Il diritto a formare il futuro Governo spetta al M5S

Ritratto di Angelo Sciortino

7 Marzo 2018, 12:40 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Le elezioni del 4 marzo scorso hanno dato risultati contrari a ogni soluzione della triste situazione italiana. Una situazione, della quale sono responsabili i politici degli ultimi vent'anni; anzi, a essere più precisi, i politici che nel '63 decisero di nazionalizzare l'ENEL e poi, in un crescendo di errori, trasformarono lo Stato nell'unico datore di lavoro, in modo da rendere i cittadini quasi schiavi della sua burocrazia, che li ha trasformati in veri e propri clienti in suo potere.

Non c'è dubbio che ai politici è riuscito questo misfatto anche grazie alla complicità dei cittadini. Scrivevo ieri che “Due presunte Italie separabili in base alla virtù civica non esistono. Il politico italiano non differisce dal cittadino italiano. Non si distinguono. Lo ripeto spesso. Fino alla noia, ma invano. L’uno e l’altro sono lo stesso camaleonte perfettamente mimetizzato nella società, della quale assume i colori. Il politico e il cittadino sembrano e sono come l’habitat in cui vivono. Cambiano colore col mutare delle condizioni ambientali. Aspettarsi un camaleonte candido in una selva nera, più che ingenuo è irrealistico. Le due Italie, dunque, sono inseparabili.”

Adesso, in attesa di non si capisce bene quale miracolo, fioccano le proposte per un nuovo Governo e come sempre accade si finisce con l'attendere il miracolo da un deus ex machina, rappresentato nel caso specifico dal Presidente della Repubblica. La Lega e il M5S si dichiarano i veri vincitori e a questo titolo chiedono l'incarico di formare il Governo. Non tengono conto, però, del vero significato di queste elezioni e del perché sono stati i vincitori. Sembra che a loro interessi di più ricevere il premio invece che fare il bene di quei cittadini, che hanno dato loro fiducia.

C'è nei vincitori, ma anche negli sconfitti, un ritornello comune: l'intervento dello Stato “mamma”. La prosecuzione di quella politica interventista nell'economia, che personalmente aborro e alla quale attribuisco gran parte dei mali italiani; quella politica interventista, che ha reso gli italiani precari e ha costretti alla fuga all'Estero tanti giovani; quella politica interventista, contro la quale gli italiani si sono ribellati con il loro voto in maniera ottusa, anche perché non erano possibili scelte intelligenti.

Sia come sia, un Governo bisogna pur partorirlo. È mia opinione che che tale Governo dev'essere compito del vero vincitore elettorale: il M5S. So che esso dice con convinzione di essere dalla parte dei cittadini, ma se i cittadini sono quelli che protestano perché i loro desideri non vengono più accontentati, allora il movimento è schierato dalla parte sbagliata. Comunque, a nessuno è concesso in democrazia andare contro la volontà della maggioranza, che ha fatto la sua scelta di cambiare, affidandosi a facce nuove e fidando nella loro capacità di risolvere i problemi.

Se tutti gli altri partiti vogliono restare fedeli alla loro dichiarata promessa di rispettare la volontà dei cittadini ed essendo quasi impossibile un compromesso, allora non resta che astenersi dal votare contro un Governo di minoranza del M5S, lasciando che esso attui il programma promesso. Non so se tale programma migliorerà la situazione italiana, ma almeno si eviterà il perpetuarsi della confusa politica italiana. La chiarezza, che ne deriverà, consentirà ai cittadini di comprendere se la loro fiducia è stata ben riposta e insegnerà loro a scegliere la prossima volta senza rabbia e proteste, ma con intelligenza e saggezza. Questi cittadini bisogna pur cominciare a cambiarli o l'Italia non si risolleverà neanche tra un secolo. Anzi...