta. Ancora meno dalla sua burocrazia intimorita e forse minacciata.
Che fare? direbbe Lenin, che rispose alla sua domanda con la Rivoluzione d'Ottobre. Dovremmo fare noi una rivoluzione? Ma Cefalù non è lo Stato zarista, senza una costituzione, con poche leggi e indebolito dalla guerra contro la Germania e l'Austria. Cefalù non ha bisogno di una rivoluzione politica come quella, ma di una rivoluzione culturale dei suoi cittadini, affinché facciano scelte più oculate nelle elezioni. Soprattutto perché imparino finalmente a servirsi degli strumenti, che la Legge e la Costituzione mettono a loro disposizione. Come, per esempio, presentare esposti alla Corte dei Conti o denunzie alle Autorità Giudiziarie, chiedendo indagini su tale operato, causa di non pochi danni erariali.
L'alternativa? Pagare e tacere. Ma fin quando sarà possibile farlo? Non per molto ancora. L'economia ristagna; i posti di lavoro sono soltanto precari; le imposte comunali aumentano; i giovani preparati fuggono; si diffonde la povertà. Tutte queste cose impediranno di pagare ancora per la soddisfazione dell'egocentrismo di chi ci amministra, che ha come sola visione del futuro di Cefalù quella di affidarlo alle aule di giustizia e non piuttosto a una idonea strategia amministrativa. Soltanto così si spiega il non aver fatto nulla per evitare l'evitabilissima dichiarazione di dissesto finanziario: posto il Comune in dissesto finanziario si evitava di dimostrare il dissesto mentale.
Ma anche questo tipo di dissesto viene richiamato dai magistrati, che con le loro sentenze ci dicono implicitamente che è l'ora di smetterla. È l'ora di ribellarsi ai danni erariali provocati da questa Amministrazione. Che se ne facciano carico, del danno erariale provocato, con le loro tasche e con i loro beni.
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