Come voterò il 4 marzo

Ritratto di Angelo Sciortino

27 Gennaio 2018, 16:59 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Dobbiamo ricordare che la democrazia italiana non è stata, a partire dagli anni '50, qualcosa vinta coraggiosamente nel tempo, quanto piuttosto un lungo processo di contrattazione corrotta tra i politici e il pubblico dei votanti. Ricordarcene serve per ben comprendere quel che accade oggi. Riflettiamo, infatti: oggi per la crisi economica è venuta meno ogni possibilità di contrattazione corrotta tra i politici e gli elettori. Questi ultimi devono e possono accontentarsi delle promesse dei primi; promesse che raramente potranno essere mantenute, stante all'esistenza di un'economia povera.

Allora, cosa fanno questi elettori? Chiedono sicuramente meno corruzione, non rendendosi conto, però, che è proprio la loro visione della democrazia e della politica una fonte di tale corruzione. Lo è, perché non fidano più in se stessi, ma aspettano quasi un predicatore o una sorta di profeta capace di risolvere i loro problemi. E di tanto in tanto questo profeta si presenta come sostenitore di principi, che gli stessi elettori per anni hanno tradito. Ieri è stato il profeta della grandezza romana, di cui l'Italia era considerata l'erede, sebbene dopo quindici secoli di dominio straniero; oggi è il profeta dell'onestà, sebbene a seguirlo siano persone che da cinquant'anni considerano la disonestà la forza indispensabile per contrattare corrottamente con i politici. Come non avrei creduto, se fossi vissuto al tempo del primo profeta, non mi riesce oggi di credere a quest'ultimo.

Se è vero, infatti, che un sistema democratico dà a un Paese un governo, che è espressione dei cittadini, allora sarebbe ora di smetterla di attribuire ogni responsabilità ai politici. Essi saranno pure corrotti e disonesti in maggioranza, ma chi da anni li sceglie non è da meno. Anzi, negli ultimi decenni si sono fatti ottenebrare il cervello e hanno ridotto la cultura, anche quella scolastica, a un bieco strumento utilizzato dai vecchi politici e dai nuovi profeti per imporre la difesa dei loro stessi interessi. Hanno trasformato la cultura in un inferno, in cui resistono soltanto le fiamme delle illogicità, ma non i pensieri e le idee logicamente sostenuti né la conoscenza e la consapevolezza dei fini degni di ogni uomo libero. Hanno distrutto, in breve, l'amore e l'orgoglio per la libertà.

Che cosa aspettarsi da un'opinione pubblica priva di cultura, che conosce soltanto i conati provenienti dal suo stomaco e che non dà ascolto alla sua mente? Non prendetevela con me, se sono sfiduciato come un condannato a morte già sul patibolo, perché sarei un ingannatore come gli attuali politici, se ammettessi una sia pur debole speranza di ottenere dalle forze in campo un miglioramento dopo le prossime elezioni. Ho ascoltato i rappresentanti di tutti i partiti e i movimenti e ne ho tratto altri e più fondati motivi di sfiducia.

Andrò a votare, ma soltanto, perché un messaggio bisogna pur mandarlo, per scrivere sulla scheda: come osate chiedermi di fidarmi di voi! Dovrei aggiungere, in verità, come fidarmi di un candidato stimabile, se egli finirà fagocitato da una maggioranza scelta da elettori non stimabili? Ma sarebbe troppo lungo per lo spazio di una scheda elettorale!