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Ritratto di Angelo Sciortino

20 Febbraio 2018, 21:03 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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È mia opinione che i problemi dei 5S più che alla figura barbina di alcuni parlamentari di aver usato trucchetti da baro per non mantenere fede all'impegno di versare agli Italiani parte del loro guadagno grazie alla politica, attengono all’inconsistenza dell’offerta politica dei Cinque Stelle.

Beppe Grillo e i suoi sono destinati a perdere perché sta tramontando il loro tempo. Il fenomeno del grillismo ha avuto un senso nel 2013, quando il Paese era attraversato da una crisi profonda, nella quale era stata precipitata dall’azione combinata di forze endogene ed esogene al sistema nazionale. L’Italia usciva malconcia da una guerra occulta intentatale dalla Francia di Nicolas Sarkozy via aggressione libica. Un governo legittimo, nel 2011, era stato defenestrato e al suo posto era stato messo Mario Monti, una sorta di commissario contabile, che agiva in nome e per conto di quei medesimi poteri forti, che avevano lanciato un’“Opa” sull’economia italiana. Nel 2013 il Paese era in stato confusionale e l'anti-politica poteva rappresentare un’alternativa salvifica possibile. In quel momento Grillo e i suoi ebbero l’indiscusso merito di canalizzare nell’alveo della democrazia parlamentare una protesta sociale, che diversamente avrebbe conosciuto derive pericolose. Toccò a loro di rivestire quel ruolo di forza provvidenziale che non poteva essere svolto dagli altri partiti. Neanche dalla Lega, che non aveva ancora avviato il processo di transizione verso la nuova identità di partito sovranista. Matteo Salvini scalò la leadership interna nel dicembre del 2013, quando strappò la vittoria congressuale a un Umberto Bossi distrutto nel fisico e nel morale.

Gli uomini del PD e quelli militanti fra i suoi scissionisti, come se niente fosse si dimenticano di essere stati comunisti, post-comunisti, ex comunisti e lanciano l’allarme sul fascismo della Lega, dei Fratelli d’Italia e del centrodestra.

Da come parlano sembra davvero che la matrice culturale che li ha cresciuti sia stata liberale, democratica, rispettosa di ogni libertà intellettuale. Qualcuno dimentica, però, di aver applaudito ai carri armati sovietici in Ungheria, qualcun altro dimentica i gulag, la censura e l’oppressione dei regimi comunisti ai quali erano collegati. Fanno finta di non aver avuto alcun legame con l’Internazionale comunista, con il Patto di Varsavia, con le presenze, gli applausi e gli scambi alle celebrazioni congressuali in Urss. Per non parlare dei finanziamenti occulti ricevuti fino agli anni Ottanta da parte dell’Unione Sovietica, sui quali per approfondire basterebbe leggere i libri sul tema di Gianni Cervetti e Valerio Riva (Oro di Mosca).

Insomma, i post-comunisti giacché hanno cambiato nome, simbolo, bandiera, poiché hanno gettato l’eskimo, oggi pontificano come fossero tutti figli di Tocqueville, anziché di Marx, Lenin e Togliatti. La realtà è un’altra, in Italia per fortuna il fascismo con i suoi orrori, vergogne, disastri e condotte indegne, è morto e sepolto e non saranno quattro sciagurati, esaltati e schizzati di mente, a resuscitarlo. In Italia il problema vero è la scriteriatezza con la quale la politica dei governi, specialmente in questi ultimi anni, ha guidato il Paese. La devastazione del debito, la costruzione di un apparato pubblico gigantesco, furbetto e inefficiente, lo sfascio dei conti previdenziali, la persecuzione fiscale, l’hanno creata i governi di centrosinistra.

Così com’è stato il centrosinistra a generare uno statalismo soffocante e clientelare, un assistenzialismo antieconomico ed elettorale, un sistema pubblico inutile e invadente. Ecco perché la gente non ne può più, come non ne può più della politica dell’accoglienza senza limiti, incontrollata, voluta dal centrosinistra. I cittadini protestano e hanno paura perché dal Nord al Sud in questi anni le periferie, le stazioni ferroviarie, i parchi pubblici, le piazze dei comuni e i giardini di quartiere, sono diventati accampamenti di immigrati. Perché questi immigrati sparpagliati, abbandonati per l’Italia, quasi tutti finiscono nelle mani della delinquenza, del malaffare, della prostituzione. Perché molti degli immigrati sfuggiti a ogni controllo e a ogni gestione finiscono per incrementare il numero dei lavoratori sfruttati e sommersi, oppure quello degli spacciatori, che operano nelle zone più opache e difficili del nostro territorio e della nostra società.

E che cosa ci offrono i candidati di tutti i partiti di fronte a tutto ciò? Chiacchiere!

Vedremo alla prossima che cosa ci offre il centro-destra.