30 Aprile 2013, 13:40 - Rosalba Gallà [suoi interventi e commenti] |
Diego Bianca Amato e i primi passi dell’istruzione artistica a Cefalù
Ciò che presento è quanto ho scritto sulla figura di Diego Bianca Amato in occasione dell’avvio delle procedure che hanno portato all’intitolazione dell’Istituto d’Arte al suo fondatore, esperto ebanista e liutaio.
Giuseppe Pedi, Ritratto di Diego Bianca Amato, olio su tela donato al Liceo Artistico di Cefalù il 23 maggio 2012
Agli inizi del Novecento sorse a Cefalù un circolo della “Società della gioventù cattolica italiana” con il nome di “Religione e Patria”.
L’associazione, diretta da Don Luigi Brocato Zito, aveva come obiettivo l’educazione cristiana e la promozione umana di coloro che ne facevano parte e, in generale, dei giovani della comunità cefaludese.
Le attività sulle quali allora si fondava l’economia della città erano prevalentemente l’agricoltura e l’artigianato: i giovani agricoltori vivevano in campagna e giungevano a Cefalù solo il sabato e in quella giornata potevano ritrovarsi nella sede dell’Associazione Cattolica. Gli artigiani, invece, vivevano nel centro cittadino e potevano più assiduamente frequentare l’Azione cattolica. L’artigianato, però, viveva in quegli anni un periodo di crisi e pochi erano i giovani che vi si dedicavano, i quali, peraltro, vivevano stentatamente. Molti erano stati costretti ad emigrare o a cambiare mestiere e i pochi che ancora si dedicavano alle attività artigianali non avevano botteghe attrezzate in maniera moderna e tale da poter fronteggiare la concorrenza di altre località.
Dall’analisi di questa situazione nacque sicuramente l’idea di rilanciare il ruolo dell’artigianato locale per riportarlo agli antichi splendori. Così, nell’ambito del Circolo “Religione e patria”, si pensò di offrire ai giovani artigiani, in particolare ai falegnami, la possibilità di affinare il loro gusto e di migliorare i vari aspetti dell’attività. Si comprese che le conoscenze relative al disegno sarebbero state fondamentali in tal senso e, per questo, si pensò ad una Scuola Serale di Disegno che fosse utile a falegnami ed ebanisti, ma anche ad altre categorie di artigiani. Si stabilì che la scuola potesse avere la stessa sede del Circolo cattolico, che fu attrezzato con banchi di scuola offerti dal Seminario.
Nell’ambito dell’artigianato locale era sicuramente un’autorità l’ebanista, intagliatore e liutaio Diego Bianca Amato, il quale aveva la sua bottega in Piazza Duomo, sulla destra guardando verso la Cattedrale. All’ingresso del locale, un cartello diceva: “Si costruiscono e si riparano mandolini e chitarre”. Don Diego, come veniva chiamato a Cefalù, aveva appreso il mestiere di ebanista nella bottega paterna e, coltivandosi da sé, aveva raggiunto livelli per i quali era ammirato da tutti i suoi concittadini.
A Diego Bianca Amato si rivolsero i giovani artigiani cefaludesi e i responsabili del Circolo giovanile “Religione e Patria”. Don Diego non aveva una specifica preparazione didattica, ma l’idea di poter trasmettere agli altri le proprie conquiste e di rendersi utile ai giovani lo spinse ad accettare l’incarico di dare lezioni di Disegno e di Arte del legno.
La costituzione di una Scuola serale di disegno venne deliberata il 5 giugno 1905, ma non si hanno notizie sul suo primo anno di vita e nei documenti che si riferiscono all’attività della scuola risulta come data di fondazione il 19 giugno 1906.
Venne istituita una Commissione di Vigilanza formata dal Direttore della Scuola (Diego Bianca Amato), dal Sindaco e da un rappresentante comunale. Bianca Amato fu molto attivo e seppe ottenere contributi dalla Provincia, dalla Cassa di Risparmio e dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio.
La scuola assunse il nome di “Scuola d’Arte Applicata all’Industria, con sezione agricola e scuola d’innesto”, anche se la sezione legata all’agricoltura non fu mai attivata e si ebbero, in tal senso, solo corsi straordinari.
Unico insegnante fu Diego Bianca Amato che dava lezioni di Disegno, di Aritmetica e di Geometria e qualche indicazione professionale.
La scuola, ben presto, fu trasferita in uno stanzone dell’ex convento della Mercede: infatti il canonico Luigi Brocato Ranzino (che era subentrato al cugino Don Luigi Brocato Zito come assistente ecclesiastico ) aveva ottenuto, insieme a Bianca Amato, i nuovi locali dal Comune e lì si svolsero le lezioni per alcuni anni.
