1 Luglio 2018, 11:25 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
DAL CONVEGNO SUL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI, È AUSPICABILE UNA DECISA SVOLTA NEL NOSTRO TERRITORIO
Ha avuto luogo a Cefalù venerdì scorso 29 giugno, un convegno sul “Partenariato pubblico-privato per la gestione dei rifiuti”, organizzato da AssoEsco Sicilia.
La sede di Cefalù è stata in qualche modo privilegiata per la sua rinomanza turistica, e non per il carattere poco virtuoso della gestione della raccolta rifiuti in questo Comune. Ci dispiace pertanto mettere in discussione i meriti attribuiti dal Sindaco alla Sua Amministrazione in questo settore, nel suo saluto ai convegnisti.
Numerosi sono stati i relatori, in rappresentanza di Istituzioni Regionali, come l’Assessore all’Economia Gaetano Armao, il Presidente di AssoEsco Sicilia Angelo Todaro, il Questore Comitato Economico Sociale Europeo CESE Antonello Pizzini, il Presidente Associazione Ingegneri Ambiente Territorio AIAT Francesco Scandura, il Presidente di Lega Ambiente Sicilia Gianfranco Zanna, nonché alcuni docenti delle Università di Palermo, Catania, Messina.
L’Assessore all’Economia della Regione Sicilia Armao (nella foto) ha ricordato che non sempre il coinvolgimento del settore pubblico nella gestione dei servizi è sinonimo di efficienza, e soprattutto di buoni risultati economici. In Sicilia, il settore dei rifiuti ha comportato debiti per circa 1,8 miliardi di Euro. L’idea che un Comune possa fare da sé “è pura follia”, ancor più in un settore industriale come quello dei rifiuti. Il Partenariato Pubblico Privato deve trovare pertanto un giusto equilibrio, per consentire di fare impresa. La presentazione in questi giorni all’ARS di un progetto di legge sulla riorganizzazione della governance del Sistema rifiuti, prevede l’istituzione di 9 Ambiti provinciali. Saranno questi a dover avviare le gare per la gestione del Servizio di raccolta in nove grandi aree. Soltanto per la raccolta, il giro di affari nell’Isola si aggira intorno ai 750 milioni di Euro all’anno, che andrebbero a 9 cordate di imprese, mettendo fine a ben 260 Stazioni appaltanti. Il Progetto di legge in questione mette fine, nel contempo, alla possibilità per i singoli Comuni di poter affidare il Servizio, come negli anni scorsi, in mini gare, oppure in house, come mirava qualche anno fa anche il Comune di Cefalù.
Interessante il contributo del Rappresentante del Comitato Economico Sociale Europeo Pizzini, che ha ricordato l’esperienza di Enterbeck, uno dei Comuni di cui è composta la grande area metropolitana di Bruxelles. I residenti di tale Comune si sono trovati a non dover pagare più tributi per la raccolta dei rifiuti, a seguito dell’avvio di una economia circolare nel trattamento dei rifiuti. Pizzini ha menzionato le non poche Direttive europee che regolano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, con obiettivi precisi da raggiungere nei prossimi anni, sia in termini di R.D. che di ricircolo. Un aspetto importante a favore del Partenariato Pubblico Privato riguarda le Amministrazioni pubbliche, la cui quota di partecipazione non verrebbe contabilizzata nel Patto di Stabilità.
Il Prof. Giuseppe Mancini dell’Università di Catania si è soffermato sui traguardi che l’Unione Europea ha già prefissato per i prossimi anni in tema di rifiuti. Nel 2035 la UE non ci consentirà di mandare in discarica più del 10% dei rifiuti prodotti. In quell’anno la RD dovrà essere pari al 65%.
Nel momento in cui non si potrà più contare su discariche, sui termovalorizzatori che non vogliamo, sulle spedizioni all’estero che diventano sempre più incerte ed onerose, secondo il Prof. Mancini, ci resta solo la prospettiva di fare bene la differenziata a casa, oltre che una decisa riduzione nella produzione di rifiuti, soprattutto quelli del settore alimentare. Si registra infatti una enorme produzione di rifiuti organici (cibo e rifiuti agricoli), problematici anche per la loro eterogeneità. Una qualche differenziazione per tipologia, con il ricorso anche al compostaggio domestico ed industriale, potrebbe alleggerirne lo smaltimento.
L’intervento del Presidente di Lega Ambiente Sicilia Zanna ha evidenziato i vantaggi della tecnologia, con la gestione anaerobica dei rifiuti organici, nella fattispecie quelli di origine alimentare (circa il 40% del totale), per la produzione di biogas e di biometano. Per Zanna, sarebbe preferibile progettare prima gli impianti di trattamento dei rifiuti, e solo dopo, programmare gli Ambiti ottimali di gestione.
