Cefalù rischia di dovere esportare i suoi rifiuti, con riflessi pesanti sui costi e sulla Tari

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14 Luglio 2018, 13:53 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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Cefalù rischia di dovere esportare i suoi rifiuti, con riflessi pesanti sui costi e sulla Tari

 

Non è una vaga congettura, ma una probabilità che si possa avverare in tempi ravvicinati, stando al Provvedimento di emergenza firmato dal Dirigente Generale Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicilia Salvo Cocina, con il beneplacito del Governatore Musumeci.

Destinatari sarebbero i Comuni che non fanno almeno il 30% di raccolta differenziata. In tale Provvedimento, si prospetta la decadenza dei Sindaci e delle Giunte, se entro il 30 luglio p.v. gli Amministratori non avranno firmato accordi con le quattro società che hanno partecipato al bando per l’invio fuori Regione dei rifiuti.

La causa scatenante di tale Provvedimento è dovuta alle notevoli quantità di rifiuti indifferenziati che gran parte dei Comuni conferiscono in discarica. Dal primo ottobre p.v. ogni Comune non potrà portare nelle discariche più del 70% dei rifiuti prodotti giornalmente, mentre la parte eccedente, cioè il 30%, se non differenziata, andrà inviata fuori Regione o all’estero.

Non poche sono state le perplessità di un tale Provvedimento. In primis, l’effettiva possibilità che in 15 giorni tanti Comuni siciliani possano siglare dei contratti con le quattro società incaricate di esportare la spazzatura. Inviare rifiuti all’estero, comporterebbe  inoltre costi enormi per i Comuni, che verrebbero fatti ricadere sui cittadini. Vi sono state delle reazioni da parte di alcuni Sindaci, ma pare che il Governatore non intenda retrocedere da tale Provvedimento. Al massimo, prospettare soltanto qualche proroga.

Si fa notare anche che si verrebbe ad intralciare il progetto di legge sulla riorganizzazione della governance del sistema rifiuti appena inviato all’ARS, che prevede l’istituzione di nove ambiti provinciali, e saranno questi ad avviare le gare per la gestione del servizio di raccolta, mettendo fine alla possibilità per i singoli Comuni di poter affidare il servizio con minigare, oppure in house.

In questo quadro legislativo fluido ed incerto, non vanno certo sottaciute responsabilità , negligenze, noncuranze di singole Amministrazioni, nel non aver affatto operato per avviare il servizio di raccolta differenziata, a fronte invece di altri Comuni, anche piccoli, che su questo terreno hanno conseguito in poco tempo risultati apprezzabili. È il caso ad esempio, per non andare lontani, del Comune di Lascari, che nel 2016 ha stipulato con il Comune di Campofelice una convenzione (ex art. 30 D.Lgs 267/2000), per l’attuazione e gestione associata del servizio di spazzamento, raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. A seguito di tale convenzione è stata bandita una gara, assegnata  alla società S.E.A. srl di Agrigento. 

Nel breve volgere di circa un anno, il Comune di Lascari è passato da una raccolta differenziata del 9,12% nel 2016, al 61,48% nel 2017. Incremento sensibile supportato anche dalla scomparsa di cassonetti non solo dal centro urbano, ma anche dalle contrade. Hanno contribuito pure le non poche agevolazioni per il compostaggio domestico (-20%), o gli sgravi per le utenze distanti dai punti più vicini di raccolta (-30%).

Complessivamente,  nel Comune di Lascari la parte fissa della Tari è pari ad Euro 0,86/mq, rispetto ad Euro 1,48/mq di Cefalù, e cioè il 72% in meno. Se poi si considerano altre detrazioni, il confronto con Cefalù diventa insostenibile.

Ora, se si dovessero verificare quelle previsioni fosche accennate all’inizio, di dovere esportare i rifiuti di Cefalù all’estero, la Tari schizzerebbe di molto in alto. Pertanto, sarebbe ragionevole, prima che una tale preoccupante prospettiva si possa avverare, che questa Amministrazione possa adottare delle misure, nell’ambito di una sua residuale  autonomia, per ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati, rimuovendo i cassonetti dal centro urbano, ed incrementando le cosiddette “postazioni mobili con operatore”.

   

  

Figura questa indispensabile per controllare la corretta effettuazione della differenziata da parte degli utenti, ma anche per consigliare ove depositare rifiuti speciali.  Postazioni mobili con operatore potrebbero essere realizzate anche in siti di privati, previa convenzione con gli stessi. Ammettiamo che a livello regionale il quadro normativo non è privo di contraddizioni, ma questo non può continuare ad essere per noi un alibi per  non far nulla.

Cefalù, 14 luglio 2018

                                         Salvatore Ilardo