Le sezioni erano quattro: Falegnami ed ebanisti, Decoratori, Fabbri ferrai, Scalpellini e muratori; le lezioni avevano la durata di due ore e mezzo al giorno. Il corso era triennale, con un anno preparatorio in cui si studiavano Aritmetica, Geometria, Disegno, Diritti e Doveri e un biennio in cui venivano studiati Disegno e Applicazione pratica. Le tre classi svolgevano le lezioni in un unico locale. Solo dall’anno scolastico 1909/10 la scuola fruì di diversi locali nell’ex convento dell’Itria concessi dal Comune.
Don Diego era ancora il direttore e l’unico insegnante della scuola, consapevole però della necessità di nuove professionalità che potessero trasmettere la propria cultura ai giovani cefaludesi. Già allora Diego Bianca Amato comprese quanto era necessario che gli insegnamenti professionalizzanti fossero inseriti in un progetto di formazione generale e pertanto chiese l’aiuto di insegnanti che più validamente potessero contribuire alla preparazione dei giovani apprendisti cefaludesi, soprattutto per quel che riguarda le lezioni di Cultura generale che erano state introdotte proprio a partire dall’anno in cui la scuola aveva avuto più spaziosi locali nella nuova sede. Già nell’anno scolastico 1913/14 gli insegnanti erano diventati tre: il Direttore che svolgeva lezioni di Disegno, Plastica e Pratica delle Arti; un insegnante di Italiano, Storia, Geografia e Diritti e doveri; un insegnante di Aritmetica e geometria. La scuola era frequentata prevalentemente da operai già maturi e da apprendisti avviati ad un mestiere.
Gli artigiani cefaludesi dei vari mestieri sostennero la scuola, comprendendo il ruolo importante che essa svolgeva nel territorio e, in generale, tutta la popolazione locale cominciò ad apprezzare quanto la Scuola realizzava.
Il periodo di guerra ne rallentò l’attività, ma il Direttore Bianca Amato comprese che alla fine del conflitto era necessario ritornare al lavoro con lo stesso entusiasmo degli anni precedenti e sollecitò le autorità competenti affinché la Scuola fosse regificata. In effetti, dopo un’ispezione ministeriale, con il Decreto Luogotenenziale del Duca di Genova Tommaso di Savoia del 24 febbraio 1918 n°450, la Scuola Serale di Disegno divenne “Regia Scuola di Disegno professionale”, dove si impartivano lezioni di cultura generale e di materie artistiche applicate all’industria. Al finanziamento della Scuola concorsero il Ministero dell’Industria, Commercio e Lavoro, il Comune (che forniva anche i locali e provvedeva alle necessità della scuola), la Provincia, la Camera di Commercio e Industria di Palermo. L’insegnamento era sempre serale e il corso ancora triennale. Le discipline erano: Cultura generale (Italiano, Storia, Geografia, Diritti e doveri), Aritmetica, Disegno ornato e geometrico, Elementi di Prospettiva, Pittura decorativa, Plastica e Scultura del legno e della pietra. Dall’analisi delle discipline si comprende facilmente che la Scuola andava assumendo un ruolo sempre più formativo e culturale, pur mantenendo la finalità originaria volta a migliorare le qualità artigianali dei giovani apprendisti, e ciò grazie alle felici intuizioni del suo Direttore e al suo personale interessamento.
Inoltre, con la regificazione, il Diploma rilasciato dalla Scuola assunse un maggiore rilievo agli occhi delle famiglie, che iniziarono a mandarvi i propri figli, anche quelli non ancora avviati verso l’apprendistato, con più convinzione, contribuendo alla graduale trasformazione delle finalità culturali della Scuola stessa.
Vennero anche istituiti corsi straordinari con lo scopo di completare l’attività curricolare o per sopperire alle eventuali carenze delle stesse. Tra questi assunse una particolare importanza socio-culturale il Corso femminile pomeridiano di Disegno e Pittura dell’anno scolastico 1919/20. Esso fu frequentato da 21 allieve ed ebbe un tale successo da diventare regolare già nell’anno successivo. Fu anche organizzata una mostra di pittura e disegno che suscitò vivo interesse nella cittadinanza. Nell’anno scolastico 1924/25 ebbe inizio un Corso di Economia Domestica che si aggiunse alle materie della sezione femminile: Disegno di ornato e geometrico, Pittura a olio e acquerello, Aritmetica e Geometria, Lavori donneschi.
Con Decreto Reale del 6 maggio 1926, la suola assumeva la denominazione di “Regia Scuola Professionale di Disegno Regina Margherita”, come aveva deliberato pochi mesi prima il Consiglio di amministrazione.
Nel 1928 il Direttore Diego Bianca Amato veniva collocato a riposo per raggiunti limiti di età: gli successero il prof. Giacomo Cusumano e successivamente, nel 1937, lo scultore Girolamo Coco.