Tuttora, il Sistema regionale si connota, con rare eccezioni, con l’assoluta inoperatività delle Società di Regolamentazione dei Rifiuti (S.R.R.), come ha rimarcato il Prof. Angelini dell’Università di Palermo. Con le conseguenze che è rimasta bloccata ogni iniziativa idonea a razionalizzare il Servizio. Il vigente assetto organizzativo contempla la presena di ben 18 S.R.R. che non sono le uniche titolari delle funzioni organizzative, regolatorie e di controllo del Servizio, potendo i Comuni, con la normativa del 9.1.2013 n. 3, organizzare in forma singola o associata, gli Ambiti di Raccolta Ottimali (A.R.O.). La predetta frammentazione ha dato luogo alla diffida da parte dello Stato, che ha contestato alla Regione Sicilia l’eccessivo numero di A.R.O. e dei correlati Enti di governo, nonchè la circostanza che le funzioni organizzative non siano allocate in capo alle S.R.R., ma anche in capo ai Comuni (A.R.O.). A latere, ha ricordato il Prof. Angelini, non è da meno l’assenza di atti di pianificazione e programmazione del ciclo dei rifiuti, e una idonea localizzazione degli impianti. In conclusione, occorre riformare in modo organico la governance dei rifiuti in Sicilia, coerente con l’evoluzione dell’ordinamento europeo e nazionale. Occorre quindi approvare un nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, per una politica ambientale dei rifiuti sostenibile, al fine di conseguire la riduzione della quantità ed il miglioramento della qualità dei rifiuti da trasferire agli impianti di trattamento e smaltimento, e di realizzare un circuito virtuoso necessario a sostenere l’economia circolare.
Qualche riflessione vorremmo poterla fare anche noi su tali problematiche che acquistano sempre più il carattere dell’emergenza, e quindi di una particolare urgenza a farvi fronte. Da anni abbiamo provato a sensibilizzare l’Amministrazione del nostro Comune sulla necessità di acquisire pratiche virtuose in tema di raccolta differenziata. Abbiamo organizzato incontri a partire dal 2012, abbiamo fatto venire esperti di città notoriamente virtuose come Capannori in provincia di Lucca, Comune che già in quegli anni aveva raggiunto una R.D. del 75%, non ci siamo risparmiati in tante iniziative, ma con risultati pressocchè nulli, nonostante le varie celebrazioni di Hearth Day. Pur nel ginepraio di leggi, normative inevase, costituzione di società che avrebbero dovuto portare un certo ordine ed efficienza nel sistema della raccolta rifiuti, e poi rivelatisi fallimentari, alcuni Comuni seppure piccoli del nostro hinterland hanno portato avanti dei processi di riorganizzazione e razionalizzazione della raccolta rifiuti che si è riflessa in una sensibile contrazione delle tariffe Tarsu e poi Tari.
Noi siamo convinti che il principale risparmio che si possa conseguire nei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, sia proprio quello di provare a produrne di meno. Ed in questo lo scienziato americano Paul Connett ha fatto scuola a livello internazionale con la sua “Strategia Rifiuti Zero”, che dice no agli inceneritori, no alle megadiscariche, no alla società degli sprechi usa e getta. Sì, invece ad una società sostenibile. Bisogna spostarsi dallo stadio finale dello smaltimento dei rifiuti, allo stadio iniziale della gestione delle risorse, per una migliore progettazione industriale e un modo di vivere post-consumista.
L’impostazione di Paul Connett, nel delineare la strategia Rifiuti Zero, si sviluppa su pochi concetti, quasi elementari, ma carichi di una forte connotazione sociale , oltre che ambientale. Sono ormai noti i dieci passi suggeriti dallo scienziato americano per perseguire tale strategia: 1-Separazione alla fonte o raccolta differenziata; 2- Raccolta porta a porta; 3- Compostaggio; 4- Riciclo; 5-Riuso, riparazione e decostruzione di vecchi edifici; 6- Iniziative per la riduzione produzione rifiuti; 7- Incentivi economici; 8- Separazione della frazione residua; 9- Riprogettazione industriale; 10- Discarica temporanea per la frazione non riciclabile.
Alcune di queste fasi possono rientrare facilmente nelle competenze dirette dei singoli Comuni. Senza dilungarci sui singoli punti, lo scienziato americano ha posto in particolare un’enfasi su alcuni di essi. Il compostaggio è importante perché evita che l’organico portato in discarica produca metano e percolato. Mentre esso può diventare un additivo importante per l’agricoltura e le produzioni biologiche, oltre che combattere l’erosione dei suoli e la tendenza alla desertificazione. Paul Connett, nel ribadire l’importanza del riuso, ha ricordato i tantissimi centri che si sono diffusi nel mondo per il riuso e la riparazione, che funzionano sia con una ricaduta economica, sia come organismi non profit. Ancor più importanza riveste la cosiddetta decostruzione degli immobili, antitesi alla demolizione. Fase che consente non pochi utili, con il recupero di legname, mattoni, sanitari, porte e finestre.
Si è sempre in tempo ad ascoltare con umiltà tali messaggi che, se applicati, possono in qualche modo rivoluzionare in modo positivo la nostra stessa vita quotidiana.
Cefalù, 01 luglio 2018
Salvatore Ilardo
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