2 Maggio 2013, 21:34 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Se sono io “l'improvvisato opinionista”, allora mi corre l'obbligo di precisare alcuni punti della “Lettera ai Cittadini” del sindaco Lapunzina.
Comincio da questa frase: “Per questo ho lottato perché ci fosse riconosciuto il diritto di usufruire delle misure previste nel cosiddetto decreto Salva Comuni.”
Comincio da esso, perché vi sono direttamente coinvolto. In data 7 novembre 2012, infatti, avevo scritto su queste pagine che quel decreto era una buona occasione per evitare il dissesto del nostro Comune (https://www.qualecefalu.it/node/1178). Dopo che il nostro grande lottatore dichiarò in un suo comizio che un emendamento, in sede di conversione del Decreto, impediva di accedere ai suoi vantaggi, se l'ente locale aveva meno di 20.000 abitanti, tornai alla carica il 2 dicembre del 2012 (https://www.qualecefalu.it/node/1329).
Nonostante questi richiami precisi e puntuali, il reziario non lottava né pensava di armarsi per difendere la sua Città. Tant'è che il 13 dicembre del 2012 si presentò dinanzi ai Giudici della Corte dei Conti senza la necessaria deliberazione del Consiglio, che solo avrebbe potuto chiedere l'adesione alla legge Salva Comuni. Si presentò, cioè, disarmato e soltanto quando si vide soccombente, perché le armi sulle quali puntava per vincere (i bilanci 2007, 2008 ecc.) erano spuntate, lanciò maldestramente la rete, che i Giudici scansarono e risposero con l'arma della dichiarazione di dissesto.
Con un'incompetenza degna di miglior causa, decise di ricorrere al TAR, a quel tribunale che forse non può avere giurisdizione sui magistrati contabili, come dimostra il fatto che esso, su richiesta della Corte dei Conti, ha investito la Suprema Corte di Cassazione di decidere se c'è o non c'è un proprio difetto di giurisdizione. Il lottatore, per usare una metafora, ha deciso una disperata ritirata, nella speranza di soccorsi. Vedremo se arriveranno, anche se non se ne sa ancora nulla.
Sulla questione non credo che occorra dire altro. Su quest'altra sua frase, invece, il Sindaco dovrebbe rispondere: “Per questo, dopo aver lavorato all’approvazione di ben 4 rendiconti (2008, 2009, 2010, 2011) e due bilanci (2011, 2012), non ho esitato a dar battaglia per evitare che Cefalù pagasse oggi i guasti provocati, per la maggior parte, in un periodo storico che qualcuno ha definito “d’oro” (forse riferendosi all’ammontare delle numerose consulenze che venivano pagate con le tasse versate dai cittadini)”. Dovrebbe rispondere non a me, improvvisato opinionista, ma ad alcuni Consiglieri, che proprio su tali bilanci lo hanno ufficialmente interrogato da mesi, ma senza ricevere alcuna risposta (Interrogazione prot. n. 22008 del 07.09.2012.pdf e Interrogazione prot. n. 23155 del 21.09.2012.pdf ). Se non vuole rispondere, niente male, ma spieghi le sue ragioni con un'altra lettera aperta ai Cittadini, dimostrando amore per la trasparenza.
Soprattutto, quando scrive ai Cittadini, si attenga ai fatti ed eviti le facili ironie e i proclami. Questi li riservi ai periodi elettorali e l'ironia la lasci a me, che sono soltanto un improvvisato opinionista. E siccome tale mia ironia accompagna sempre i fatti (come l'annullamento della sua Ordinanza da parte del TAR), se proprio vuole usarla anch'egli, la usi insieme ai fatti e non finalizzata soltanto a provocare soltanto sorrisi. Potrebbero essere pietosi.
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