Don Diego morì il 17 agosto 1933.
Di questa figura così importante per l’Istituto d’Arte di Cefalù, resta oggi la memoria in tutti coloro che, occupandosi di scuola e di formazione dei giovani, ne comprendono e ne apprezzano la capacità di vedere oltre i propri tempi e l’impegno fattivo per la “sua creatura”.
Così si esprimeva Mons. Stefano Quagliana, a proposito della personalità del Direttore:
“Nonostante ogni difficoltà, egli andava avanti con molto coraggio e con impareggiabile fiducia. Era lui stesso a fornire gratuitamente agli allievi - attingendo allo stipendio di sua moglie, maestra elementare - la carta per il disegno, le matite, le gomme e quant’altro occorreva per le esercitazioni”. In occasione della festa di San Giuseppe, come in una riunione di famiglia, “Don Diego voleva attorno a sé tutti i suoi allievi per un incontro particolarmente cordiale, durante il quale egli, che non ebbe figli, effondeva su quei giovani tutta la letizia e la ricchezza del suo animo paterno”.
FONTI UTILIZZATE:
Ettore Martini
La regia Scuola d’Arte “Regina Margherita” di Cefalù
Felice Le Monnier, Firenze, 1943
Mons. Stefano Quagliana
Preistoria dell’Istituto
In Istituto Statale d’Arte di Cefalù
Arti Grafiche Siciliane, Palermo, 1981
Di Don Diego restano alcune opere frutto della sua attività di ebanista e intagliatore: tra queste risulta di particolare rilievo il Pulpito del Santuario di Gibilmanna, realizzato nel 1902.
Il prof. Salvatore Gugliuzza presentava in questo modo un’attività dedicata proprio alla ricerca e allo studio delle opere di Bianca Amato, in un articolo pubblicato su L'Eco di Gibilmanna, anno LXXXV, III-IV trimestre 2003, pag 31:
IL PULPITO DI DIEGO BIANCA AMATO (1869 – 1933)
Uno degli obiettivi del P.O.F. dell'Istituto Statale d'Arte di Cefalù è il rapporto con il territorio e con le sue tradizioni culturali e artistiche: questo si attua non solo con le attività e i progetti che periodicamente vengono realizzati, ma anche con le normali attività didattiche che continuamente si pongono come occasione di scambio tra scuola e ambiente circostante.
Nell' a.s. 2001/2002, la classe IV B dell’indirizzo ‘Disegnatori di architettura e arredamento’, guidata dal prof. Gugliuzza, nell'ambito delle attività curriculari orientate a far acquisire agli alunni le abilità necessarie per il rilievo di un mobile e la sua restituzione geometrica, si è occupata del Pulpito realizzato da Diego Bianca Amato e collocato nel Santuario di Gibilmanna.
La scelta di quest’opera rientra in un progetto più ampio di ricerca e analisi delle opere di Diego Bianca Amato (1869-1933), maestro, ebanista, intagliatore e liutaio, fondatore nel 1906 di una Scuola serale di disegno da cui ha origine l’I.S.A. di Cefalù.
[…] Del Maestro, non si può non evidenziare la grande sensibilità culturale ed artistica dal momento che lui, autodidatta, realizza il Pulpito negli anni tra ‘800 e ‘900 riprendendo caratteri tipici dell’arte tardo-barocca, rendendolo così coerente con il contesto in cui è inserito.
Il risultato delle attività didattiche è visibile attraverso la ricostruzione geometrica realizzata dall’alunna Antonella Mirauda.
Il Liceo Artistico di Cefalù, nell’anno scolastico in corso, ha avviato una serie di attività di ricerca su figure di artisti che hanno insegnato in quella che è stata la “Scuola d’Arte” e che con la loro personalità, competenza e creatività le hanno dato grande prestigio: la finalità di tali ricerche è volta anche all’intitolazione di diverse aule dell’Istituto. Nel mese di dicembre ne sono state già intitolate due, precisamente l’Aula Magna a Girolamo Coco e un’aula di Discipline pittoriche a Paolo Consiglio. A breve ne saranno intitolare altre tre: quella di Forgiatura e tiratura a Giuseppe Brocato, quella di Ebanisteria ad Antonino Flaccomio e un’aula di Progettazione Architettura a Bartolo Martino. Questa seconda fase dell’attività sarà accompagnata, come la precedente, da una pubblicazione che tratteggia la personalità e l’opera degli artisti.
Anche per questo, è sembrato opportuno, ancora una volta, ricordare il fondatore della scuola, Diego Bianca Amato, a cui il Liceo Artistico è intitolato dall’anno scolastico 2004/05.
Rosalba Gallà
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